Il racconto a cui mi riferisco è quello relativo ai nostri pellegrinaggi, che ci hanno portati sulle strade d’Europa per 3000 chilometri . Fino ad ora erano parenti ed amici che dovevano “subire” il racconto della nostra esperienza. Per la verità, alla fine erano molto soddisfatti: alcuni perché potevano rivivere per interposta persona quello che loro avevano già sperimentato; altri perché potrvano scoprire un mondo nuovo e quasi dimenticato, quello del muoversi a piedi.
Con i primi si confrontavano le esperienze vissute, l’evoluzione che il cammino, soprattutto quello di Santiago, ha avuto negli anni. Chi ha percorso il Cammino alla fine del secolo scorso (sembra un lasso ti tempo molto ampio, anche se in realtà sono passati pochi anni) quando il pellegrinaggi era un po’ più “mistico” e “religioso”, racconta che non si sarebbero mai sognati di negarti un tetto sulla testa per trascorrere la notte, attuando quindi il vero spirito di accoglienza verso il pellegrino.
Certo, in molti casi erano soluzioni di fortuna, sistemazioni spartane, ma il calore umano era sempre assicurato. Al giorno d’oggi si è perso gran parte del vero spirito del pellegrinaggio. Le strutture sono migliorate, anche per il sorgere di numerose strutture private, la qualità è certamente migliorata, ma di contro le regole del “mercato” fanno sì che si sia perso lo spirito di accoglienza e, se la struttura ha esaurito il posto, si deve camminare fino al paese seguente.
Certo ci sono le dovute eccezioni, ma sono casi rari.
Pellegrini a Roma |
La prima domanda che tutti si pongono è: “Sarò in grado di camminare per giorni e per molti chilometri al giorno?”.
Tranquilli, la nostra esperienza ci dice che tutti possono compiere un cammino, l’importante è non improvvisare. Qualche camminata prima è utile, per capire fin dove il nostro corpo sa arrivare, e per imparare a gestirsi, camminando secondo le propri capacità. Il cammino non è una corsa, non vince chi arriva primo (anche se questa mentalità sta prendendo piede).
“Vince” chi arriva, ma soprattutto “vince” chi sa ritrovarsi ... ed in alcuni casi “trovarsi”.
Altre curiosità riguardano le cose da mettere nello zaino, come curare le vesciche ai piedi.
Per la cura esistono due correnti di pensiero. Quella moderna che le sistema con una famosa marca di “cerotti” (in tutte le farmacie lungo il percorso troverete l’intera gamma, credo che sia il prodotto più ricercato) e quella antica “dell’ago e filo”, personalmente quella che utilizzo.
Moltissime sono le curiosità del futuro pellegrino, ma la domanda regina è sempre la stessa: “È meglio in cammino di Santiago o la Via Francigena ?”.
La nostra risposta è sempre la stessa: “Non si possono fare confronti, tuttavia...”
Se avete letto fin qui vuol dire che l’argomento è di vostro interesse.
Volete saperne di più?
Bene, l’occasione di condividere con altri, che non siano amici e parenti, la nostra esperienza ci viene offerta dalla Biblioteca di Concorezzo, dove, nell’ambito della rassegna “Sì viaggiare 2013” è prevista una serata il cui tema sarà “Sulle orme dei pellegrini. Informazioni utili per prepararsi al cammino”.
Sarà quella l’occasione per poter condividere le sensazioni dei nostri cammini, non solo verso Roma o Santiago ma anche verso Santuari che spesso distano pochi chilometri dalla nostra abitazione. Questi “pellegrinaggi domestici” ci fanno scoprire non solo il nostro territorio, ma anche tradizioni che si stanno perdendo.
Per quanto possibile cercheremo di fornire quelle piccole indicazioni che potranno essere utili per chi volesse intraprendere questa esperienza.
Non so se saremo all’altezza di questo compito, anche perché ogni volta che ci mettiamo lo zaino sulle spalle il dubbio sulla riuscita ci accompagna sempre.
Solitamente il dubbio svanisce pian piano durante il percorso. Speriamo che sia così anche questa volta!
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