Beh, si sarebbe potuto partecipare
“virtualmente” ad una delle numerose manifestazioni proposte da
FB. Accc... non ho un'utenza di FB.
La soluzione mi è
sembrata semplice: correre una gara in … giardino, o meglio nel
CoronArena.
Soliti problemi per
organizzare la “gara/manifestazione”: che lunghezza, che nome
dare alla gara, etc. etc. Nome della gara: “Bergamo resisti!”;
potevo forse dare altro nome? Ma, come ho già ampiamente spiegato
nel post “Berghem Mola Mia!”, non assegno al significato di
“resisti” un concetto di passività, ma il significato di
“combatti” per superare le avversità. Ora come allora, i
bergamaschi si sono rimboccati le maniche ed hanno vinto le
rispettive battaglie. Per la verità la battaglia contro il
coronavirus non è proprio vinta, ma si vedono già le prime
avvisaglie di un cedimento. Distanza? 25 aprile, quindi 25
chilometri! A questo punto l'unico numero che non avrebbe avuto un
senso sarebbe stato il numero di pettorale: 42. “Ma come, Sir
Marathon che rinuncia al numero 42?”. Eh, sì, oggi si corre
con il numero 25, e questo
ha un senso. 25 aprile, 25 chilometri, 25 numero di gara! In
matematica dicono che non si possono sommare le pere con le mele, ma
nel mio blog si possono sommare date, chilometri e numero di
pettorale, quindi il risultato è … 75!
Oggi è il 75° anniversario
della liberazione!
Veloce
cronaca della gara, ammesso che interessi. Tempo impiegato: 3h 44'
19”. Fine cronaca.
Avendo
espletato le operazioni di cronaca, permettetemi un paio di
considerazioni riguardo alla festa della Liberazione. Mio papà era
un partigiano, che ha militato nelle formazioni partigiane operanti
nella zona delle Langhe. In particolare, la sua formazione era la IX
Divisione d'Assalto Garibaldi “A. Imerio”, 78a
Brigata “Devic”, distaccamento Mocco. Nome di battaglia: Tito.
Voglio solo citare un episodio, ricordato da mio zio, anche
lui partigiano di area cattolica, o comunque simpatizzante per i
partigiani. Conobbe mio padre, ed alcuni suoi compagni, nell'inverno
del 44. Erano reduci, non ricordo di preciso se da un'azione o in
fuga da un rastrellamento ad opera dei nazifascisti. Mio zio diede
loro rifugio per qualche giorno. L'unica cosa che (bonariamente) ha
sempre rinfacciato a mio padre è stato il fatto che … gli “abbia
portato via la sorella”,
che sarà poi mia madre. Mio zio fu poi eletto nel dopoguerra a Sindaco del suo paese in lista con la Democrazia Cristiana, per più di un mandato. Ecco, la resistenza è fatta di molti di
questi episodi: non importava l'orientamento politico; il primo
dovere era quello dell'aiuto reciproco.
Si riuscirà ai nostri
tempi avere ancora quello spirito di unità, dove il bene primario è
il bene nazionale e non quello del singolo (partito)?
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La resistenza fu fatta
da uomini, ma anche da donne; spesso si dimentica questo fatto, fin
dall'inizio. Eh, sì. Comunicati emessi da vari comandi partigiani
territoriali non impedivano la partecipazione delle donne alle
sfilate per la vittoria, ma le sconsigliavano e, se vi partecipavano,
non dovevano indossare calzoni o portare armi. Dalle loro fila
uscirono figure come Tina Anselmi e Nilde Iotti; entrambe,
democristiana l'una e comunista l'altra, iniziarono la loro attività
politica alla scuola dell'antifascismo. Una frase di Tina ai funerali
di Nilde
si adatterebbe anche oggi ai nostri politici, per superare il
difficile momento che stiamo attraversando: "Aveva
una concezione della democrazia in cui l'avversario politico è un
amico. Guardava sempre alle ragioni dell'altro".
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Anche questo 25 aprile
sta per finire ed i ricordi personali si mescolano a considerazioni
forse più politiche, ricordando che chi oggi può esprimere ideali,
beh, diciamo solo idee, diverse o addirittura in antitesi, lo può
fare solo per il sacrificio di uomini e donne che 75 anni fa diedero
la vita.
Potrei terminare con il
video della canzone “Bella Ciao”, ma preferisco il
componimento in versi liberi noto come “Lapide ad ignominia” di
Piero Calamandrei.
Forse non la
conoscete tutta; di sicuro conoscete la frase conclusiva: “...
ORA E SEMPRE RESISTENZA”
Lo
avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non
coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio del torturati
più duro d’ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su
queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA
In
ricordo del Caposquadra “Tito”,
IX
Divisione d'Assalto Garibaldi “A. Imerio”
78a
brigata “Devic”
Distaccamento
“Mocco”
…
mio padre!
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2015 – 25
aprile ricordando...
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Ciao sempre in forma complimenti a tè Simona Dario e Gigione. x la bellissima impresa portata a termine. Anche x la bella cronaca del 25 Aprile.ciao
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