martedì 12 marzo 2013

Crisi: pacco gara giù, quota iscrizione su!

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Mi rendo perfettamente conto che oggi in Italia ci sono situazioni molto più gravi di quella che evidenzio in seguito nel post. Fabbriche che chiudono, operai in cassa integrazione, famiglie sempre più povere, giovani senza lavoro... sono gravi problemi che affliggono il nostro paese e che meritano tutta la nostra attenzione. Detto questo vorrei sollevare la questione riguardante un problema economico: la quota di iscrizione alle gara podistiche competitive ed in particolare alle maratone, certo un piccolo problema, se vogliamo, ma che interessa molte persone che praticano atletica in modo amatoriale, magari per non pensare ai loro problemi quotidiani, persone che amano correre come valvola di sfogo.
Da un po’ di tempo si sta osservando che le quote di iscrizione alle maratone stanno crescendo (molte volte l’aumento è mascherato dalle modalità di iscrizione: non più un solo pagamento cumulativo per tutti gli atleti di una società, ma un pagamento per ogni atleta e... tassa sul pagamento, in media tre euro!). Di contro il contenuto del pacco gara è sempre più leggero (per alcuni questo è un bene: meno “cose” che vanno a riempire i cassetti, vero, Rossana?).
Ma se per alcuni il contenuto del pacco gara è secondario, per molti non è così. Anche qui le correnti si dividono: chi preferisce la classica composizione (medaglia, maglietta e diploma), chi invece vorrebbe specialità del luogo, chi vorrebbe l’uno e l’altro. Insomma, come avete capito, preparare un pacco gara che accontenti tutti non è semplice. Ma da un po’ di tempo tutti sono concordi nel confermare che il pacco gara è più leggero, e non solo per la più ridotta qualità di articoli sportivi o perché ci sono meno prodotti alimentari, ma anche per l’assenza di gadget (questi, spesso sono la felicità dei figli e la disperazione delle mogli!)e di altra “carta” (leggi materiale pubblicitario). Cosa sta a significare tutto questo? Vuol dire che ci sono sempre meno sponsor.
Personalmente quando scelgo di correre una gara non lo faccio mai in relazione al contenuto del pacco gara. L’articolo tecnico, anche se di buona fattura e senza pubblicità, difficilmente lo uso; mi piace correre con le maglie della mia società... e personalizzate con il mio nome.
Ma resta il fatto che ci dovrebbe essere una proporzione tra quanto pagato e quanto ricevuto, tenuto conto che le spese di organizzazione ormai sono tutte abbastanza simili. Anche nella gara più piccola (... meno frequentata) vi è il cronometraggio elettronico.
Segnalo inoltre che molte volte appartenere a qualche gruppo forte (beh, diciamo numeroso) ha i suoi vantaggi. Per esempio gli appartenenti al “Club Supermarathon” hanno quasi sempre tariffe agevolate, merito certo della “fedeltà” del gruppo alle varie maratone, ma soprattutto di alcuni dirigenti che “pressano” gli organizzatori da vicino.
La mia aspirazione sarebbe quelle di poter partecipare pagando la quota “gara” (quella per i servizi essenziali) e non la quota “pacco gara”: chi lo vuole paga la differenza.
Non era forse così quando anni fa la FIDAL stabilì in 15.000 lire la quota base? Che fine ha fatto questa, secondo me, buona regola? (regola per la verità quasi mai applicata).


Podio Pacco gara
Ecco il mio podio

Termino con una riflessione personale: quasi seicento maratone, quindi quasi seicento pacchi gara. I migliori articoli, sempre secondo me?
Ecco il mio podio, podio che come in alcune gare delle Olimpiadi ha due medaglie di bronzo.
Al primo posto: il pile della Maratona sulla Sabbia (2008?). Per la sua ottima fattura, per l’assenza di sponsor, per il ricamo della manifestazione e per l’ottima qualità del tessuto.
Al secondo posto: la maglia ASICS della Maratona di Firenze (2009?). Ottima fattura, originalità del modello e ottima vestibilità. Per inciso, uno dei pochi articoli che indosso in gara quando corro... in anonimato.
Al terzo posto ex-equo. Antivento della Maratona del Piceno (metà anni 90?) e gilet in pile maratona di Firenze 2001. Uno dei primi antivento tecnici comparsi sul mercato, senza sponsor e con logo della maratona. Dopo tanti anni è ancora in perfette condizioni. Per il gilet in pile valgono le affermazioni già espresse per l’articolo della Maratona sulla Sabbia.
Naturalmente ogni atleta avrà le sue preferenze, ma quelle sopraesposte mi sembrano essere condivise da altri, soprattutto per quanto riguarda la maglia rossa della Maratona di Firenze.

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