giovedì 23 aprile 2020

2020: i San Giorgio sconfissero il Drago


Oggi, 23 aprile, il santo del giorno è San Giorgio.
San Giorgio è il patrono del nostro comune Treviolo, perciò è una giornata di festa. Scuole chiuse, uffici chiusi … quest'anno lo sono da un po', e anche la festa per la verità non è una festa come gli altri anni, anzi non è proprio una festa. Troppi lutti e troppa sofferenza sono ricordi troppo recenti ed ancora vivi sulla pelle di tutti i concittadini. Per molti si sommano ai problemi sanitari, che sembra siano quasi alla fine, problemi economici, che per molti sono all'inizio.
Varie sono le leggende che riguardano San Giorgio. Voglio qui solo ricordare "Liber Notitiae Sanctorum Mediolanii". ( e riprese dal sito www.leggendemetropolitane.it). Essa racconta invece che San Giorgio avrebbe vissuto in Brianza. Un drago imperversava da Erba fino in Valassina, facendo strage tra le greggi. Quando ebbe divorato tutti gli animali, la gente di Cravenna cominciò a offrirgli come cibo i giovani del villaggio, di volta in volta estratti a sorte.

Capitò però che anche la principessa Cleodolinda di Morchiuso diventò una vittima, e fu legata presso una pianta di Sambuco. San Giorgio arrivò in suo soccorso e offrì dei dolci al drago per addolcirlo. Il drago seguì San Giorgio fino al villaggio, dove il Santo lo decapitò con un sol colpo. In ricordo di quell'evento, ancora oggi il 23 aprile, giorno di San Giorgio, in Brianza si preparano i "Pan meitt de San Giorg", dolci di farina gialla e bianca, latte, burro e fiori, essiccati di sambuco.

San Giorgio era anche invocato per sconfiggere: la peste, la lebbra e la sifilide. Nell'antichità non vi erano strutture sanitarie, medici, infermieri, etc. etc. per cui l'unica soluzione per sconfiggere le pestilenze, oltre a ricorrere magari a qualche intruglio, era quella di richiedere l'aiuto di qualche Santo in paradiso. Per la verità, nella nostra tradizione, per sconfiggere la peste il santo più gettonato era San Rocco.

Considerato che oggi è San Giorgio, il pensiero va all'Inghilterra di cui è patrono. Anche loro stanno sperimentando gli effetti devastanti del coronavirus. Sembra lontana, anche se sono passate poche settimane, la derisione nei nostri confronti: “Stanno a casa perché non hanno voglia di lavorare”, l'opinione espressa da molti cittadini britannici. Il 12 marzo il premier inglese affermava che le scuole sarebbero rimaste aperte, il giorno dopo “... molte famiglie perderanno i loro cari”. Sappiamo tutti come sta andando. Anche loro hanno i loro lutti, anche loro hanno i loro problemi. Ecco cosa unisce Italia ed Inghilterra, Scozia, Galles ed Irlanda del Nord. Ecco quindi il “mio dovere” di essere al loro fianco, certo non fisicamente ma idealmente, come lo sono stato con gli spagnoli, dovo ho amici; in Inghilterra ho qualcosa in più: Sara, mia figlia, e David e Oliver, i nipotini.
Ecco quindi l'idea di correre la “St George run”, titolo in inglese, naturalmente, distanza non indicata, anche se era prevista una mezza maratona, distanza che alla fine ho corso.
Nulla di particolare; ormai conoscete tutti i particolari del CoronArena. Arrivo subito alla … fine: tempo 3h 09' 19”.


Anche oggi il campanile delle chiesa è stato mio cronometro ed il suo suono è stato il mio fedele compagno di gara. All'inizio delle mie corse, siamo ai primi di marzo, il suono delle campane era a lutto. Successivamente ho “sentito” un doloroso silenzio: troppi compaesani ci stavano lasciando, molti erano confinati in casa con i propri cari da accudire, per cui si era reso necessario silenziare le campane per non diffondere tristezza. Un paio di settimane fa le campane furono il mio cronometro. Oggi, oltre a questa funzione, il suono squillante delle campane a festa ci fa ben sperare per il futuro. I “numeri” si stanno abbassando, la “curva” sembra puntare verso il basso. Ecco, San Giorgio ha fatto il miracolo!




Gundi... la San Giorgio
dei Runners Bergamo

Per la verità credo che, oggi, i San Giorgio siano tanti. No, non indossano l'armatura con elmo e corazza; no, non cavalcano bianchi cavalli (così è quasi sempre rappresentato il santo); non sono armati di lancia o spada con cui trafiggere ed uccidere il drago.
Oggi i nostri santi indossano camici bianchi, guanti, mascherine. Lavorano senza sosta con impegno ed abnegazione. Molti sono caduti; a molti rimarranno cicatrici che difficilmente scompariranno (e non mi riferisco alle cicatrici sulla pelle, ma a quelle nell'animo).
Il drago da loro sconfitto non sputa fuoco dalla bocca, ma dalla bocca (dei pazienti) non fa entrare aria.
Di sicuro non ci saranno artisti che immortaleranno le loro epiche gesta in qualche quadro od affresco; quello che tutti noi possiamo fare è ringraziarli dal profondo del cuore.
San Giorgio, come già detto, è anche protettore degli scout, e il mio pensiero finale va ai nipotini inglesi scout. In questo momento sono impegnati a percorrere, unitamente a molte sezioni, la distanza che unisce la Terra alla Luna: 1 miglio al giorno. 
Auguro loro di raggiungere presto l'obiettivo!

Oliver & David
nipotini scouts



Anche oggi la gara ha una sua quota di iscrizione, per cui consiglio, vista la situazione economica in cui si sono venute a trovare numerose famiglie, una donazione alle strutture comunali oppure una donazione in generi alimentari alle varie associazioni che operano sul territorio.

Per il Comune di Treviolo – Raccolta fondi solidale


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