domenica 1 aprile 2012

6 ore di legalità (Self Trascendence 6h race San Vito di Gaggiano)

Generalmente le gare su circuito si disputano nel centro di piccoli paesi e nei parchi, dove si utilizzano le piste ciclopedonali come percorso di gara, per cui a prima vista oggi correre una 6 ore (e per me una maratona!) in un parco non dovrebbe essere nulla di eccezionale. Quello che rende l’evento eccezionale è la storia del parco, denominato “Bosco dei cento passi”, storia che qui brevemente riepilogo.
Fino al 2005, in quest’angolo del Parco Agricolo Sud Milano c’era solo un prato, incolto da quarant’anni. L’ultima ad acquistarlo, con l’intenzione di costruirvi case e appartamenti, era stata una famiglia legata al clan camorristico Ciulla. Il terreno, però, che si trova nella frazione di San Vito a Gaggiano, nel 2005 è stato confiscato per ordine del gip del Tribunale di Milano Paolo Ielo e affidato al Comune. E così oggi quell’area, destinata a una speculazione edilizia mai avvenuta proprio perché il Comune si era opposto, è diventata un bosco simbolo della lotta alla mafia. Si chiama infatti «Bosco dei cento passi».
I suoi alberi porteranno il nome di chi ha perso la vita nella lotta contro la criminalità organizzata.
Correre qui certo non allevia la fatica degli atleti, ma sicuramente li rende più consapevoli.
Nella maggior parte dei casi i beni confiscati alle varie organizzazioni criminali più che opportunità per lo Stato diventano dei fardelli, ma, come direbbe lo speaker Brighenti, questa è tutta un’altra storia.
Veniamo alla gara di oggi.
Nella mia borsa della gara oggi per la prima volta ho messo un paio di “attrezzi” che non sono consoni ad una manifestazione podistica organizzata da altri: una bindella da 20 metri ed un gessetto. Il motivo? Semplice segnare il traguardo della maratona posto esattamente dopo 21 metri e 74 centimetri del 34° giro. Poteva Sir Marathon correre una maratona con una distanza non “certificata”? La risposta è tanto ovvia che non la indico nemmeno.
Oggi mi accompagna un altro strumento di cui ultimamente non facevo più uso: il cronometro, non tanto per il tempo, ma per conteggiare i giri, visto che Max & Bruno che avevano già partecipato alla gara lo scorso anno, avevano definito “ballerina” la conta dei giri.
A fine gara posso dire che è stata una precauzione inutile, in quanto quest’anno il conteggio dei giri è stato perfetto e questo per l’impegno delle persone preposte al servizio: oltre a conteggiare i giri erano dei veri e propri “motivatori”. L’incitamento è stato costante per tutta la gara e per tutti i concorrenti.
Ringrazio Luciano, mio “counter” personale; ringraziamenti che vanno estesi all’intera squadra!
Vorrei inoltre segnalare la gentilezza e la disponibilità di tutto il personale addetto al ristoro, per altro molto fornito, anche se devo segnalare che verso la fine sono mancati alcuni tipi di bevande. Io qui ho fatto la mia parte utilizzando per tutta la manifestazione lo stesso bicchierino, cosa che per altro avevo già fatto a Bagnocavallo.
Veniamo alla gara vera e propria.
Il percorso si svolgeva interamente nel Bosco e su strada bianca con brecciolino. Credo che questo fatto alla fine sia stato fastidioso un po’ per tutti, e quindi il nuovo personale ottenuto dal nostro Maurizio, vale molto di più.
Circa un’ ottantina i partecipanti, con un nutrita presenza di Runners Bergamo (16 atleti, circa il 20% dei partecipanti!), e poteva essere diversamente visto che era una gara di ultramaratona?
Vorrei solo segnalare un paio di fatti: la vittoria in campo maschile del nostro Mario Pirotta ed il rispetto di Elio, che mi ha accompagnato per tre giri: lui sì che ha rispetto per le persone anziane!
Da ultimo vorrei solo dare un paio di consigli a “Mahanidhi” Giovanni, principale organizzatore della gara: far partire la gara 21 m 74 cm metri prima, in modo da avere la fine della maratona sotto lo striscione d’arrivo e mettere uno spugnaggio lungo il percorso: la vaschetta d’emergenza posta quest’anno non era molto efficiente.
Runners Bergamo... al completo!

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