Sono sicuro che molti lettori da bambini, quando erano in villeggiatura al mare, hanno fatto una bella buca e poi con un secchiello hanno cercato di mettere tutto il mare in quella buca.
Oppure è vostro figlio o nipote, a distanza di anni, che cerca di terminare la vostra impresa impegnandosi e voi lo osservate e con un sorriso gli fate notare che il livello del mare si sta effettivamente abbassando. Il figlio od il nipote continua ancora il bel gioco. Ma si sa un bel gioco dura poco e dopo un po’ inizia a costruire un bel castello di sabbia oppure si prende una pausa per godersi la frescura di un bel gelato.
Il mare è sempre lì calmo ed azzurro; il bambino si renderà consapevole solo quando sarà più grande che l’impresa è impossibile, salvo poi riprendere il gioioso gioco con il proprio figlio.
Mettere tutta l’acqua del mare, soprattutto avendo a disposizione solo un secchiello, non solo è impossibile, ma si perde anche un sacco di tempo.
Ecco quello che mi è venuto in mente l’altro giorno quando ho visto due operai, uno con un secchiello pieno di un misto di ghiaia e catrame ed una paletta, che cercava di riempire qualche buca, mentre l’altro con una macchina comprimeva quello che il primo operaio aveva posato. L’operazione veniva svolta non su di una strada secondaria e per eliminare qualche piccola buca, ma in viale Europa, a Treviolo, una via di grande traffico, anzi la via principale che collega Bergamo a Dalmine, con un traffico ora di gran lunga aumentato per la presenza del nuovo Ospedale di Bergamo.
Lo so che molti comuni hanno difficoltà economiche, per cui cercano di limitare le spese e di fare solo gli interventi di manutenzione strettamente necessari, ma l’intervento che è stato fatto, secondo me è del tutto inutile (considerato che è stato limitato solo a qualche sporadica buca), perché a distanza di giorni, con il continuo passare degli automezzi, la situazione è tale a quale a prima. Mentre ad osservare il bambino nel suo inutile tentativo di svuotare il mare era il genitore, che era anche contento che il figlio fosse impegnato in quel gioco, chi osserva gli operai? Credo che il lavoro non sia, come per il bambino, un modo per passare il tempo; allora chi e il “genitore” che gli ha proposto quel gioco, ma soprattutto sa il “genitore” che il lavoro svolto non serve a nulla, o almeno serve a pochissimo, in quanto la situazione generale della strada non è per niente migliorata?
Come il mare al termine del gioco è sempre azzurro e calmo, la strada al temine dell’intervento è sempre dissestata e pericolosa!
Le foto spiegano più di mille parole (da notare che il diverso colore delle "toppe" indica che gli interventi sono periodici, ma il problema resta) |
© Foto Fausto Dellapiana 2013
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