mercoledì 31 ottobre 2018

Strade nuove già vecchie, strade antiche ancora moderne

I Romani posero ogni cura in tre cose soprattutto che dai Greci furono trascurate, cioè nell'aprire le strade, nel costruire acquedotti e nel disporre nel sottosuolo le cloache.” Così scriveva secoli fa Plinio il Vecchio. Nei nostri pellegrinaggi ci è capitato di camminare lungo alcuni tratti ancora integri di strade costruite dai Romani: in Portogallo lungo la “Via XIX”, su tratti delle “Voie Romaine”, in Francia, strada non lastricata ma in terra battuta, per non parlare della “Via Appia” in Italia. Cosa hanno in comune queste strade consolari? Ancora oggi, a distanza di secoli, hanno in fondo perfettamente conservato, con una struttura a “schiena d'asino” che permette in caso di piogge, anche persistenti, di drenare l'acqua ai lati della strada e consentire di camminare con i piedi asciutti, o almeno non bagnati da acqua ristagnante per terra.
Ma cosa c'entrano le strade Romane con la “Rotary Marathon dei Navigli”? Un attimo di pazienza e capirete il nesso. Domenica erano preannunciati forti temporali al nord, temporali che si sono verificati, per fortuna, nella zona del basso milanese dove si disputava la maratona, senza i disastrosi effetti che si sono avuti in altre parti d'Italia. Unico inconveniente la pioggia che ci ha accolti alla partenza. Pioggia in alcuni momenti quasi torrenziale. Il tracciato di gara si svolgeva in gran parte lungo gli argini dei navigli che sono stati asfaltati in occasione dell'EXPO. Uno si aspetterebbe di correre con i piedi asciutti, essendo stati rimpiazzati i tratti di strada bianca con asfalto e quindi, in teoria, eliminati tutti i dislivelli e pure le eventuali pozzanghere. Nulla di tutto questo. Le pozzanghere non erano più semplici pozzanghere che si potevano facilmente scavalcare con un salto, ora erano quasi laghetti lunghi, in alcuni tratti, decine di metri. Quindi fin da subito piedi bagnati! In pratica non era stato adeguatamente preparato il fondo e l'asfalto posato sopra era semplicemente “franato”, di quei pochi centimetri, è vero, ma sufficienti a fare delle lunghe conche in cui l'acqua ristagnava. Un momento! Forse il tutto era voluto, in quanto il tracciato sembra sia stato disegnato da Peppa Pig. Ma consoliamoci. Situazione ben più grave nel tratto finale della Venice Marathon, dove l'acqua in cui dovevano correre gli atleti superava di gran lunga la caviglia. E pensare che ad eliminare questo inconveniente avrebbe dovuto pensarci il MOSE, per non far bagnare i piedi degli atleti. Anche qui il vecchio Mosè, che fece passare gli Ebrei attraverso il Mar Rosso senza che si bagnassero neppure i piedi, ha fatto un lavoro migliore del nuovo e moderno MOSE!

Ma veniamo ora alla gara, giunta alla terza edizione. Pochi i partecipanti alla maratona (227 alla fine i classificati), anche se, a mio giudizio, questa gara meriterebbe numeri più consistenti. Organizzazione, alla quale partecipano tutte le amministrazioni dei comuni attraversati, buona e senza particolari sbavature. Incroci sempre presidiati e nei pochi tratti lungo strade aperte al traffico la corsia di gara era delimitata da birilli e ben segnalata. Gli ampi spazi coperti della zona Fiera consentono di raggruppare tutti i servizi, pre e post gara, al coperto ed in unico luogo. Personale preparato per i compiti assegnati e sempre pronto ad incitare gli atleti, nonostante la permanenza sotto l'acqua per molte ore.
 
 
Due parole sulla mia gara. Per la prima volta mi succede di correrla in gran parte in solitaria. Sono rimasto in compagnia di Giuseppe e di una ragazza solo dal 20° al 32° chilometro. La ragazza stava provando il passo delle 5 ore, in quanto avrebbe fatto da “pacer” con quel tempo alla maratona di Torino.
Segnalo il caso dell'automobilista “educato” e di quello “imbecille”, a dimostrazione che non esista una categoria segnata, ma persone che si comportano secondo la loro indole in ogni occasione. Poco prima della mezza maratona il tracciato di gara si snoda lungo una strada in mezzo ai campi: strada larga che consentirebbe il passaggio agevole, ed in tutta sicurezza, sia di un atleta che di una macchina. Ma un automobilista “educato” rimane nella mia scia (molto lenta devo dire) per qualche centinaio di metri e mi sorpassa... senza fretta non appena la strada si allarga ulteriormente. Chilometro 38° circa, strada a doppia corsia con spazio ai lati per pedoni, anche qui strada “moderna” con molte pozzanghere al centro strada. Sono sul lato sinistro quando un automobile guidata da un “imbecille” passa a grande velocità (abbondantemente superiore al limite consentito) e prende in pieno (volontariamente?) la pozzanghera. L'acqua schizza impetuosa, supera la corsia vuota e... mi bagna completamente! Ok, ero già bagnato, ma non certo inzuppato! 

 
 


 
 
Annotazione finale. Se secoli fa ci fosse stato nel Senato Romano il gruppo “Quinque stellae” sono sicuro che non avremmo avuto 100.000 chilometri di strade lastricate & 150.000 chilometri di strade in terra battuta. Tutte le tipologie erano larghe in media 5 metri.
ma questo è solo un mio pensiero! 


Sito WEB manifestazione
Ordine di arrivo
Sito WEB
ordine arrivo

- Rotary Marathon dei Navigli
4h 49' 09"
 
4h 48' 02"
 
 
6'50" min/km 
 

Dettaglio mia gara


658/16 
 
   208/227
-
6/9


 
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