Se devo essere sincero prima del 6 settembre non conoscevo Martina Caironi, mia compagna di squadra dei Runners Bergamo, (a mia scusante il fatto che i RB sono un gruppo con circa 500 atleti) e nemmeno la sua storia. Anche adesso che scrivo non conosco ancora personalmente Martina, ma ora posso dire che almeno so chi è.
Eh sì, la rete è di molto aiuto!
Un breve preambolo.
Nella generalità dei casi, siamo abituati a considerare i “disabili” come persone molto diverse da noi, che hanno dei problemi, fisici o mentali, fin dalla nascita, insomma persone che sono nate male.
Con questa errata idea, consideriamo la disabilità come un fatto molto lontano da noi, e dai nostri famigliari, un problema che non ci tocca e non ci toccherà mai.
Con questa errata idea, consideriamo la disabilità come un fatto molto lontano da noi, e dai nostri famigliari, un problema che non ci tocca e non ci toccherà mai.
I recenti giochi paralimpici di Londra ci hanno dimostrato, se mai ce ne fosse bisogno, che la “disabilità” è dietro l’angolo.
Una mina, un incidente sul lavoro, un incidente stradale, una malattia, possono far diventare tutti noi dei disabili.
Secondo una definizione dello scrittore Giuseppe Pontiggia, il disabile è nato due volte: la prima è la nascita biologica, mentre la seconda, la più difficile, è l’ingresso, o meglio il reingresso, nella vita di tutti i giorni, in molti casi difficile e umiliante.
Possiamo però dire che per i disabili che fanno sport esiste una terza rinascita: quella delle competizioni, dell’ agonismo e dell’allenamento (il papà di Martina ricorda che la semplice affermazione della figlia “... sto rivivendo perché mi sono allenata e sto sudando...” fu un motivo di gioia).
Beh. Ora basta.
Qui si deve parlare di Martina, una compagna di squadra che ha vinto una medaglia d’oro alle olimpiadi di Londra!
Ma chi sono io per parlare di Martina, visto che ho appena scritto di non conoscerla?
Chi meglio di Martina conosce Martina?
Lasciamo che sia Martina, e a chi le sta attorno, a raccontarsi.
T42 strana sigla. “Forse vi chiederete cosa vuol dire la sigla T42: T sta per Track, pista, mentre 42 è il numero che identifica la disabilità e corrisponde agli amputati transfemorali.” Con poche semplici parole la stessa Martina ce lo spiega (la frase è tratta dalla pagine del suo diario paralimpico).
Martina: la mia vita di corsa - La7
L'incontro tra Martina Caironi (atleta paralimpica) e Andrea Venuto (giornalista e conduttore della trasmissione televisiva "TUTTO è SuperAbile"):
Intervista a Martina Caironi di Riccarda Ambrosi (da abilitychannel)
Martina Caironi vince l'oro nei 100 metri T42 donne nei IPC Athletics European Championships
Paralimpiadi Londra 2012: oro e record del mondo migliorato nei 100 metri T42
La frase con cui voglio concludere questo post, con la speranza che ora conosciate un po’ meglio Martina, è una sua frase:
“Con un sorriso sulle labbra si può fare tutto!”
"Martina è stata tesserata con noi RB ,di recente in occasione delle Paralimpiadi è stato fatto il trasferimento alle Fiamme gialle. Essendo società militare il trasferimento è possibile in corso anno." GZ
emozionante.
RispondiEliminaGiorgio Gibellini.