Durante il nostro cammino ci sono ritornate alla mente alcune situazioni di molti anni fa; è proprio vero che durante il cammino oltre al corpo che "viaggia nello spazio", anche la mente ha un suo percorso: "viaggia nel tempo".
Come sempre buona lettura & "Buon Cammino"!
Nella foto: Santa Maria Maggiore
Pensandoci bene, benché abbiamo già fatto due tra i pellegrinaggi più conosciuti e frequentati non abbiamo ben chiaro il termine di pellegrino. Quella che segue più che una ricerca etimologica del termine, è una riflessione ad alta voce rivolta più a chi scrive queste righe che a chi, forse, le leggerà in futuro. La definizione “pellegrino” che troviamo sul dizionario è le seguente: straniero; che compie un viaggio in luoghi sacri. (dal latino: [peregrinus] straniero, composto di [per] al di là [ager] campo).
Da oltre i campi fuori dalle mura della città arriva qualcuno: un pellegrino. Uno straniero, presumibilmente un viaggiatore umile. Forse viaggia per giungere a qualche meta santa, forse viaggia per cercar fortuna, forse viaggia fuori per arrivare a qualcosa dentro.
Analizzando le varie definizioni offerte dal vocabolario, credo che pochi abbinerebbero la definizione di straniero a pellegrino.
Beata Maria Immacolatae Laureto |
Ora, proprio partendo da quest’ultima constatazione, credo che il pellegrinaggio che abbiamo fatto oggi in particolare, ma tutti quelli che abbiamo effettuato o quelli che effettueremo prossimamente nella Bergamasca, ci veda più che pellegrini come “turisti”, nel senso che pur privilegiando il lato spirituale del nostro cammino, abbiamo l’occasione di scoprire la nostra città, Bergamo, che scopriamo di non conoscere o di conoscere il modo approssimativo.
Oggi, più che uscire dalla città verso i campi, il nostro sarà un precorso inverso: dai campi alla città, in un susseguirsi di luoghi di devozione molto ravvicinati e devo dire poco conosciuti.
Partenza di prima mattina da casa, un bel sole sarà nostro compagno per tutto il giorno e la temperatura è buona.
Inizio di percorso in buona parte su sentieri, passando per San Zenone ed accanto al nuovo ospedale. Dove ora sorge l’ospedale negli anni sessanta vi erano boschetti e corsi d’acqua dove era possibile vedere ancora dei pesci. Nelle pozze d’acqua accanto alla ferrovia vi erano sanguisughe e salamandre. Ora non solo i ruscelli sono scomparsi quasi tutti, ma quei pochi che rimangono sembrano più dei canali di scolo che ruscelli, complice anche l’inciviltà di pochi che li utilizzano come discarica.
La nostra prima sosta è a Loreto, dove vi è la chiesa dedicata alla “Beata Maria Immacolatae Laureto”. La chiesa, di costruzione abbastanza recente (1850/1863), è aperta, per cui possiamo ammirare lo stile neoclassico e diverse tele, la maggior parte di autore ignoto.
La giornata ha molte altre mete da raggiungere, per cui dopo una doverosa sosta e un momento di meditazione (e, perché no anche di “riposo”), riprendiamo il cammino.
Santa Maria Maggiore Leone Rosso |
Il cammino si presenta subito “faticoso”. Infatti, dopo aver lasciato alle spalle la chiesa, affrontiamo via Borgo Canale, conosciuta soprattutto dai podisti per la sua corta ma ripida salita, al termine della quale si può ammirare un bello spettacolo di Bergamo Bassa. In particolare si possono ammirare gli orti della zona di San Martino della Pigrizia, tutt’ora esistenti. Questi orti hanno una particolarità alla quale è dovuto il nome: sono collocati nell'ampia conca che dal Monastero di Astino degrada verso il piano e che nella parte orientale, si inerpica leggermente e resta per meno tempo al sole, perciò i frutti del lavoro agricolo necessitano di più tempo per arrivare a maturazione.
Santa Maria Maggiore Leone Bianco |
Eccoci ora davanti alla Basilica di S. Maria Maggiore, ritenuta il più importante monumento della città. Anche se oggi siamo più turisti che pellegrini non ci addentreremo in una dettagliata descrizione della Basilica e dei suoi innumerevoli capolavori; lascio a voi la piacevole scoperta.
Solo alcune annotazioni. La prima, purtroppo come in moltissime strutture in Italia, non solo religiose, è la totale mancanza di informazioni per il turista. All’estero è molto comune mettere a disposizione depliant, o magari semplici fogli stampati nelle varie lingue con la descrizione della storia della struttura, delle opere in essa contenute e di tutte le informazioni che possono far “osservare” e non solo “vedere”.
Noi, “pellegrini&turisti”, avevamo preso informazioni, ma anche qui, secondo le fonti, le notizie non sempre sono ... identiche. Alcune fonti segnalano che la Basilica fu edificata per ottemperare ad un voto fatto alla Madonna nel 1133 dai bergamaschi perché ponesse fine ad una prolungata siccità, mentre altre per un voto alla Madonna, dopo la pestilenza del 1135; tutte però concordano nel far risalire al 1137 l’inizio della costruzione (da un'iscrizione posta sul portale dell'ingresso meridionale, detto dei Leoni Bianchi). Si vede come già allora la burocrazia fosse presente!
Un particolare che pochi notano: sul fianco sinistro, in piazza del Duomo, si apre la porta detta dei Leoni Rossi a sinistra di questa, a ridosso dell'abside vi è l'ingresso secondario: tra le due porte sono infisse nel muro le antiche misure di Bergamo: il Capitium Comunis Pergami (cavezzo - 2,63 metri ) e il Brachium (braccio - 53,1 cm ), a cui i tessitori e i commercianti facevano riferimento.
Misure bergamasche: braccio e cavezzo |
San Michele al Pozzo Bianco |
Il Campanone suona mezzogiorno; siamo a metà del nostro pellegrinaggio... (uhmm, quasi pellegrinaggio), per cui dobbiamo “ristorare le nostre stanche membra...”. Visto che l’andamento di oggi è più sul “turistico che sul mistico”, decidiamo di pranzare presso l’antica Osteria “Bertoldo e Bertoldino” in Borgo Santa Caterina, dove è posto il Santuario della Beata Vergine Addolorata.
Durante il tragitto, passando in via Porta Dipinta, scopriamo un gioiello: l’antichissima chiesa di San Michele al Pozzo Bianco (già citato nel 774 in un documento Longobardo), che racchiude al suo interno una serie di affreschi dal XII al XVI secolo, affreschi che possiamo ammirare e capire in quanto, con la modica cifra di 2 euro, è possibile acquistare un libretto che li spiega con dovizia di particolari e con foto.
Visita non consigliata, ma obbligataria, per chi avrà la possibilità di venire a Bergamo!
Come consigliamo per il pranzo l’ Osteria “Bertoldo e Bertoldino”, tipica cucina bergamasca in un tipico locale.
Ristorati e riscaldati, (infatti, anche se la giornata è limpida e con un bel sole, la temperatura è abbastanza fredda), ci apprestiamo a terminare il nostro cammino.
Il Santuario della Beata Vergine Addolorata è a pochi passi, ma vista l’ora lo troviamo chiuso (ma va...). Decidiamo che la visita all’interno la faremo in un momento successivo, e magari anche un’atra capatina alla già citato Osteria.
In via Camozzi c’è il Santuario della Madonna della Neve (chiuso).
Santuario della
Beata Vergine Addolorata
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La particolarità di questo Santuario sta nel fatto che la domenica la Messa viene celebrato in latino.
Madonna della Neve |
A Porta Nuova visitiamo il Santuario di Santa Maria delle Grazie. Lungo le strade, ora più affollate, incontriamo bambini in maschera: oggi è l’ultimo giorno di Carnevale.
Il nostro pensiero per un momento ritorna indietro nel tempo, quando...
Il ricordo dei tempi che furono risveglia l’appetito di Rossana... per cui una frittella oggi è d’obbligo. La quaresima, in fin dei conti, inizia domani e poi, anche se abbiamo sempre camminato in città, i chilometri percorsi sono molti.
Eccoci infine al nostro ultimo traguardo: la chiesa di Sant’Alessandro in Colonna.
Adiacente al presbiterio vi si trova la Cappella della Beata Vergine del Patrocinio, dove ci fermiamo per un momento di meditazione.
Anche oggi abbiamo fatto il nostro pellegrinaggio, alternando momenti di riflessione a momenti di riscoperta, ed in alcuni casi di scoperta, di monumenti e luoghi della nostra città.
La "fata" Lisa & il "clown" Sara |
Spero che la lettura di queste righe abbia destato in voi la curiosità di visitare Bergamo e sappiate fin da ora che un “ostello” per la notte sarà sempre disponibile, a casa nostra naturalmente!
Porta Sant Agostino (vista da via Noca)
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© foto F. Dellapiana 2012
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