I “vecchi maratoneti”, come lo sono io, sanno che l'ultima domenica di febbraio non si poteva scantonare da una visita nelle terre che diedero i natali a Giuseppe Verdi: di scena la “Maratona delle terre Verdiane”, come viene chiamata dai vecchi nostalgici, come lo sono io, mentre per i giovani più social è la “VerdiMarathon”, con l'aggiunta, accanto al nome della manifestazione, anche del nome del “major sponsor”, che naturalmente tutti non ricordano. Non è che cambiando nome si cambino le tradizioni. Il percorso è da sempre lo stesso, se non con qualche piccolo cambiamento dovuto più che altro a far si che le nuove strade trovate siano le meno trafficate. Ok, per i più pignoli segnalo che un'edizione è partita dal centro commerciale Fidenza Village, ma questa è stata una pura operazione commerciale. Difficile, soprattutto negli ultimi anni, dire di no a qualche sponsorizzazione che permetta di chiudere il bilancio della gara, se non guadagnando, almeno non in perdita. Quello che non è mai cambiato è l'organizzazione, precisa e puntuale. Giancarlo, da alcuni anni non più “deus ex machina”, ha seminato bene e chi gli è succeduto ha saputo continuare nella sua tradizione. Evabbè, pignoli che non siete altro: segnalo che il ritiro dei pettorali alla partenza è sempre stato un po' caotico, non solo per gli spazi troppo ristretti messi a disposizione dall'organizzazione, ma anche, diciamolo pure, per la nostra indisciplina nel rispettare la fila. Per molti sembra quasi che la competizione inizi non dalla linea di partenza, ma dalla fila per il ritiro del pettorale. In ogni caso all'arrivo, vuoi per l'ampiezza degli spazi, vuoi perché gli atleti hanno dato sfogo alle mire agonistiche, ci si poteva godere in tutta tranquillità un buon piatto di pastasciutta, con un'abbondante spolverata di parmigiano. La serietà dell'organizzazione si è anche dimostrata lo scorso anno, quando, le ancora incerte normative COVID, hanno consigliato non di spostare la data della gara nell'anno, come hanno fatto numerosi comitati, creando problemi non solo agli atleti che avevano programmato l'annata agonistica, ma anche ad altri organizzatori che si sono trovati nella stessa giornata una gara non prevista in fase di programmazione annuale. Beh, in questo caso, oltre all'egoismo dei vari organizzatori, è mancato il doveroso controllo della FIDAL, forse per non perdere gli introiti garantiti dalle gare, ma questo è una mia personale valutazione. Acc... ho scritto mezzo post e non sono ancora entrato in argomento della “mia”gara. Della “Maratona delle terre Verdiane” ero un quasi senatore, per cui avevo perso il diritto al vitalizio; infatti un anno non vi avevo preso parte. No, non l'anno della nevicata in cui molti atleti rinunciarono alla trasferta, ricordo che un quella occasione al sabato sera ricevetti la telefonata di Giancarlo che avvisava che le strade della maratona erano praticabili. In ogni caso, in questi anni di pandemia, credo di aver maturato nuovamente il diritto al vitalizio; infatti è vero che non si è disputata la maratona nella terra del parmigiano, ma io ho corso, ricordando Verdi, la maratona nelle terre bergamasche del taleggio.
Ormai, come i miei venticinque lettori sanno, sono diventato un maratoneta pigro, non nel senso che non corro più maratone, ma nel senso che non mi piace sobbarcarmi la scomodità di alzarmi nel cuore della notte, affrontare un lungo viaggio e correre per 42195 metri. Di tutto questo ha eliminato solo la prima parte, mantengo solo l'abitudine di correre la maratona. Ok, anche se non comparirà in nessuna lista ufficiale, ma solo nella mia personale lista di maratone corse (su percorso certificato FIDAL), avrà tutto il resto: pettorale, medaglia e tempo cronometrato. Alla fine ci sarà la mia personale soddisfazione di aver corso una maratona. Certo, anche qui il lettore pignolo, il ventiseiesimo lettore, obbietterà che c'è poca soddisfazione, ma io sono sicuro che è maggiore rispetto a quell'atleta che taglia il traguardo di una gara ufficiale avendo “tagliato” un tratto del percorso. Ho denominato la mia gara, per ricollegarmi alla maratona verdiana, “Un ballo in maschera ed una Maratona senza mascherina”, denominazione come quella dello scorso anno, per cui … seconda edizione. Dopo mesi che qui da noi non pioveva, ecco che Giove pluvio ha messo il suo zampino e, vedendo il fiume Brembo quasi in secca, ha pensato bene di far alzare lo scarso livello. Beh, avrei preferito che questo fatto fosse rimandato di un giorno.
Tutto sommato però la pioggia non è stata battente e quindi sopportabile. Tralascio la descrizione della mia gara, che sarebbe una ripetizione di post già scritti, per cui non vi tedio oltre.
Segnalo solo il tempo finale: 5h 42' 23”,
naturalmente anche in questa gara mi sono classificati primo!
Anche se la giornata è stata piovosa, mi ha raggiunto il mio personale fotografo per immortalare la mia ennesima vittoria. Grazie, Rossana!
Post sul blog collegati
2022 – Ma anche no!
2021 – Un ballo in maschera
Nessun commento:
Posta un commento