Da quando ho iniziato a correre c'erano delle giornate festive in cui questo “obbligo” poteva essere evitato. La domenica in cui si festeggia la Pasqua era una di queste, ma il “malo male” ha fatto sì che questa abitudine sia stata superata. Il motivo principale per cui non la non si correva il giorno di Pasqua era la mancanza di gare, sia competitive che amatoriali, in calendario. Si rimandava tutto di un solo giorno, per cui, oltre a correre, si poteva abbinare il classico pic-nic fuori le mura in allegra compagnia. Sembrerà strano ma è stato il “malo male”, a far sì che si corresse anche il giorno di Pasqua. Caratteristica di queste corse era la “solitarietà” & la “solidarietà”; in pratica si correva da soli e per un fine solidale. Pasqua 2025: nessuna gara in programma, o forse no. A Treviolo in programma la “Easter Half Marathon”, una gara di 21,097 metri e, per non perdere le buone abitudini, corsa in solitaria e quindi anche questa volta mi sono classificato sul primo gradino del podio e con quota iscrizione devoluta in beneficenza.
Un vecchio proverbio: “Se piove su l'olivo, no piove sui ovi”, mi dovrebbe far correre all'asciutto, ma non sarà cosi, anche se sarà solo una leggera pioggerellina a farmi compagnia nella prima ora di corsa. Nessun pensiero triste oggi, nessun amico da ricordare. Osservo con attenzione l'ambiente: vedo la file di nuovi alberi posti a dimora dal Comune per rimpiazzare quelli che si sono dovuti abbattere lo scorso anno a causa del Tarlo Asiatico; vedo con piacere, correndo nelle vie del paese, le prime rondini che stanno facendo i nidi sotto i tetti delle vecchie case. Passando accanto ai prati che circondano l'ospedale, mi fanno compagnia per un breve tratto due coniglietti che corrono, dopo avermi osservato con attenzione, davanti a me, prima di scomparire lungo le sponde di un piccolo torrente. Poche le persone che incontro: solo qualche anziano che porta a spasso il cagnolino e un atleta solitario con il quale scambio un saluto. Nessun fretta, nessun problema di tempo. Alla fine un tempo più alto del solito: 2h 45' 06”.Il lunedì di Pasquetta nessuna scampagnata, ma in programma c'è una sgambata; nessun chilometraggio prefissato, per cui sveglia più tardi del solito. Mentre sto per uscire, una sconvolgente notizia: la morte di Papa Francesco. Sono in dubbio se uscire. Decido per l'uscita in quanto correre mi rilassa e mi consente di pensare. Il primo pensiero è che anche questa volta il post che scriverò parlerà di chi mi ha preceduto sull'ultimo traguardo. Mi scorrono davanti agli occhi parecchie situazioni in cui il Papa si è confrontato: pace, immigrati, questioni di fede, etc. etc. So già che per qualche giorno tutti parleranno del Papa e tutti sapranno spiegare, o meglio piegare, le parole del Papa secondo le loro idee. Cosa posso dire io, l'ultimo degli arrivati, sul Papa e soprattutto come posso inquadrarlo in un blog che parla di corsa? Beh, quale soluzione migliore di far parlare a direttamente Francesco sull'argomento della corsa e più in generale dello sport? Mi è venuto in soccorso l'articolo pubblicato sulla Gazzetta dello Sport il 2 gennaio 2021, che qui sintetizzo.
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Lo sport secondo Francesco: sette parole sul valore dello sport.
Lealtà. Prendere le scorciatoie è una delle tentazioni con cui spesso abbiamo a che fare nella vita: pensiamo sia la soluzione immediata e più conveniente ma quasi sempre conduce a degli esiti negativi. La scorciatoia, infatti, è l’arte di imbrogliare. Impegno. “Nello sport non basta avere talento per vincere: occorre custodirlo, plasmarlo, allenarlo, viverlo come l’occasione per inseguire e manifestare il meglio di noi. Sacrificio. "A nessuno piace fare fatica perché la fatica è un peso che ti spezza. Se, però, nella fatica riesci a trovare un significato, allora il suo giogo si fa più lieve. Inclusione. “I Giochi, da sempre, sono un segno di inclusione, contrapposta alla cultura del razzismo, dello scarto”. Spirito di gruppo. “Fare-squadra è essenziale nella logica dello sport. Anche della vita di tutti i giorni . …È così che piccoli gruppi, capaci però di restare uniti, riescono a battere squadroni incapaci di collaborare assieme”. Ascesi. “ È l'esercizio che rende asceti, è proprio con l'esercizio costante e faticoso che si affina qualche abilità”. Riscatto. “ È per questo che lo sport è pieno di gente che, col sudore della fronte, ha battuto chi era nato con il talento in tasca. I poveri hanno sete di riscatto: offri loro un libro, un paio di scarpette, una palla e si mostrano capaci di gesta impensabili.”
- qui l'articolo completo della Gazzetta dello Sport -.
Non credo che sia il caso di spendere parole per la mia corsetta di oggi, non avrebbe nessun senso. Voglio concludere il post con le parole inedite di Papa Francesco, parole estratte dalla prefazione di un libro di prossima pubblicazione sulla biografia del cardinale Scola: “La morte non è la fine di tutto, ma l'inizio di qualcosa”.
Che la terra ti sia leggera, Francesco, venuto a Roma dalla fine del mondo. Un ultimo favore: salutami gli amici di lassù!
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