Uso l’aggettivo “grande” non per indicare la quantità di partecipanti a una maratona con grandi numeri, anche se alla fine saranno circa 1100 gli atleti classificati sulle varie distanze (un numero più che ragguardevole), ma per indicare la qualità ed il valore della manifestazione stessa.
Ma andiamo con ordine. La 16a edizione della "Maratona delle Terre Verdiane" quest’anno non solo ha rinnovato completamente il tracciato di gara (beh, almeno il 50%, visto che la seconda parte si disputava sul vecchio tracciato), ma ha cambiato profondamente la “location” della partenza: la partenza non è più come nel passato a Salsomaggiore ma a Fidenza. I locali della segreteria non più nelle austere sale del Palazzo dei Congressi ma in una più moderna sala presso il Fidenza Village. Quello che non cambiato è la squisita gentilezza delle persone addette alla segreteria, sempre disponibili e gentili.
La giornata, almeno vedendo le previsioni atmosferiche, non si presentava della migliori: era prevista la neve, che anche il giorno prima era caduta copiosa, per cui ci si poteva aspettare di correre su un tracciato innevato che avrebbe potuto creare qualche problema.
Nulla di tutto ciò: percorso perfettamente agibile. La nuova localizzazione della partenza non aveva il salone, utilizzato come spogliatoio, a cui eravamo abituati, ma erano state predisposte dall’organizzazione delle tende che hanno permesso agli atleti di potersi preparare al coperto. Forse le tende erano un po’ poche, ma visto che molti atleti hanno preferito cambiarsi in macchina non ci sono stati problemi di sorta.
Come dicevo, l’inizio del tracciato è stato variato: non più i lunghi rettilinei che caratterizzavano le precedenti edizioni, ma un tracciato un po’ più tortuoso, che si snodava in campagna e dove si sentivano odori quasi dimenticati. La seconda parte ha riproposto il caratteristico passaggio all’interno della Rocca di Sorgana, tra stucchi ed affreschi, e la parte finale ha attraversato il territorio che ha visto un giovane Verdi passeggiare sulle stesse strade percorse oggi dalla maratona.
Fin qui una descrizione tecnica del percorso, ma quali sono i gesti che possono far attribuire l’aggettivo grande? Piccoli gesti, me che dimostrano l’attenzione degli organizzatori e degli addetti ai lavori verso tutti gli atleti.
In un recente post avevo descritto il lavoro degli addetti all’informazione, elogiandolo. Ieri ho avuto la conferma di quanto scritto. Erano presenti due di questi: Michele Marescalchi e Roberto Brighenti. Michele ha seguito l’arrivo della Mezza maratona, mentre Roberto, oltre a tenere alto l’entusiasmo alla partenza, ha seguito l’arrivo della trenta chilometri e della Maratona... tutti e due dal primo all’ultimo atleta. Vista la giornata non proprio primaverile, non c’era da stare allegri. Credo che alla fine abbiamo patito più loro il freddo di molti concorrenti.
Quando erano ancora in corsa alcuni atleti, gli addetti hanno iniziato a smantellare le strutture posta all’arrivo, transenne, etc; hanno tolto tutti i chiodi dal tappeto rosso che orna gli ultimi metri del percorso, ma non l’hanno tolto... così anche gli ultimi hanno terminato la gara sul “red carpet”. Anche il cronometro scandiva gli ultimi secondi della gara anche degli ultimi!
Il tracciato prevedeva l’attraversamento di un paio di strade trafficate. Ebbene, anche qui gli addetti si sono comportati in modo più che civile. Fermavano le auto solo quando transitavano gli atleti e le facevano passare quando si creava un “buco” tra gli atleti. Risultato? Corsa in sicurezza ed automobilisti contenti.
Come si vede, piccole cose ma che in molte gare definite importanti non sono assolutamente presenti. Ora un paio di “piccole cose” che mi riguardano personalmente.
Terminata la preparazione, prima della partenza, ho cercato, per salutarlo, Cristian Memè, responsabile della ditta che cura le classifiche. Appena mi ha visto si è alzato e rovistando tra i pettorali mi ha consegnato un pettorale nuovo... che aveva il numero 42! Questo gesto mi ha particolarmente commosso, non tanto per il nuovo numero, ma per l’attenzione di Cristian nei miei confronto. Quindi, un rapido cambio di numero e ... via verso la partenza!
All’arrivo rivedo Giancarlo Chittolini, l’organizzatore della gara. La prima cosa che mi chiede è se avevo approfittato del piatto di pasta (visto che lo scorso anno, non era stato possibile).
Mi ha sorpreso che si ricordasse di questo fatto. Anche Giancarlo, come Cristian, mi ha dato motivo per farmi sentire importante: mi ha offerto l’iscrizione e questo non perché avessi sempre partecipato (ho un paio di buchi nelle sedici edizioni della gara), ma (cito testualmente le sue parole): “... per il piacere di averti qui con noi!”.
Gruppo RB & atelti cinesi... almeno questi li ho battuti! |
© Foto Fausto Dellapiana & Stefano Morselli 2013
Ciao complimenti x l'articolo.come cronista potresti ben figurare anche in atri siti.
RispondiEliminaHi great reading your bllog
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