martedì 3 aprile 2012

Itinerari culturali "Le Vie Francigene"


Dopo aver descritto brevemente gli itinerari verso Santiago de Compostela ecco una breve descrizione dei percorsi francigeni verso Roma


Perché “Francigena”?
La Via Francigena è storicamente la via che viene dalle "France". Anticamente con tale nome sono stati chiamati più percorsi che venendo da ovest entravano in Italia. I due percorsi principali e attualmente riscoperti e utilizzati dai pellegrini sono due vie che entrano in Italia. Una è quella utilizzata dai pellegrini che vanno e vengono dal Cammino di Santiago, dalla Spagna e dal sud della Francia: entrando dal Passo del Monginevro si percorre la Val di Susa e passati per Torino si arriva a Vercelli.
L'altra è la strada che percorrono i pellegrini che vengono dal nord della Francia e dall'Inghilterra e passando dal Passo del Gran S. Bernardo e Aosta arrivano anch'essi a Vercelli. Da lì la strada diventa una e si sviluppa lungo l'itinerario che passa da Pavia, Piacenza, Fidenza, Passo della Cisa, Pontremoli, Lucca, Siena, Bolsena, Viterbo, Roma.

A questi percorsi principali si può aggiungere una terza via che percorre la costa ligure partendo da Ventimiglia e che raggiunge il tracciato della Via Francigena a Sarzana, al confine tra Liguria e Toscana.
Le origini
La via chiamata "Via dei Longobardi" diventa l'Iter Francorum, o "Via Francisca" nell'Itinerarium sancti Willibaldi datato 725 d.C.
La Via Francigena viene nominata per la prima volta in un antico documento storico dell'876 che era conservato nell'Abbazia di S. Salvatore del Monte Amiata. In questo testo si cita la strada nel suo passaggio nella zona della Val D'Orcia, nella valle ove ora transita la via Cassia nel tratto sotto Radicofani, dalle parti della Posta di Ricorsi.
Cita il testo latino: "… per fossatu descendente usque in via Francisca". Ma è nel percorso storico dell'Arcivescovo di Canterbury, Sigerico, (effettuato nel 990 d.C.) che la Via Francigena trova una sua unitarietà, fruibile, in termini progettuali, sia a livello turistico che di valorizzazione dei beni culturali ad essa afferenti.
L’itinerario di Sigerico
Diario di Sigerico
La storia narra che Sigerico, di ritorno da Roma dove si era recato in pellegrinaggio per ricevere direttamente dal Papa Giovanni VI il "pallio" o mantello vescovile, lasciò uno scarno, ma preciso elenco delle 79 tappe, o "submansiones" del viaggio compiuto dalla sede papale fino alla costa atlantica ("de Roma usque ad mare"), determinando la nascita di uno dei più importanti itinerari di pellegrinaggio.
Va ricordato però, che non si trattava propriamente di "una" strada, ma di un 'territorio-strada', di un insieme di percorsi usati in tempi diversi secondo i tipi di traffico, delle vicende politiche, topografiche e climatiche delle varie zone.
La Via nel Medioevo
Le vie di pellegrinaggio medioevali sono tutte caratterizzate dalla presenza lungo il percorso di strutture di accoglienza e ricezione con l'ausilio di veri e propri ordini cavallereschi per la protezione del pellegrino. Sulla Francigena nasce un Ordine ospitaliero assolutamente “francigeno”, nato sulla Francigena ed in funzione dell’assistenza dei pellegrini che la percorrevano. Si tratta dell’ Ordine di san Jacopo di Altopascio o del Tau, per la croce di questa forma che lo caratterizzava. Sorto ad Altopascio, in provincia di Lucca, si è esteso su tutte le vie di pellegrinaggio. Poi sono presenti tutti gli ordini ospitalieri con commende, magioni ed ospedali. In particolare gli Antoniani sui valichi alpini e l’Ordine di San Giovanni detto di Malta soprattutto nelle principali città della strada. Vicino a loro si formava una fittissima rete di “spedali”, a seconda delle necessità, ad opera di confraternite, corporazioni, istituzioni locali, ordini religiosi, o per volontà di persone devote che si mettevano a servizio dei romei.
Partiti con la neve
(Val di Susa)
La “Via Francigena” oggi
I due marcavia:
Pellegrinetto giallo
&
Pellegrinetto nero
Dopo la riscoperta, avvenuta negli anni Settanta, del Cammino di Santiago, ci si rese conto che anche in Italia esisteva un simile percorso di pellegrinaggio, la via Francigena. Come era successo per il cammino spagnolo, anche il percorso della Francigena giaceva quasi interamente sotto l'asfalto delle autostrade e delle statali che, col tempo, avevano ricalcato il tracciato di quelle che già erano state le strade principali del medioevo e dell'età romana. L'interesse, dapprima limitato agli studiosi, poi estesosi a molti che, dopo aver percorso il Cammino di Santiago, desideravano arrivare a Roma a piedi, così come era possibile arrivare a Santiago di Compostela in Spagna, ha fatto nascere una rete di amanti della Francigena che, con vernice e pennello, hanno cominciato a segnare sentieri e percorsi. Dove possibile si è cercato di recuperare il tracciato originario, ma a volte si è scelto di deviare dal percorso storico in favore di sentieri e strade meno trafficate. Constatando il sempre maggiore interesse per il Cammino di Santiago, è oggi chiaro che anche la Francigena è un tesoro dal punto di vista turistico e, se questo ha portato le amministrazioni pubbliche a prendere coscienza dell'importanza del fenomeno, ha anche portato alcuni ad approfittarne, ad esempio deviando il percorso pur di farlo passare nei pressi di quel bar o di quell'altro ristorante.
Ultimo tratto sotto il sole...


Ora che ho presentato brevemente le due grandi linee di pellegrinaggio verso Santiago di Compostela e verso Roma, dal prossimo post cercherò di metterle a confronto. Pregi e difetti, naturalmente secondo il nostro parere, il tutto considerando che i due cammini sono stati fatti con spirito “pellegrino”.

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