... “e una maratona in mascherina”!
Ultima domenica di febbraio. Come da tradizione, si sarebbe dovuta disputare la “Maratona delle Terre Verdiane”. Questa era la definizione delle prime edizioni, mentre nelle ultime il nome è stato stato reso più internazionale (?) denominandola “Verdi Marathon”. Cambiato il nome, non è cambiata per nulla l'organizzazione che è rimasta, come sempre, “casereccia”, termine che non vuole essere per niente riduttivo, ma è usato per sottolineare che chi viene a correre qui lo fa sentendosi accolto come a casa di parenti. Giancarlo è lo zio, che prima della partenza, se ti vede, vuole salutarti di persona e ti chiede se tutto va bene. Il tempo di un frettoloso saluto e sparisce: deve controllare che sia tutto in ordine. Questa maratona è per molti l'inizio della stagione agonistica, la prima di numerose maratone che si correranno nell'anno. Lo scorso anno è stata per molti la prima e ...l'ultima! La causa la sappiamo tutti. Io sono affezionato a questa gara (ho mancato l'appuntamento solo due volte).
Edizione 2021 annullata, ma ho deciso ugualmente di correre la mia maratona “verdiana”. Come chiamarla? La scelta è caduta su una denominazione che sarebbe piaciuta a Lina Wertmuller: “Un ballo in maschera & una maratona in mascherina”. Lo so, sarebbe stato più corretto “... con mascherina”.Percorso ormai collaudato per le maratone fatte in regime di confinamento e con il rispetto di tutte le regole imposte dai vari decreti; regole rispettate con il massimo rigore, anche perché sarò l'unico partecipante e … sicuro vincitore. La più grande difficoltà di correre in solitaria è il … correre da soli (Lapalisse sarebbe contento di questa affermazione!). Correre su un circuito di cui conosco ogni singolo metro può essere un motivo di alienazione. Io ho un mio sistema per correre “in presenza”, ma essere “distanziato” (dal circuito). Conoscendo il percorso della maratona, sovrappongo il percorso “virtuale” ai giri reali. La particolarità della maratona delle Terre Verdiane è che prevede vari traguardi intermedi, infatti con il passare degli anni l'offerta per gli atleti è stata aumentata.
Eccomi alla partenza: qui non mi accoglie l'invitante discesa che porta gli atleti al primo traguardo di Fidenza, ma, essendo appena partito, accelero leggermente il passo. La compagnia di atleti “virtuali” in questo primo tratto è numerosa, dovuta al fatto che 10 chilometri sono alla portata di tutti e per molti è l'occasione per accompagnare i propri compagni nel primo tratto di una maratona. Ecco, sono pure io al primo traguardo (“10 km Salso Fidenza”): cinque giri fatti! Proseguo e, allontanandomi da Fidenza, i cambiamenti avvenuti negli anni: un centro commerciale sorto in piena campagna e le linee dell'alta velocità hanno cambiato profondamente il paesaggio. Nemmeno il tempo di rendermene conto e arrivo a Fontanellato, secondo traguardo raggiunto (“La mezza di Fontanellato”). 10 giri fatti. Lascio Fontanellato e lunghi rettilinei mi attendono prima di raggiungere, al 30° chilometro, il terzo traguardo, quello della “Corsa del Principe”.
Ecco però che dall'immaginazione passo alla realtà: in lontananza si materializza un “piccolo principe” in sella al suo cavallo. Il cavallo del principe è fatto di metallo ed in testa non porta una corona, ma un caschetto protettivo. Mentre mi avvicino correndo sento che il giovane mi incita: “Forza, nonno, corri!”. Ah, ecco, mi sembrava una faccia conosciuta. È Tommaso, il mio nipotino, che è venuto ad incitare un suo nonno saggio! Inizia un competizione tra noi e per un lungo tratto ci sono una serie di traguardi da raggiungere e che regolarmente mi vedono arrivare al secondo posto (beh, anche se non è sempre così ...). Certo lui è fortunato: è a … cavallo! Giunto alla fine dei suoi poderi, ci si accomiata. 15 giri fatti.
L' ultimo tratto della maratona, che transita anche davanti alla casa natale di Giuseppe Verdi è allietato dalle sue musiche che si diffondono nell'aria e che ci accompagnano fino al traguardo (per la verità, questo accadeva nelle prime edizioni). Ormai il traguardo è vicino. 20° giro completato. Arrivo! Eh, si, oggi non devo più percorrere le centinaia di metri a ritroso per completare i 42195 metri. Maratona più corta? Dimenticanza? Nulla di tutto questo: li avevo già effettuati in corsa riaccompagnando per un tratto (a ritroso) Tommaso! (Uhmm, pensandoci bene, avendo ripercorso il tratto due volte ho … allungato la mia gara!). Termino la gara, in ... prima posizione e con il tempo di 5h 48' 45”.
Anche questa volta con un tempo palindromo!
Riporto un commento tratto dal comunicato stampa dell'organizzazione:
“... Ma come riuscire ad essere insensibili in questo periodo a ciò che ancora sta capitando, agli sforzi che ci vengono richiesti, alla solidarietà con chi oggi è meno fortunato di noi? Non riusciamo. I nostri valori sono altri, ci indicano la strada, ci permettono di riuscire a governare le nostre emozioni e i nostri impulsi. Senza questi, non avremmo alcun dubbio. E’ il momento di ascoltarli e di seguirli. Ancora una volta.
Con la VERDI MARATHON ci rivediamo a febbraio 2022.”
Mi associo, con la certezza che il prossimo anno potrò scrivere un post “reale” sulla maratona fatta in presenza!
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