Finalmente un post che
non tratta di coronavirus, di corse dei criceti e cose simili.
Parliamo di ciclismo e della più famosa corsa a tappe: il Tour de
France... questo è quello che penserà la maggior parte di voi,
leggendo il titolo del post. In effetti non avrebbe tutti i torti.
Nel momento in cui accingo a scrivere questo post, il Tour de France
risulta ancora essere in calendario, seppure con una data di partenza
spostata di qualche settimana (si ipotizza la data del 25 luglio come
data di inizio). Ma questo non è un blog che tratta di ciclismo e
quindi deve deludere le vostre aspettative: si parlerà ancora di
corsa, si parlerà ancora di solidarietà, insomma, nulla di nuovo
sotto il sole … giallo! Lo spunto per questa corsa mi è stato dato
da una mail di padre Fabio, che ci informava sullo stato dei lavori
nella Cattedrale di Santiago, a tutt'oggi ancora chiusa, chiusura che
vanifica il “pellegrinaggio”, non potendo visitare la tomba (cito
le sue parole: “Tutto si riduce a una buona camminata,
certamente utile al corpo e all’anima, ma non a realizzare il
Pellegrinaggio”).
Questo fatto, unitamente all'emergenza in
atto che impone una chiusura strutturale: tutto fermo, ostelli
sbarrati, ristoranti e bar fuori servizio, inesistenti le attenzioni
abituali al pellegrino, fa sì che vengano a mancare le risorse,
riducendo sul lastrico numerose famiglie. In particolare, i Padri
aiutano un'ottantina di famiglie. Ho già espresso la mia vicinanza
agli amici spagnoli e ora vorrei anche essere più vicino agli amici
del Cammino. Ecco quindi l'idea di correre nel giorno di Pasquetta
una mezza e di devolvere la quota ai Padri. Facile facile trovare la
denominazione della “gara”: “Pellegrino … giardino”.
Beh, non sarà certamente originale, ma almeno ha la rima!
Come tutti sanno, il
giallo è il colore “ufficiale” del pellegrinaggio (o meglio dei
Pellegrinaggi) verso la tomba di San Giacomo. Nessun riferimento
particolare, ma Padre Elías
Valiña, che segnò per primo il percorso francese ricevette in
omaggio diversi barattoli di vernice gialla, che
utilizzò per le segnalazioni stradali. Da allora tutti si adeguarono
a questa usanza.
Nessuna difficoltà per
il percorso: il CoronArena non prevedeva gare per il giorno 13 aprile
e quindi tutto pronto per i 337 giri che contraddistinguono i 21
chilometri della mezza maratona.
Partenza comoda oggi,
nessun appuntamento con Francesco. Nessun obbligo anche per il
fotografo alla partenza della gara. Appuntamento verso mezzogiorno
per la foto dell'arrivo. Un Piccolo imprevisto verso il sesto
chilometro: perdita di equilibrio nel tratto più difficile del
percorso, il “Canyon garage”, con conseguente botta ad una spalla
ed uno stiramento sul retro della coscia destra. Per fortuna il
dolore alla coscia si attenua dopo poco e posso continuare la gara
correndo. Oggi sul percorso ho
avuto un aumento del 100% degli spettatori: oltre al solito merlo,
Merlino, ho avuto la vista di una tortora; sarà per la “fama”
che via via sta assumendo Sir Marathon, o la “fame” dei
pennuti che a fine corsa sarà sopita con una manciata di chicchi di
grano?
Soliti pensieri in corsa riguardanti la situazione
sanitaria di cui sembra non vedere la fine; credo che siano pensieri
che accomunano tutti. “Quando finirà, ? Come sarà la
situazione economica? Potrò fare le ferie con i nipotini?”.
Penso alla mia situazione di pensionato e mi ritengo fortunato. Penso
anche alla possibilità di poter ripetere il prossimo anno il Cammino
Francese con Rossana. Vorremmo festeggiare il 10° anniversario dal
nostro primo cammino. Mentre mi avvicino alla fine, mi vengono in
mente gli incitamenti che spesso gli abitanti dei paesi attraversati
rivolgono ai pellegrini: “Ultreia”, a cui si risponde: “Et
suseia“. Ultimamente però è più facile sentirsi
apostrofato con un più moderno “Buen Camino”. Mi voglio
soffermare però sui primi saluti, che mi sembrano collegati alla
situazione in cui stiamo vivendo. “Ultreia”
significa “andiamo oltre” o “andiamo avanti”,
mentre il significato di“Et suseia“ è “andiamo
più in alto”. Ecco, dobbiamo pensare positivo, lasciare il
peggio alle nostre spalle. Dimentichiamo il motto “Bergamo, mola
mia”, ora dobbiamo guardare al futuro, “andare oltre”,
“andare avanti” e soprattutto “andare più in alto”.
Sono sicuro che non ci mancano le forze, soprattutto se saremo uniti,
come lo siamo in questi tristi momenti. Esempi non ne mancano certo.
Tralascio di citare medici, infermieri, addetti alle autoambulanze,
farmacisti, preti e forze dell'ordine. Il loro lavoro è sotto gli
occhi di tutti. Voglio ricordare il lavoro fatti da volontari senza
volto e senza nome, che, con tessuti per tovaglie hanno fatto camici
da donare ai medici che fanno assistenza domiciliare. Ricordiamo
anche chi, con lenzuola, ha fatto mascherine da distribuire
gratuitamente, chi con mani pietose cura le tombe dei nostri cari,
chi porta pasti e medicine ad anziani soli, chi … sono sicuro che
tutti voi potreste continuare l'elenco, facendo riferimento a persone
a voi vicine.
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Ecco, gara terminata.
Do pure il tempo per gli amanti della statistica: 3h 04' 19”.
Credo che ora il motto
più indicato sia “Ultreia, Bergamo!”
Giallo! Giallo è pure
lo striscione con cui voglio ricordare Giulio Regeni, che da
anni aspetta che sia fatta verità.
Se volete essere vicini con un gesto di
solidarietà, Sir Marathon consiglia: “Amici Guanelliani
di Santiago”.
Beneficiario: AMICI GUANELLIANI DI
SANTIAGO
BANCA INTESA SAN PAOLO S.P.A.
Filiale di Milano - Piazza Paolo Ferrari, 10
IBAN: IT97 L030 6909 6061 0000 0110 452
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Bergamo mola mia, andiamo oltre, andiamo più in alto. 💪💪
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