venerdì 7 settembre 2012

Via Francigena: si riparte dal Gran San Bernardo

27 agosto. Rieccoci al Passo del Gran San Bernardo, che avevano lasciato sotto la neve l’11 giugno scorso. Oggi è una bella giornata di sole.
Domani riprenderemo il nostro pellegrinaggio verso Roma, che raggiungeremo il prossimo anno.
Ora la nostra meta è Vercelli, dove siamo già transitati lo scorso anno, provenendo dal Monginevro, per poi proseguire fino a Roma.
L’Ospizio del Gran san Bernardo, come sempre, apre le porte ai pellegrini. Un letto ed una cena calda sono sempre assicurati.
Il panorama oggi è completamente cambiato rispetto a due mesi fa: il laghetto non è più ghiacciato e dal passo si vede bene il sentiero che faremo domani.



Gran San Bernardo: 11 giugno

Gran San Bernardo:
27 agosto
28 agosto. Riprendiamo il pellegrinaggio. Partiamo digiuni, forse perché chi doveva preparare la colazione alle 7.00, come ci avevano assicurato, è rimasto a letto. Nessun problema, poche centinaia di metri più avanti, c’è un bar aperto.
Abbiamo le cartine ed il road book di tutto il percorso, ma non ce ne sarà bisogno: il segnavia del sentiero 103 ci guiderà per tutto il tratto valdostano della via Francigena.
Dopo pochi minuti strani compagni di viaggio si aggiungono a noi; non sono pellegrini, ma sembrano conoscere molto bene la zona, anzi sembra che la zona si cosa... anzi, casa loro. Simpatiche mucche e giovani torelli ci accompagnano per un tratto. Meno male che sono ancora un po’ assonnati per cui tutto fila liscio, nonostante il mio zaino sia di un bel rosso!
Compagni di viaggio, lungo la via
Il sentiero, prima il leggera discesa, dopo pochi chilometri inizia a scendere con una pendenza decisa, il che mette a dura prova le gambe non ancora allenate.
Una lapide, dedicata agli zingari stagnini, ricorda come fosse difficoltoso passare lungo il sentiero in inverno.
Terminato il sentiero, un piccolo tratto sul provinciale, prima di giungere a Saint Rhemy, un piccolo paese completamente restaurato le cui case di pietra grigia sono ingentilite dal rosso dei numerosi gerani. La posizione del paese garantiva un tempo una notevole prosperità, grazie al transito obbligato di viaggiatori e pellegrini.

Saint Rhemy

Rus





Proseguiamo su una carrareccia in leggera discesa e raggiungiamo Saint Leonard, una frazione di Saint Rhemy, e, dopo aver effettuato una ripida discesa nel bosco, incontriamo i primi , o rus, che sono dei canali irrigui di piccola portata, costruiti in ambiente alpino per portare l'acqua dai torrenti di fondovalle ai terreni agricoli da irrigare.
Il sentiero prosegue in leggera discesa ed attraversa i paesi di Saint Oyen ed Etrubles, dove ci concediamo una sosta per un leggero spuntino.
Il cammino fino ad ora è stato in discesa, ma, nonostante questo, si è fatto sentire nelle gambe, sarà perché non siamo ancora rodati.

Ad Aosta mancano circa 14 km. Ripartiamo.

Eravamo convinti che il sentiero avrebbe continuato a scendere, ma non è così.
La statale si allontana sempre di più, mentre il sentiero inizia una salita lenta e costante e si inoltra in un boschetto, quindi si snoda di fianco al Rus Neuf, che a tratti risulta imbrigliato in enormi tubature e a tratti scorre libero.

Rus Neuf

Rus Neuf... in tubatura














Il sentiero segue la montagna e per questo allunga il percorso. A tratti scorgiamo la statale, che con i ponti non solo accorcia di molto il tragitto, ma soprattutto non sale. Di contro camminiamo in un ambiente tranquillo e molto bello per le numerose piante e fiori che incontriamo lungo il percorso.
Laggiù sullo sfondo la statale

Alla fine del bosco vediamo dall’alto il paese di Ginod, raggiunto il quale Aosta è ormai a pochi chilometri.
Ginod, visto dall'alto!












Ripida discesa, fatta con attenzione, su di un sentiero ben curato. Abbiamo anche incontrato alcuni operai che stavano tagliando l’erba lungo il sentiero.
Un ultimo sforzo e siamo ad Aosta. Prima di entrare in città però, il sentiero si inerpica per alcune centinaia di metri lungo strade che attraversano vigneti ben curati: è lo scotto che dobbiamo pagare per aver ignorato fin all’ultimo la strada statale, forse meno suggestiva, ma sicuramente meno impegnativa.
Come prima giornata abbiamo effettuato una tappa del cammino piuttosto faticosa, forse sarebbe stato meglio suddividerla, ma ormai avevamo preso altre decisioni.
...quasi arrivati!
Tra l’altro, per colmo della sfortuna, l’albergo prenotato è dalla parte opposta della città: chilometri in più oggi... chilometri in più domani!

Lapide a ricordo degli zingari stagnini,
emigranti per lavoro




















Dettagli della tappa: Dal Gran S. Bernardo a Aosta


© Foto Fausto Dellapiana 2012

1 commento:

  1. e questa sarebbe stata la mia prima tappa da pellegrina............
    Manuela VF

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