domenica 30 settembre 2012

Renzo: un uomo di parola!

Oggi trasferta podistica in quel di Varese, meta negli anni del secolo scorso di numerose trasferte per disputare maratone, che, come la gara di oggi, prevedevano il periplo dell’ omonimo lago. Per la maggior parte erano maratone non competitive, con l’eccezione del 1988. In quell’anno la maratona era anche valevole per il campionato regionale di specialità. La gara fu vinta da Emanuele Zenucchi, mentre il mio tempo finale era stato un buon 3h 27’ 59”.
Tutt’altra musica quest’anno: sono aumentati gli anni e ... diminuiti i chilometri: 25 e, viste le attuali condizioni, sono per me una buona distanza.
Numerosi i Runners Bergamo presenti sulla linea di partenza e, vista la “qualità” schierata, mi immaginavo una corsa in solitaria, anche a causa dell’assoluta mancanza di allenamento e la presenza di qualche acciacco, cose per altro ormai abituali per me.
Prima della partenza, però, Renzo pronuncia una frase, che chi corre avrà sentito almeno una volta: “Oggi la gara la faccio con te!”. Credo che la frase venga sempre pronunciata in tutta sincerità, ma spesso questa frase detta nasconde un frammento di frase non detta esplicitamente, che è questa: “... se tu tieni il mio passo...”.
Per cui succede quasi sempre che dopo pochi chilometri le intenzioni del novello buon Samaritano si perdano per strada e ci si ritrovi a correre da soli. Beh, questo non è certo un problema per me: vista la moltitudine di atleti che mi precedono, non corro certo il rischio di perdermi. La prima parte della gara mi vede sempre in compagnia di Renzo, che, seppure lamenti anche lui qualche problema, ha una bella corsa, sempre in spinta. Verso metà gara addirittura si ferma per un problema “tecnico”, per cui rimane indietro. Io ne approfitto per riposare un attimo, seppure mantenendo sempre il passo di corsa.
Renzo
Dopo poco mi raggiunge e si continua assieme. Quando manca una decina di chilometri al traguardo e la strada si presenta in leggera salita, Renzo aumenta il passo. Lo seguo, soprattutto perché noto che, se la distanza che ci separa aumenta, lui rallenta e quindi è chiara la sua intenzione di mantenere fede alla promessa fatta ad inizio gara. La nostra condotta di gara fa sì che superiamo numerosi atleti. Alla fine tagliamo il traguardo affiancati.
Grazie a Renzo, oggi, ho potuto mantenere fede ad un mio proposito: correre tutta la gara senza fermarmi e questo è un fatto positivo per me.
Qualcuno dice che quando si corre bisogna ascoltare il proprio “corpo”: io l’ho fatto.

Runners Bergamo
(da notare "Il Ferdi" senza la sua fascia!) 

Ho sentito il polpaccio destro che mi diceva: “Rallenta, stai andando troppo forte, io mi sto lentamente “strappando”...”. La schiena sussurrava: “Ma dove vuoi andare? Io reggo solo ancora per pochi minuti, poi sono affari tuoi”. I polmoni ed il cuore mi incoraggiavano: “Dai, dai, che vai bene. Noi ci stiamo appena scaldando...”, mentre nel cervello si assisteva ad un dibattito tra emisfero destro ed emisfero sinistro. Il destro diceva: “Ascolta il polpaccio e la schiena, ricordati che hai una certa età. Sei nonno, ma dove vuoi andare? Rallenta!”. Gli rispondeva il sinistro: “Domenica prossima non hai gare, per cui se si strappa il polpaccio può riposarsi, per la schiena hai un tubetto nuovo di pomata e poi anche Renzo è nonno. Non mollare!”.
Beh, come vedete io il mio corpo l’ho ascoltato...
Due parole sul “Giro del lago di Varese” (per inciso quasi tutte le maratone che ho disputato qui si chiamavano così!), giunto alla terza edizione.
Rapida e veloce la consegna del pettorale di gara, tenuto anche conto che il numero era già stato comunicato via mail. Al ritiro/consegna borse c’erano due ragazzi, molto efficienti, che, aiutati in questo caso anche dalla correttezza degli atleti, in fila ordinata, hanno reso un ottimo servizio.
La stessa cosa si può dire per la consegna del pacco gara, anche se l’unica taglia, dell’articolo tecnico, a disposizione era la “L”.
Quello però che più mi ha colpito è stata la perfetta e ordinata chiusura al traffico dell’intero percorso. Nessuna macchina (beh... una ha eluso un blocco, me è stata fatta subito uscire dal percorso, al primo svincolo!) sul tracciato di gara. Questo fatto è dovuto, secondo me, non solo al senso civico e, perché no, all’educazione di tutti gli abitanti dei paesi attraversati, ma al fatto che sia stata fatta una capillare informazione preventiva e alla preparazione dei volontari sul percorso.
Nel volantino - è questa è la prima volta che lo trovo - vi è una sezione interamente dedicata a loro: un pro-memoria con le regole a cui si devono attenere. Regole semplici e di buon senso, non sto qui ad elencarle tutte (vedi immagine). Un esempio da imitare e seguire... e qui mi rivolgo ai responsabili della MilanoCityMarathon. Mentre agli abitanti impazienti ed esigenti di Milano chiedo di seguire l’esempio degli abitanti della zona del Lago di Varese, che, guarda caso, oggi non avevano matrimoni a cui partecipare, nonni da portare all’ ospedale, lavori improrogabili da fare... solo fortuna o forse solo buona educazione?


Dal volantino "Il giro del lago di Varese" edizione 2012


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