Premessa:
Domenica nessuna corsa particolare in programma, nessun avvenimento importante da inserire sul blog, il mio strumento per raccontare una gara, celebrare imprese di atleti che oltre ad essere compagni di “fatica” sono anche amici, segnalare pregi e difetti (secondo il mio giudizio) delle manifestazioni alle quali partecipo, ricordare qualche importante data, etc. insomma un mio diario pubblico. Domenica era in programma solo una mezza maratona sul circuito della Roncola, corsa quasi obbligata in vista della maratona di Padova, da correre come al solito … senza fretta.
Per questi motivi non vi erano le condizioni per scrivere un post.
Come sempre l'organizzatore della gara (io) stabilisce l'orario di partenza, quando tutti gli atleti (uno) sono pronti. Nessun orario da rispettare, nessuna attesa nelle griglie di partenza, beh, in effetti, essendo l'unico partecipante, queste neppure ci sono. Ecco quindi che appena pronto … via! Corro un paio di giri in tutta tranquillità. A metà del secondo giro quasi raggiungo un atleta che mi precede, ma … quando appena una decina di metri mi separano da lui, ecco che si mette a correre e mi distanzia. Beh, cosa normale. Conosco tutte le andature degli atleti che abitualmente frequentano l'anello della pista ciclo-pedonale, ma non riesco abbinare la sua andatura a nessun atleta. Beh, prima o poi mi doppierà e conoscerò l'atleta misterioso. Tutto nella norma, quindi.Ora avviene qualcosa che sconvolge la logica, almeno per quanto mi riguarda. A metà del terzo giro riesco a raggiungere e superare lo sconosciuto atleta. “Ciao Fausto ...”, mi sento apostrofare. Altro che “sconosciuto” atleta! È Alfio. “Ciao, Alfio!”, lo saluto ma allo stesso tempo mi preoccupo: non è normale che io riesca a raggiungere un atleta della sua caratura, a meno che non abbia dei problemi fisici. Sarà questo il caso? Per fortuna NO! Alfio si sta preparando per il suo regalo di compleanno. Eh, lo so che tutti voi ora vorrete sapere cosa si sarà regalato per il suo cinquantesimo compleanno. Ok, facile la risposta: si è regalato l'iscrizione ad una corsa. Molti di voi avranno senz'altro indovinato, ma credo che nessuno sarebbe in grado di indicare il tipo di corsa a cui si è iscritto. Risposte del tipo “Una corsa in montagna”, “Una 100 chilometri”, “Una 24 ore”, fino alla più banale “Beh, naturalmente una maratona”, tutte gare alla portata di Alfio. Ma il cinquantesimo compleanno merita una gara speciale: “L'ultimo sopravvissuto”. Avevo sentito parlare di questa gara e letto alcune recensioni di gare fatte all'estero (Backyard), ma non sapevo che questo tipo di gara stesse prendendo piede anche in Italia. Semplice il concetto della gara: si deve completare il circuito di 6706 metri entro il tempo limite di 60 minuti. Si rimane in gara se si rispetta questa semplicissima regola, altrimenti si è fuori. In questa gara vi potrà essere un solo vincitore, tutti gli altri saranno considerati perdenti. Ecco quindi spiegato l'andatura di Alfio. Rallento e completiamo assieme il giro. Facile, se qualcuno è più lento (o vuole procedere con un'andatura più lenta della mia), non ho nessuna difficoltà a correre/camminare con lui. Ho un solo dubbio: stare assieme o proseguire con il mio passo? Beh, non mi sembra il caso di correre in solitaria; oggi mi si presenta l'occasione di fare un buon allenamento in compagnia, posso forse rifiutare? Certo che no! Ecco quindi che oggi il Lupo Solitario ha trovato un valido compagno di avventura. I giri passano veloci (anche se andiamo piano), discorrendo di vari argomenti riguardanti, e non poteva essere diversamente, l'ambiente delle corse. Amici, gare, sensazioni, si è parlato di tutto. Naturalmente si è anche discusso della sua prossima avventura. Della difficoltà che obbiettivamente presenta la gara, di come gestire non solo il passo da tenere nei 60 minuti di ogni singolo giro, ma anche di come gestire l'alimentazione e soprattutto il sonno. Sul circuito della Roncola Alfio ha già fatto alcuni allenamenti specifici per testare e testarsi su questi specifici aspetti della gara. Naturalmente di questo e soprattutto delle sue aspettative in merito alla gara non posso rivelarvi nulla. Mi sembra qui di tener un doveroso silenzio. Naturalmente sarò lieto di scrivere a posteriori della sua impresa. Quello che ora gli posso augurare è di essere ULTIMO!
Giro dopo giro, parola dopo parola, ecco che ho portato a termine la mia mezza: 2h 57'23”.
Mentre lascio il circuito della Roncola, un ULTIMO saluto ad Alfio, lui starà ancora per un po' di tempo, un vero peccato non poter condividere con lui ancora qualche ora. Credo che, mai come in questo caso, sia opportuno eseguire degli allenamenti mirati, non tanto per allenare il fisico, ma per saper adattare nel modo migliore l'andatura con il procedere delle ore (qui non si può “mettere il fieno in cascina”, ossia accumulare vantaggio all'inizio, per poi gestirlo nei momenti di stanchezza o di crisi), imparare a gestire l'alimentazione, il riposo, etc. questo è quello che ha cercato di spiegarmi Alfio.
Conclusioni
Quello che mi ha incuriosito è la distanza 6706 metri (per la precisione sarebbero 6.705,6 i metri) che l'atleta deve percorrere in 60 minuti. Perché quella strana misurazione? Deriva dal fatto che in 24 ore l'atleta deve percorrere 100 miglia e quindi 4,167 miglia ogni 60 minuti. Che sia una gara “curiosa” lo dimostra anche il fatto che gli atleti Merijn Geerts e Ivo Steyaert, durante il “Backyard Ultra - World Team Championships” che si è svolto in Belgio, hanno percorso 101 giri e stabilito la miglior prestazione di sempre, ma secondo le regole della gara nessuno risulta essere il vincitore; essere detentori di un record senza aver vinto! Se non è una stranezza questa... Segnalo, per completezza dell'informazione, che la miglior prestazione italiana, con 57 giri percorsi, appartiene a Antonio Di Manno, ottenuta anche nel suo caso durante i campionati mondiali già citati. (fonte dati https://backyardultra.com/)
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