mercoledì 20 giugno 2012

Nostalgia della Val susa

Madonna della Castagna

Pellegrinaggio effettuato in data 14 febbraio. Il cammino prevede un "giro circolare" con partenza ed arrivo dal Sagrato della chiesa di San Giorgio a Treviolo. Il santuario da visitare è la "Madonna della Castagna", raggiunto camminando anche su sentieri innevati... 

Come sempre buona lettura & "Buon Cammino"!




Oggi abbiamo il programma del nostro pellegrinaggio è il Santuario della Madonna della Castagna. Potremmo definire la giornata odierna la giornata dei dubbi:quale strade scegliamo? Conosciamo la zona, per cui possiamo scegliere un percorso “veloce”, uno “sicuro”, oppure uno “panoramico”? 
Resti muro di recinzione restaurati
Per non essere banali, cosa dobbiamo scrivere nel nostro resoconto? E di conseguenza che titolo dobbiamo dare? Certo, non sono dubbi amletici, ma pur sempre dubbi.
In ogni caso, vista la bella giornata, anche se abbastanza fredda, decidiamo di partire.
Iniziamo a sciogliere il primo dubbio e optiamo per un percorso certo più lungo, ma più panoramico e soprattutto con poco traffico.
Il “camminare lento” ci fa scoprire “cose” che abbiamo visto mille volte, ma mai osservato con attenzione, cose piccole, cose marginali, ma interessanti.
Ad esempio passando per il centro di Curno, scopriamo che molti muri che delimitavano i terreni agricoli, sui quali ora sono stari edificati palazzi di tutte le fogge e le misure, non sono stati abbattuti, ma ristrutturati e valorizzati. Sono certo che d’estate sulle panchine dei numerosi parchi del Comune si potrebbero sentire le chiacchierate di vecchi contadini che ricordano i tempi in cui “... nel cap del Tone, chel drè al mùr de plock ...”  (... nel campo di Antonio quello dietro al muro di sassi...). Rimangono anche a testimonianza dell’”antico” vecchie cascine, anche queste in centro al paese.
Curno centro: antica cascina
Usciti da Curno e dal traffico, ecco percorrere il “Sentiero degli Angeli”, innevato; sullo sfondo il Monte Gussa, i cui sentieri abbiamo percorso decine di volte, senza sapere il nome della località. Il nostro cammino prosegue in salita, passando di fianco al Castello Presati. La strada, che ora si fa sentiero, inizia a salire con una pendenza maggiore. La presenza della neve ricorda a Rossana i giorni dello stesso periodo lo scorso anno, quando eravamo impegnati sulla Via Francigena in Val Susa, ed ecco la frase che faremo diventare il titolo del pezzo di oggi: “Nostalgia della Val Susa” (secondo dubbio eliminato).
2011 Valsusa, 2012 colline di Curno... si cammina nella neve!
Al termine del sentiero si staglia la villa Bagnada, un esempio di architettura neoclassica di fine ottocento, da dove si gode nelle giornate terse una piacevole vista sugli Appennini piacentini.
Qui siamo nel punto più alto del nostro cammino odierno.
Scendiamo verso la sella Madonna del Bosco, da dove raggiungeremo il Santuario lungo la strada principale. Nelle ricerche effettuate ho trovato una curiosa e simpatica definizione che “tratteggia” la zona in cui siamo appena passati.
Benvenuti nella Contea degli Hobbit. Campagna, piccole case, antiche costruzioni. Benvenuti nel quartiere della Madonna del Bosco, ovvero la Val d'Astino, il più piccolo quartiere della città, con circa duecento abitanti (quattrocento allargandosi un po') e uno spazio che si abbraccia in uno sguardo: la conca dei colli che stanno sotto San Sebastiano, sotto San Vigilio, fino al Castello Presati e al confine con Mozzo.
Città Alta vista dal loto"B"

In effetti oltrepassata questa zona, si ha una visione diversa di Città Alta, non il più famoso lato “A”, che si osserva da Bergamo Bassa all’uscita dalla stazione, dove le poderose Mura Venete la fanno da padrone, ma il lato “B”, certo meno conosciuto, ma altrettanto suggestivo. In vista del Santuario ci si pongono altri due dubbi. Il primo quale è il nome esatto del Santuario? “Madonna delle Castagne” o “Madonna della Castagna”? Le ricerche su Internet, a secondo dei siti consultati, danno risposte contrastanti ed infine: a quanti contadini è apparsa la Madonna? A sciogliere i nostri dubbi c’è il volantino ufficiale del Santuario. Infatti oltre a trovare il Santuario aperto, ed approfittarne per un attimo di riflessione e per ricordare nella nostra meditazione persone e situazioni di amici che ne hanno fatto richiesta, troviamo la locandina del Santuario. 

Risolviamo facilmente il primo dubbio l’esatto nome è “Santuario S. Maria della Castagna”, mentre sembra non essere risolto il secondo. Sulla piccola pubblicazione troviamo infatti:
In una località posta al ridosso del crinale dei colli di Bergamo ... il 28 aprile 1510 appare ad un veggente la Beatissima Genitrice di Dio e ...” la risposta sarebbe quindi “un contadino” ma... poche righe dopo si legge “ Esiste un’antica tradizione che parla della presenza di due veggenti, documentata da un antico affresco realizzato sulla santella adiacente al sagrato ...” Questo dubbio rimane.
Terminata la breve visita, riaffiorano alla nostra memoria tempi “antichi”, quando ci ritrovavano d’estate con le bambine e nonno Lino nel bosco retrostante il Santuario, da dove partono alcuni sentieri che raggiungono il Santuario di Sombreno oppure Città Alta.
...meritato ristoro!
Qui d’estate il Comune organizzava per tutta un posto di ristoro che era nostra meta usuale nelle giornate calde. Mentre io e Rossana ne approfittavamo per una breve passeggiata, Sara e Lisa tenevano compagnia al nonno, impegnandolo in giochi. Molte volte li incrociavamo sul sentiero al nostro ritorno, Sara sgambettava felice e dietro, sulle spalle del nonno c’era Lisa, tutte e due con un bel gelato in mano!
Oggi c’è silenzio, nessuno in giro, la presenza della neve rende ancora più silenzioso il bosco, eppure... eppure mi sembra quasi di sentire le loro voci...
Rossana ricorda quando, in occasione del Natale ci si recava in quei boschi per raccogliere sassi, pezzi di legno ed il muschio per il presepio.
Ritorniamo verso casa, e per un attimo stiamo in silenzio... pensiamo a quando si “era giovani”, quando Sara e Lisa erano bambine, quando la gita alla “Madonna della Castagna” era una festa, quando...
È ora di pranzo. Una piacevole scoperta. Al “Villino d’Erica” mangiamo un buon piatto a base di pesce, in un ambiente molto gradevole: una specie di veranda con tante finestre vista neve.
Ritorniamo verso casa su di un percorso diverso da quello fatto all’andate e con vista di Astino.
Anche questo pellegrinaggio è fatto. I dubbi che avevamo sono stati tutti sciolti.
Speriamo di non avervi annoiato.

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