Bergamo è la provincia
più colpita da casi di coronavirus (2368 pazienti positivi – dati
aggiornati al 13 marzo) e tutta la popolazione è venuta a “trovarsi
in trincea”: reparti di terapia intensiva quasi al collasso, chiese
trasformate in cimiteri con bare messe in fila in attesa di essere
tumulate, forno crematorio del cimitero di Bergamo, che pur lavorando
24 ore al giorno non riesce ad incenerire le salme.
Medici ed infermieri
“lavorano” non solo con professionalità, ma anche con calore
umano al limite della loro resistenza con orari massacranti ed a loro
va la mia, anzi la nostra, riconoscenza.
Testimonianza di questo
sono i 50 casi di contagio che si sono verificati tra medici e tra
questi un decesso; manca un dato certo per il personale
infermieristico ma considerato che recenti statistiche parlano di un
12% del totale dei contagiati, tra medici ed infermieri, di sicuro
sono decine quelli che hanno contatto il virus. A tutti loro un
augurio di pronta e completa guarigione
In questi momenti
difficili il carattere bergamasco da il suo meglio, numerosi sono i
piccoli gesti che lo rivelano. Ne cito solo alcuni di cui ne sono
venuto a conoscenza, ma sono certo che siano molti e molti di più.
Piccoli gesti che molte volte restano nascosti (Matteo
6,1 – 4).
Mancano le mascherine.
Molti si approfittano di questa situazione vendendole a prezzi …
stratosferici €5.000 (si avete letto bene cinquemila! - vedi
-). Ben presto tutte le scorte di farmacie, ferramenta sono esaurite,
difficile il reintegro ed appena giunge subito smaltito. Chi per vari
motivi ne ha una scorta ha un piccolo tesoretto in casa. Ma quando
c'è da aiutare qualcuno ecco che il carattere bergamasco “viene
fuori”. Così Federico, di professione tatuatore e residente
a Nembro, dispensa il suo tesoretto di circa 800 mascherine: 200 al
Comune, 50 alla casa di Riposo, le restanti a chi ne fa richiesta
fino ad “esaurimento scorte” come dicono i volantini che
pubblicizzano le offerte dei supermercati.
Ecco vedo già i vostri
commenti “lo ha fatto per farsi pubblicità”. Beh potrebbe
essere infatti mi immagino settantenni & ottantenni che dalla
casa di Riposo si mettono in fila fuori dal suo studio per farsi fare
tatuaggi!
Di certo non hanno volti e nomi i tifosi dell'Atalanta che dovendo rinunciare alla trasferta di Valencia hanno deciso di donare i rimborsi dei biglietti all'Ospedale “Papa Giovanni XXIII” 60.000 (sessantamila ) euro.
Massimo,
titolare del b&B “La Rocca” di Grassobbio mette a
disposizione gratuitamente la propria struttura a medici ed
infermieri provenienti da altre province. “Beh, anche lui lo ha
fatto per motivi pubblicitari … “.
Evvabbè, non volete
proprio capire!
Elena,
insegnante e residente a tre chilometri dal Papa Giovanni mette a
disposizione la mansarda. Volete dire che lo fa per poter dare in
seguito lezioni private?
Termino il post
riportando la poesia dialettale “La rassa Bergamasca” di
Martino Vitali, e visto che sono … buono, sotto la traduzione in
italiano. Come potete vedere riporta in rima quello che ho cercato di
dire nel mio post.
La rassa Bergamasca
Caràter de la rassa
bergamasca:
fiàma de rar, sóta la sènder brasca.
Ma, pör in mèss a ú mónd de barlafùs,
la gh’à tant ‘ótre róbe ch’i sberlüs.
Prima de töt, l’è zét che la laùra,
che parla poc, ma franc e sensa pura,
che la ghe dà fidücia al forestèr,
basta che l’ righe drécc sö ‘lsò sentér.
La sìes de mut, d’colina o de pianüra
lé la ghe té de fa bèla figüra.
Se gh’è de ötà vergü, tra fò ‘l borsèl
se ‘n quac momèncc gh’è de riscià la pèll
a s’tira miga ‘ndre: col cör in mà
la dà ‘l so esempe de fraternità.
Fiama de rar… ma quando la se ‘mpìa
l’è mei che i g’àbe a sinsigàla mia…
chè l’ pöl söcéd che ‘ntat che ‘l föc a l’brüsa
vergü l’ se scòte e po’ … l’ domande a’ scüsa…
fiàma de rar, sóta la sènder brasca.
Ma, pör in mèss a ú mónd de barlafùs,
la gh’à tant ‘ótre róbe ch’i sberlüs.
Prima de töt, l’è zét che la laùra,
che parla poc, ma franc e sensa pura,
che la ghe dà fidücia al forestèr,
basta che l’ righe drécc sö ‘lsò sentér.
La sìes de mut, d’colina o de pianüra
lé la ghe té de fa bèla figüra.
Se gh’è de ötà vergü, tra fò ‘l borsèl
se ‘n quac momèncc gh’è de riscià la pèll
a s’tira miga ‘ndre: col cör in mà
la dà ‘l so esempe de fraternità.
Fiama de rar… ma quando la se ‘mpìa
l’è mei che i g’àbe a sinsigàla mia…
chè l’ pöl söcéd che ‘ntat che ‘l föc a l’brüsa
vergü l’ se scòte e po’ … l’ domande a’ scüsa…
Il
popolo bergamasco
Carattere
della gente bergamasca:
s’ arrabbia di raro, ma sotto la cenere c’è la brace.
Ma, pure in mezzo a un mondo di gente volubile,
possiede tante altre virtù che luccicano.
s’ arrabbia di raro, ma sotto la cenere c’è la brace.
Ma, pure in mezzo a un mondo di gente volubile,
possiede tante altre virtù che luccicano.
Per prima cosa, è gente che lavora,
che parla poco, ma franco e senza paura,
che da subito fiducia al forestiero,
basta che non esca dal suo sentiero.
Sia di montagna, di collina o di pianura,
lei ci tiene sempre a fare bella figura.
Se c’è da aiutare qualcuno, tira fuori il borsello
e se qualche volta c’è da rischiare la pelle
non si tira mai indietro: col cuore in mano
lei da sempre esempio di fraternità.
Fiamma di raro…ma quando si accende
è meglio che non venga provocata troppo …
perché può succedere che mentre la fiamma brucia
qualcuno si scotti e poi… chieda scusa…
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