Inizio questo post per ricordare il nostro 25 aprile con le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel suo discorso durante la visita a Cuneo. La scelta non è stata certo casuale, infatti il 26 luglio 1943 Duccio Galimberti, nato proprio a Cuneo, pronunciò il discorso che può essere definito il battesimo della lotta partigiana.
(note sul discorso – senti - - vedi -).
Ricordo che il Gran Consiglio del Fascismo mise ai voti L'O.d.G. che fu approvato e provocò, il giorno successivo, il 25 luglio 1943, la caduta del ventennale regime fascista presieduto da Benito Mussolini, con il conseguente arresto del Duce, per ordine del re Vittorio Emanuele III.
Anche quest'anno io e Rossana vogliamo ricordare la Festa della Liberazione e, come lo scorso anno, decidiamo di percorrere la Traccia Partigiana, che ricorda l'azione partigiana di Villa Masnada, più in particolare la fase finale che li vide ritirarsi sui colli di Bergamo, con l'esito che conosciamo. La partenza della “Traccia Partigiana” è convenzionalmente posta presso il monumento che ricorda le vittime della strage fascista del 26 settembre 1944 (non mi dilungo oltre, troverete ampia spiegazione nel post dello scorso anno). Il monumento è anche la partenza della “corsa in rosso”, che Lucio (Bazzana) corre, anche lui ogni anno, per ricordare la Liberazione. Come segno viene lasciato un nastro rosso, con l'indicazione dell'anno, sull'abete che è posto accanto al monumento. Anche io e Rossana vogliamo lasciare la nostra testimonianza, che vuol andare al di là del semplice ricordo. Lasciamo una specie di “coccarda” con i colori della bandiera italiana, quelli della pace, ma soprattutto, come lo scorso anno, anche con il colori della bandiera Ucraina. Ci sentiamo molto vicini alla popolazione Ucraina che sta combattendo una guerra contro l'invasore russo. Certo, la loro guerra non può essere paragonata alla guerra partigiana: da noi ha combattuto un esercito/non esercito nel senso stretto, erano cittadini di varie estrazioni sociali e politiche (cattolici, comunisti, anarchici, ebrei, etc.), mentre in Ucraina vi è un vero esercito che si oppone all'invasione. Quello che unisce le due realtà è la sofferenza che subisce la popolazione civile: negli anni finali della guerra furono compiute numerose stragi dalla truppe naziste, ed è bene ricordare, sempre affiancate da fascisti italiani.
Oggi in Ucraina l'inerme popolazione distante centinaia di chilometri dalla linea del fronte, viene brutalmente e vigliaccamente colpita. Centrali elettriche, scuole, ospedali, biblioteche, teatri, palazzi, semplici abitazioni possono essere considerate obiettivi militari? Non dimenticando le stragi vere e proprie di civili compiute nelle città occupate, soprattutto nella prima fase della guerra. Anche questo, oggi per noi, sarà motivo di riflessione. Arriviamo al monumento eretto per ricordare le vittime dell'azione di Villa Masnada, e qui incontriamo molte altre persone che hanno compiuto il loro pellegrinaggio/ricordo/festa per La liberazione. A differenza dello scorso anno, decidiamo di continuare il nostro percorso fino a raggiungere la lapide che ricorda l'uccisione di Ferruccio dell'Orto, in via Pignolo a Bergamo. Siamo passati molte volte in questa via, ma non avevamo mai notato la lapide posta al civico 11. È una lapide che ricorda il luogo di ritrovo di un gruppo di partigiani bergamaschi. “Nell'autunno 1943 in questa casa si riunivano i patrioti della banda Turani luminoso inizio della Resistenza bergamasca. Qui li sorprese la ferocia nazifascista e li portò al carcere e al martirio”.
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In occasione del 25 aprile di quest'anno è stata allestita, nell'androne, una piccola mostra che ricorda le figure di alcuni partigiani bergamaschi. La mostra si intitola semplicemente “Vite partigiane”, semplici storie di semplici cittadini che seppero scegliere da che parte stare. Tutti noi avremmo potuto essere su uno dei cartelloni con la loro/nostra storia di vita, che in alcuni casi finì tragicamente.
Termino anche quest'anno il post citando le parole del Presidente, anche queste pronunciate il 25 aprile 2023 a Cuneo: “Chiediamoci dove e come saremmo se fascismo e nazional-socialismo fossero prevalsi allora”. Per far sì che questo non accadesse mio papà, dopo l'otto settembre 1943, prese la via delle montagne (*) o, per essere più precisi, la via delle colline delle Langhe! Ecco perché il titolo del post, quest'anno, mi sembra particolarmente azzeccato.
P.S. Sono davvero molto contento che quest'anno nella manifestazione per festeggiare la LIBERAZIONE, a Milano, la Brigata Ebraica abbia potuto sfilare senza nessun tipo di contestazione.
(*) chissà perché si collocano solo i partigiani in … montagna!
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In ricordo del Caposquadra “Tito”, IX Divisione d'Assalto Garibaldi “A. Imerio”
78a brigata “Devic” Distaccamento “Mocco” … mio padre!
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