Generalmente le gare su circuito si disputano nel centro di
piccoli paesi e nei parchi, dove si utilizzano le piste ciclopedonali come
percorso di gara, per cui a prima vista oggi correre una 6 ore (e per me una
maratona!) in un parco non dovrebbe essere nulla di eccezionale. Quello che
rende l’evento eccezionale è la storia del parco, denominato “Bosco dei cento
passi”, storia che qui brevemente riepilogo.
Fino al 2005,
in quest’angolo del Parco Agricolo Sud Milano c’era solo
un prato, incolto da quarant’anni. L’ultima ad acquistarlo, con l’intenzione di
costruirvi case e appartamenti, era stata una famiglia legata al clan
camorristico Ciulla. Il terreno, però, che si trova nella frazione di San Vito
a Gaggiano, nel 2005 è stato confiscato per ordine del gip del Tribunale di
Milano Paolo Ielo e affidato al Comune. E così oggi quell’area, destinata a una
speculazione edilizia mai avvenuta proprio perché il Comune si era opposto, è
diventata un bosco simbolo della lotta alla mafia. Si chiama infatti «Bosco dei
cento passi».
I suoi alberi porteranno il nome di chi ha perso la vita nella
lotta contro la criminalità organizzata.
Nella maggior parte dei casi i beni confiscati alle varie
organizzazioni criminali più che opportunità per lo Stato diventano dei
fardelli, ma, come direbbe lo speaker Brighenti, questa è tutta un’altra
storia.
Veniamo alla gara di oggi.
Nella mia borsa della gara oggi per la prima volta ho messo
un paio di “attrezzi” che non sono consoni ad una manifestazione podistica
organizzata da altri: una bindella da 20 metri ed un gessetto. Il motivo? Semplice
segnare il traguardo della maratona posto esattamente dopo 21 metri e 74 centimetri del 34°
giro. Poteva Sir Marathon correre una maratona con una distanza non
“certificata”? La risposta è tanto ovvia che non la indico nemmeno.
Oggi mi accompagna un altro strumento di cui ultimamente non
facevo più uso: il cronometro, non tanto per il tempo, ma per conteggiare i
giri, visto che Max & Bruno che avevano già partecipato alla gara lo scorso
anno, avevano definito “ballerina” la conta dei giri.
A fine gara posso dire che è stata una precauzione inutile,
in quanto quest’anno il conteggio dei giri è stato perfetto e questo per
l’impegno delle persone preposte al servizio: oltre a conteggiare i giri erano
dei veri e propri “motivatori”. L’incitamento è stato costante per tutta la
gara e per tutti i concorrenti.
Ringrazio Luciano, mio “counter” personale; ringraziamenti
che vanno estesi all’intera squadra!
Vorrei inoltre segnalare la gentilezza e la disponibilità di
tutto il personale addetto al ristoro, per altro molto fornito, anche se devo
segnalare che verso la fine sono mancati alcuni tipi di bevande. Io qui ho
fatto la mia parte utilizzando per tutta la manifestazione lo stesso
bicchierino, cosa che per altro avevo già fatto a Bagnocavallo.
Veniamo alla gara vera e propria.
Il percorso si svolgeva interamente nel Bosco e su strada
bianca con brecciolino. Credo che questo fatto alla fine sia stato fastidioso
un po’ per tutti, e quindi il nuovo personale ottenuto dal nostro Maurizio,
vale molto di più.
Circa un’ ottantina i partecipanti, con un nutrita presenza
di Runners Bergamo (16 atleti, circa il 20% dei partecipanti!), e poteva essere
diversamente visto che era una gara di ultramaratona?
Vorrei solo segnalare un paio di fatti: la vittoria in campo
maschile del nostro Mario Pirotta ed il rispetto di Elio, che mi ha
accompagnato per tre giri: lui sì che ha rispetto per le persone anziane!
Da ultimo vorrei solo dare un paio di consigli a “Mahanidhi”
Giovanni, principale organizzatore della gara: far partire la gara 21 m 74 cm metri prima, in modo da
avere la fine della maratona sotto lo striscione d’arrivo e mettere uno
spugnaggio lungo il percorso: la vaschetta d’emergenza posta quest’anno non era
molto efficiente.
Runners Bergamo... al completo! |
Nessun commento:
Posta un commento