lunedì 28 aprile 2025

25 aprile 1945- 2025: ottanta anni di libertà da …, di libertà di ...

Il giorno 25 aprile, pur essendo una giornata festiva, ha l'esonero, per me, dall'obbligo della regola “corsa”. Come tutte le regole, anche in questo caso vi fu un'eccezione: correva l'anno 2020, il “malo male” era quasi al suo apice e le regole del lock-down impedivano di fatto le uscite, per cui in quell'occasione corsi 25 chilometri in giardino, con pettorale numero 25 ed appunto il giorno 25: 25+25+25= 75, era il 75° anniversario. Quest'anno lo spostamento della maratona di Padova al giorno 27 ci ha consigliato di onorare la ricorrenza in modo leggero e, come consigliato da un ministro, anche “sobrio”! La nostra marcia per la liberazione inizia, come già in altre occasioni, dal monumento a Mozzo, che ricorda la strage di 5 partigiani, trucidati il 26 aprile 1945. Da qui raggiungiamo l'inizio del percorso “Traccia Partigiana”, curato dall'ANPI e posto presso la Villa Masnada, che fu teatro di una sfortunata operazione da parte dei partigiani della Brigata Fiamme Verdi. La nostra meta finale non saranno le colline di Ponteranica, dove è posto il monumento che ricorda i partigiani caduti in questa azione, ma il monumento al Partigiano, opera di Manzù, posto in centro a Bergamo.
Prima di arrivare alla nostra meta finale, scegliamo di passare in luoghi a quei tempi oscuri, dove la repressione fascista a Bergamo si manifestò con diverse forme, tra cui la detenzione politica, l'uso della violenza contro gli antifascisti e la repressione nei confronti di chi si opponeva al regime. La città, con il carcere di Sant'Agata (ora non più attivo), fu un luogo nevralgico della repressione, sia fascista che nazista, nel periodo 1943-1945, ma anche la Casa Littoria, ora più conosciuta come Palazzo della Libertà. Tra i due luoghi passiamo presso la lapide di Ferruccio dell'Orto, giovane partigiano di 17 anni, posta in via Pignolo, e poco più in la presso la pietra di inciampo di Giuseppe Stella. Queste soste hanno un loro perché. La prima vuole ricordare il sacrificio di un giovane partigiano che seppe affrontare la morte per non rivelare i nomi dei sui compagni, il secondo era uno dei 650.000 militari italiani che, per aver rifiutato di combattere a fianco dei fascisti e dei nazisti, fu internato in un campo di prigionia dove morì. Vorrei qui ricordare, anche se potrebbe sembrare superfluo, che il movimento della Resistenza – inquadrabile storicamente nel più ampio fenomeno europeo della resistenza all'occupazione  nazifascista – fu caratterizzato in Italia dall'impegno unitario di molteplici e talora opposti orientamenti politici (comunisti, azionisti, monarchici, socialisti, democristiani, liberali, repubblicani, anarchici), in maggioranza riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale (CLN).


Eccoci finalmente presso il monumento del Partigiano, opera donata alla città di Bergamo dall'artista, al termine del nostro “sobrio” cammino per gli 80 anni di libertà dal giogo nazifascista, 80 anni di libertà di poter esprimere liberamente le proprie idee!



Partigiano

Ti ho visto appeso immobile.

Solo i capelli si muovevano leggermente sulla tua fronte.

Era l’aria della sera che sottilmente strisciava nel silenzio

e ti accarezzava come avrei voluto fare io”.




Oggi l’Italia celebra l’ottantesimo Anniversario della Liberazione.

In questa giornata, la Nazione onora la sua ritrovata libertà e riafferma la centralità di quei valori democratici che il regime fascista aveva negato e che da settantasette anni sono incisi nella Costituzione repubblicana. La democrazia trova forza e vigore se si fonda sul rispetto dell’altro, sul confronto e sulla libertà e non sulla sopraffazione, l’odio e la delegittimazione dell’avversario politico. Oggi rinnoviamo il nostro impegno affinché questa ricorrenza possa diventare sempre di più un momento di concordia nazionale, nel nome della libertà e della democrazia, contro ogni forma di totalitarismo, autoritarismo e violenza politica.” (Ottantesimo Anniversario della Liberazione, dichiarazione del Presidente Meloni).

In ricordo del Caposquadra “Tito”, IX Divisione d'Assalto Garibaldi “A. Imerio”

78a brigata “Devic” Distaccamento “Mocco” … mio padre!

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1 commento:

  1. Ciao complimenti x lo scritto molto commovente .E storia pura . A Padova x l'ennesima volta maratona conclusa e passeggiata su quella piazza e parco qualche volta lo fatta insieme a tè ciao a Fausto e Rossana

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