venerdì 7 settembre 2012

Da Aosta a Chatillon: la discesa... un miraggio!

Oggi ci aspetta una tappa lunga e difficile. Nonostante Chatillon sia posta ad un altezza inferiore ad Aosta, il dislivello positivo che dovremo superare è di circa 800 metri, per il semplice motivo che anche oggi come ieri ignoriamo il tracciato lungo la statale e preferiamo (?) il sentiero che si inerpica lungo le montagne a sinistra della valle. Vale sempre il solito discorso: percorso più lungo, più sicuro, più panoramico e ... più faticoso.
Come pellegrini moderni, tutti hi-tech, dobbiamo o non dobbiamo pure fare qualche sacrificio?
La giornata si preannuncia già calda dal mattino, ma non dobbiamo preoccuparci per l’acqua: lungo il percorso si troveranno numerose fontane (così ci informa il nostro road book), con acqua freschissima, speriamo noi. 




Pellegrini in cammino
Appena usciti da Aosta incontriamo due pellegrini tedeschi, che stanno facendo un tratto della Via Francigena, e sono in compagnia di un cane. Ci scambiamo qualche parola e veniamo a sapere che non faranno tutta la tappa fino a Chatillon, ma si fermeranno a metà, dove hanno già prenotato in un B&B che accetta anche gli animali. Più avanti si uniranno ad essi altri due pellegrini, loro amici, che li avevamo preceduti e li stavano aspettando.
Saranno gli unici pellegrini che incontreremo in questo nostro tratto della via.
Su, su e sempre su!
Guado ... assistito!
Anche oggi il sentiero passa accanto ai rû, che non solo hanno la funzione di convogliare l’acqua a valle, ma anche l’importante compito di evitare che l’acqua non incanalata, eroda la montagna. Il sentiero è ben curato e anche i passaggi sui ruscelli sono favoriti da ponticelli (cosa che non sempre avviene lungo la Via Francigena).
Castello di Quart
Raggiungiamo il castello di Quart, edificato nel XII secolo. I castelli sono una costante della Val d’Aosta. Il nome deriva dalla misura della distanze sulle via romana della Gallia. Quart deriva infatti da “Quartum Lapidem” (alla quarta pietra miliare da Aosta) cioè a circa 6 chilometri da Aosta(1 miglio = 1480 m circa).
Dopo mezzogiorno arriviamo a Nus, dopo aver passato le frazioni di Epillod e Chetoz. Questo tratto è su sentieri poco curati, con erba e ... rovi abbastanza alti.
A Nus, passiamo accanto al Castello di Pilato, chiamato così perché, secondo la tradizione, Ponzio Pilato, si fermò in quel castello quando andò in esilio in Gallia. Notizia per noi curiosa e del tutto nuova.
Nus. Castello di Pilato
Ora il sentiero passa attraverso alcuni vigneti. Qui notiamo una cosa abbastanza strana: alcuni filari di viti sono interamente racchiusi da reti; non sembra che la funzione sia quella di ripararle dalla grandine, in quanto coprono la vite anche di lato, forse serve per evitare che gli uccelli mangino l’uva. Non incontriamo nessuno a cui chiedere spiegazioni, per cui ci teniamo il dubbio.
Viti in rete
Ad un certo punto incontriamo un altro segnavia della Francigena, non più quello ormai abituale del sentiero 103. Questo ha una particolarità: segue una via più favorevole, a cavallo della statale. Decidiamo di seguirlo, anche perché ora il cielo si è fatto scuro e minaccia un temporale, come per altro preannunciato dalle previsioni meteorologiche.

Segnavia

Quando siamo quasi arrivati vediamo un altro cartello segnavia, ma forse per la stanchezza o forse perché ci è sembrato illogico, lo ignoriamo, con il risultato di allungare di un chilometro il percorso che viene fatto tutto su asfalto. Per nostra fortuna il temporale non ci ha raggiunto.
L’ospitalità di questa notte è offerta dai Frati Cappuccini di Chatillon che mettono a disposizione dei pellegrini una stanzetta con due letti e bagno annesso, una sistemazione molto semplice, ma adeguata e confortevole.
Sarà questa una delle poche occasioni di pernottare in una struttura di “ospitalità povera” in questo nostro percorso.
Nuvole: ci avete rincorso,
non ci avete raggiunto!

Il temporale che avevamo evitato durante il cammino ci raggiunge la sera; meno male che il locale dove ceniamo e a poche decine di metri dalla nostra sistemazione.

... forse era meglio seguire questa indicazione!










Dopo cena, una buona dormita. Domani ci aspetta una tappa non lunga, ma con salite, almeno all’inizio impegnative: le conosco avendole già affrontate in occasione della “Alpemarathon dello Zerbion”, che ho corso lo scorso mese di luglio.
Già dal nome si capisce che tipo di percorso dovremo affrontare.
Ma tutto questo... domani!


Dettagli della tappa: Da Aosta a Chatillon   
   

© foto Fausto Dellapiana & Azzola Rossana 2012

1 commento:

  1. la rete sulle viti ha sia la funzione di riparare dalla grandine che quella di ritardare o anticipare la maturazione dell'uva, nel Sud Italia fanno così per cui penso che possa essere la stessa cosa anche ad Aosta.
    Manuela VF

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