giovedì 12 luglio 2012

Dario e il diploma sparito

Premessa.
Quest’anno l’ultimo tratto del nostro cammino da Cantebury al Gran San Bernardo è stato quello percorso anche da Napoleone per attraversare le Alpi.
Dal 14 al 21 maggio 1800, le truppe di Napoleone, circa 60.000 uomini, con 50 pezzi di artiglieria e 3.500 cavalli, attraversò il Passo per recarsi a Marengo, per la storica battaglia contro gli Austriaci. I suoi generali gli prospettavano l'impossibilità di far passare l'artiglieria attraverso il Colle. Napoleone, si racconta, aveva promesso un grosso compenso (50 pezzi d’oro per ogni cannone fatto passare sul passo) ai montanari che lo avessero aiutato ad attraversare il valico in occasione della sua campagna d'Italia. I montanari accorsero da tutta la valle, tagliarono grandi abeti che vennero trasformati in slitte sulle quali vennero sistemati i cannoni smontati e, a forza di braccia, riuscirono a trascinarle nella neve permettendo ai cannoni dell’esercito napoleonico di superare le Alpi. Il compenso promesso non venne corrisposto e vane furono le liti giudiziarie intentate dalla comunità  di Burg Saint-Pierre per quasi due secoli contro il governo francese.
La lite fu composta dal presidente Mitterand una trentina di anni fa: la Francia non pagò nulla, ma fu firmato un accordo nel quale il presidente francese riconobbe il contributo dato dai valligiani svizzeri all'impresa napoleonica e, in mancanza d'altro, sul palazzo comunale di Burg Saint-Pierre fu collocata una targa ricordo.

Ma cosa c’entra Dario “Mao” con Napoleone? Un attimo di pazienza, e poi capirete.

Dal maggio 1800 arriviamo al giugno 2012.

Incontro Dario alla gara non competitiva di Comun Nuovo. Io sono al rientro alla corsa, e “Mao”, come lo scorso anno, prende la veste del buon Samaritano e adegua la sua andatura alla mia. Andatura della quale tutto si può dire, tranne che sia veloce, ma questo ha il suo lato positivo: ci consente di chiacchierare tranquillamente.
Ad un certo punto il discorso cade sulla maratona di Reggio Emilia, dove Dario ha ottenuto il suo record personale in maratona, certo non un tempo eclatante, ma pur sempre il suo risultato migliore. Noto però un suo certo imbarazzo nell’affrontare l’argomento. No, no, non per il tempo e nemmeno per il suo stato fisico all’arrivo (“stanco, ma non distrutto” sono le sue parole). Il suo fastidio deriva dal fatto che, contrariamente a quanto è sempre avvenuto (ed avviene tutt’ora), non gli è stato consegnato il diploma dal suo gruppo sportivo che attesta il raggiungimento di un record personale.
Mi informa pure sulle motivazioni per cui non gli è stato consegnato il diploma. Tralascio di trascriverle perché, personalmente, le ritengo abbastanza meschine.
Qui si potrebbe chiudere la faccenda. Certo un diploma da appendere alla parete non cambia il valore della sua prestazione, ma riceverlo alla presenza degli atleti del suo gruppo sarebbe stata una piccola soddisfazione personale.
Conosco Dario da moltissimi anni, avendo militato fin dagli anni ottanta nello stesso gruppo sportivo, e sono sicuro che ricevere il diploma gli avrebbe fatto piacere sarebbe, stato il “certificato” del suo impegno fatto di allenamenti e ... digiuni. Infatti per ottenerlo non solo si è impegnato per un anno intero ma ha pure perso peso.
Potevo forse lasciare Dario con questa delusione, certo che no!
Allora ho riunito il “Consiglio di amministrazione” del blog il quale ha deciso di procedere con le procedure per “surrogare” a quanto non fatto dalla sua Società.
Mentre lo “statistico” reperiva i dati della sua prestazione, il “grafico” preparava il diploma, il “designer” studiava la composizione, l’assistente si dava da fare per trovare foto e loghi da apporre sul diploma.
Questo è stato il risultato finale, con un’unica assenza: quella del logo del suo gruppo sportivo.

Forse è stato più fortunato degli eredi dei boscaioli svizzeri nel 1800 che non hanno ricevuto il compenso promesso, ma solo una targa ricordo. “Mao” non ha il diploma originale, ma in questo caso credo il “surrogato” sia migliore dell’originale, anche solo per il semplice fatto che, oltre alla cornice e la stampa a colori su carta fotografica, gli è stato pure dato il chiodo in acciaio per appenderlo!
Spero solo che la prossima volta i Runners Bergamo “diano a Dario, ciò che è di Dario”!

1 commento:

  1. Ritengo irriguardoso nei confronti della società Runners Bergamo ma sopratutto nei confronti di Santo Borella, (preciso e laborioso addetto alla compilazione records) definire meschine le motivazioni per le quali non è stata consegnata la pergamena del record personale di Maoloni. Se non altro perchè sarebbe buona norma sentire anche l'altra campana prima di esprimere giudizi così gravosi.

    Giovanni (consigliere Runners Bergamo)

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