Per la precisione una “non torta, per un non compleanno”. Potrà sembrare strano leggendo le poche parole di inizio post: una torta di compleanno che non si può mangiare, una torta di compleanno che non ha nemmeno una candelina, una torta di compleanno a cui manca il soggetto principale per essere considerata tale. Manca il “festeggiato”! La torta che ha preparato mamma Paola per il figlio Giulio, nato 35 anni fa, è una torta virtuale, solo disegnata con tratti semplici, essenziali, quasi elementari, non c'è nulla da festeggiare: Giulio non è più con noi dal 3 febbraio 2016. Per i genitori perdere un figlio è di per sé una cosa tragica, ancor più tragica, se possibile, è perderlo per mano di agenti di uno stato estero, l'Egitto. Non mi dilungo qui a descrivere lo stato pietoso in cui era il corpo al suo ritrovamento. La stessa mamma, Paola, ha faticato a ritrovare il figlio nel corpo che gli è stato presentato. Ha detto: “Ho riconosciuto Giulio sono dalla punta del naso ...” (conferenza stampa al senato del 26 marzo 2016). Sono passati ormai sette anni da allora e tutto sembra essere come allora. Numerosi sono i governi Italiani che si sono succeduti, tutti hanno detto di aver fatto il possibile per venire a capo di questo “giallo”. Tutti hanno sempre ricevuto e tenuto per buone le “assicurazione di piena collaborazione” fatte dalle autorità egiziane. Siamo nel 2023, quest'anno per Giulio sarebbe il 35° compleanno, il 15 gennaio. Ecco gli ingredienti con cui è stata fatta la sua torta: verità e giustizia. Ecco perché la sua torta di compleanno è solo una torta virtuale, una torta disegnata: mancano gli ingredienti!
Posso io rimediare? Come? Posso fare poco; quello che posso fare è tenere accesa la “candela” del ricordo perché il tutto non sia dimenticato. E lo faccio in modo semplice ed allo stesso tempo abituale: correre. Ecco che il 22 gennaio ho corso una mezza che ho denominato “Una nuova luce per Paola e Claudio”, ricordando le candele verdi che i polacchi negli anni scorsi mettevano alle finestre per segnalare la presenza di “persone giuste e buone”, disposte ad aiutare i migranti che dalla Bielorussia entravano clandestinamente in Polonia. A differenza del solito, in questa corsa mi sono prefisso di “fare il tempo”. No, non un tempo da record, ma un tempo che potesse ricordare, in qualche modo, Giulio. Per una volta il mio giudice sarà il cronometro. Quando mancano un paio di giri alla fine sembra che debba rinunciare al mio proposito, le proiezioni in relazione alla mia velocità sono impietose, non dovrei farcela. Ma ecco che nuove energie, quasi senza accorgermene, mi fanno aumentare l'andatura. Eccomi, sono quasi alla fine della mia “gara”: 2h 31' 02”! (2+31+2= 35! l'età che avrebbe ora Giulio). Sono sicuro che in questo tempo finale ci sia il suo aiuto. Grazie.
Rientro a casa ed una fetta di torta “amara” mi aspetta; in questo caso l'amaro è dovuto al cioccolato fondente. No, non posso mangiare questa fetta di torta. Decido quindi di offrirla alle tortore che sono ospiti fisse del mio giardino.
“Una coppia di tortore o due giovani colombi”. Mi vengono in mente queste parole tratte dal Vangelo di Luca. È il momento della presentazione al tempio del bambino Gesù. Questa è l'offerta prescritta dalla Legge per il riscatto del figlio primogenito, per le famiglie più povere. Subito dopo Maria parlerà con il profeta Simeone, che le preannuncerà: “...e anche a te una spada trafiggerà l'anima”, in vista della passione e morte di Gesù. Per ogni madre, per ogni genitore, la morte di un figlio è come una spada che trafigge l'anima, per Maria, come Paola e il marito.
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