La notizia di un atleta trovato positivo al controllo
antidoping effettuato dopo la 100
Km del Passatore mi ha lasciato sconcertato, ma quello
che mi ha più stupito è stato leggere in uno dei numerosi commenti alla notizia
questa frase, che cito testualmente: “...alzi la mano
chi NON ha mai preso nulla di nulla, prima, durante..dopo”.
“Beccato!” mi sono detto.
Per prima cosa mi collego al sito
ufficiale governativo per sapere a quali sanzioni sarei andato incontro per
aver usato la “sostanza”. Sostanza che non solo “prendevo” prima della gara, ma
in alcuni casi anche un paio d'ore prima della partenza!
Inizio la consultazione cercando
il nome con cui è messo in commercio il prodotto: “... nandrolone;
19-norandrostenedione (estr-4-ene-3,17-dione); norboletone; norclostebol;
noretandrolone; ossabolone...”. Non è presente!
Forse devo cercare il principio attivo (crema di nocciole!): “...calusterone;
clostebol; danazolo...”, anche qui non è presente!
Salvo!
Salvo!
Mi informo meglio e vengo, ora (?) a sapere che la "sostanza" non fa aumentare la massa muscolare, ma solo la ... pancia!
Scherzi a parte. Il problema del doping è un problema serio
e non va sottovalutato. Dire che ci può essere con la “d”(minuscola) ed un
doping con la “D” (maiuscola) è allontanare la percezione del problema: il
doping è doping e basta.
Dire poi che tutti o quasi i maratoneti o gli
ultramaratoneti usano prodotti non leciti è mistificante. Questa tesi è molto
simile a quella già sentita nell’arcinoto caso che ha coinvolto un maratoneta
qualche anno fa: la sua teoria era: tutti colpevoli, nessun colpevole.
Quello che mi ha indotto a scrivere questo post è sapere che
l’autore del commento è molto vicino al mondo dell’ultramaratona, non solo
essendo presente a quasi tutte le gare, ma avendo un ruolo attivo nella IUTA.
Questo presenza e vicinanza fa presumere che l’affermazione possa trovare una
sua ragione di essere e quindi gettare alcune ombre su questo mondo.
Quello che posso affermare, in base alle mie conoscenze, è
che se un doping esiste questo si chiama “passione e sacrificio”; solo così si
può comprendere un mondo che molto chiede e poco dà (in termini economici).
Il doping nasce dall'esasperazione del gesto sportivo.Non si accetta di essere più lenti e resistenti delle proprie capacità.
RispondiEliminaIl corpo umano lancia dei messaggi che si stanno superando i propri limiti,il doping fa superare le nostre barriere personali.
Il risultato del doping è pochi anni di attività sportiva.Io preferisco correre secondo le mie possibilità per molti anni e molti chilometri.