domenica 30 maggio 2021

Brescia non dimentica, Sir Marathon ricorda

30 maggio 2021. Oggi è una data importante per la città di Brescia: le sue strade saranno “invase” da centinaia di podisti. Non sarebbe nulla di eccezionale se non fosse la prima gara in “presenza” dopo le chiusure dovute ai noti problemi legati al “malo male”: si disputa la BAM (Brescia Art Marathon), annullata lo scorso anno, beh, quasi annullata; infatti nel mese di luglio si è disputata la versione “virtuale” della gara. Acc... ecco che mi trovo ad usare il termine improprio dato a queste gare. Il termine più corretto, come ho già più volte ribadito, sarebbe: “corsa diffusa”, “corsa in solitaria”, “corsa in attuazione regole COVID (“malo male”)”, e qui mi fermo. Per dovere di cronaca, la BAM 2020 ha pure dato a tutti i partecipanti gli articoli più cari ad un maratoneta: medaglia e maglietta. Ma veniamo alla BAM 2021, che ho corso oggi. L'argomento principale di questo post è “il cuore e la mente”. Come tutti sanno, il cuore è considerato il motore principale di ogni atleta; infatti la cosa più comune durante le maratone è il frequente controllo del cardio-frequenzimetro, che molti atleti fanno di continuo, mentre il cervello (la mente) ripassa le tabelline con i tempi di passaggio ai vari chilometri, calcolando il vantaggio o lo svantaggio sul tempo previsto.

domenica 23 maggio 2021

Il nuovo amico incita a non mollare

Ultima domenica prima della ripresa.

Beh, non mi riferisco alla ripresa del “malo male”, sembra che la situazione stia piano piano migliorando, né tanto meno alla ripresa economica, anche qui i tempi saranno lunghi e da alcuni segnali sembra che si veda la luce in fondo al tunnel, sperando che la luce che tutti (beh, quasi tutti) vedono non sia quella di un treno che ci viene incontro a grande velocità. Ultima domenica prima della ripresa delle (mie) gare; beh, sì, sono ormai sedici mesi che sono costretto ad un “forzato riposo” … ripensandoci bene, però, non è corretta l'affermazione. Sono sedici mesi che sono “costretto a corse in solitaria”. In effetti le regole imposte dalla pandemia non impedivano di correre, bensì di gareggiare “in presenza” con altri atleti. Non sono mancate alcune lodevoli eccezioni, che hanno visto gli organizzatori affrontare notevoli difficoltà per rispettare e far rispettare le regole, in modo tale da garantire la massima sicurezza per tutti, prima, durante e dopo la competizione e gli atleti presenti hanno dovuto fare molti sacrifici “burocratici” per poter gareggiare.

venerdì 14 maggio 2021

La “Maratona del dubbio”

Lo scorso anno, in piena prima fase della pandemia, scrissi un post per stigmatizzare il significato della parola “buffone”, con la quale molti indicavano chi, pur di continuare a correre rispettando le strette norme anticovid, lo faceva in spazi ristretti: cortili, giardini e tanti pure in casa. Il dubbio era se dovessi essere considerato un buffone oppure no. Certo, per alcuni potevo sembrare tale, ma era proprio così offensivo? Beh, alla luce dei fatti forse non proprio. Non erano forse i buffoni che tra uno scherzo ed un lazzo prendevano in giro i regnanti dicendo, con arguti giri di parole, verità da tutti conosciute e da tutti taciute? Il loro status di buffone consentiva loro una specie di amnistia da parte del regnante. Esempi di eccezionali buffoni possono essere considerati San Francesco, il Giullare di Dio, ed in tempi più recenti Dario Fo, un buffone premio Nobel. Corsi, vestito quasi come un buffone medievale, la “Mezza del dubbio”, naturalmente in un ambiente, secondo molti, buffonesco: il giardino di casa mia. 

martedì 11 maggio 2021

Mezzo vaccino … mezza maratona

Il nostro giorno è giunto! 

No, non ancora quello del giudizio finale, per quello spero passi ancora molto tempo. Il giorno a cui faccio riferimento è quello della vaccinazione “anti malo male”. Credo sia doveroso un piccolo accenno sulla mia esperienza relativa alle operazioni vaccinali. Se devo essere sincero, nutrivo molte perplessità, non tanto sul dovere (sì, io ritengo che sia un dovere ed anche un privilegio vaccinarsi), quanto sulle modalità della sua esecuzione. Avevo ancora negli occhi le file (disordinate, senza nessun distanziamento) delle persone in attesa della inoculazione della dose di vaccino, viste alla televisione, situazione resa ancora più precaria dalla pioggia e dalla fragilità dei pazienti (allora si trattava di ultraottantenni). Ricordo il disagio degli abitanti del mio Comune costretti prima a combattere per ottenere l'appuntamento, poi a sobbarcarsi decine di chilometri per ricevere la dose.