Ecco
come viene raccontata da Alessandro Manzoni l'attesa del passaggio
dell'Adda da parte di Renzo.
“Già
cammin facendo, aveva disegnato di far lì un'altra fermatina, per
fare un pasto un po' più sostanzioso. Il corpo avrebbe anche gradito
un po' di letto; ma prima che contentarlo in questo, Renzo l'avrebbe
lasciato cader rifinito sulla strada. Il suo proposito era
d'informarsi all'osteria, della distanza dell'Adda, di cavar
destramente notizia di qualche traversa che mettesse là, e di
rincamminarsi da quella parte, subito dopo essersi rinfrescato. Nato
e cresciuto alla seconda sorgente, per dir così, di quel fiume,
aveva sentito dir più volte, che, a un certo punto, e per un certo
tratto, esso faceva confine tra lo stato milanese e il veneto: del
punto e del tratto non aveva un'idea precisa; ma, allora come allora,
l'affar più urgente era di passarlo, dovunque si fosse. Se non gli
riusciva in quel giorno, era risoluto di camminare fin che l'ora e la
lena glielo permettessero: e d'aspettar poi l'alba, in un campo, in
un deserto; dove piacesse a Dio; pur che non fosse un'osteria.”
…
Renzo arriva al fiume (ed. 1840) |
- All'Adda, per passare? - disse l'oste.
- Cioè... sì... all'Adda.
-
Volete passare dal ponte di Cassano, o sulla chiatta di Canonica?”
...
“...cominciò a
sentire un rumore, un mormorìo, un mormorìo d'acqua corrente. Sta
in orecchi; n'è certo; esclama: - è l'Adda! -
Fu il ritrovamento d'un amico, d'un fratello, d'un salvatore. La
stanchezza quasi scomparve, gli tornò il polso, sentì il sangue
scorrer libero e tepido per tutte le vene, sentì crescer la fiducia
de' pensieri, e svanire in gran parte quell'incertezza e gravità
delle cose; e non esitò a internarsi sempre più nel bosco, dietro
all'amico rumore.”
Stamattina
non ci sono fuggiaschi da Milano in cerca di un guado; lo strano
scalpiccio che si sente è più ovattato: è lo scalpiccio di decine
di scarpe di atleti che si avvicinano di buon passo verso le rive del
fiume. Eh sì, si sentono i rumori, ma si fa fatica a distinguere le
persone, è infatti ancora buio. Però a differenza di Lorenzo a cui
le strane figure “... cominciavano
a suscitarsi certe immagini, certe apparizioni, lasciatevi in serbo
dalle novelle sentite raccontar da bambino, così, per discacciarle,
o per acquietarle, recitava, camminando, dell'orazioni per i morti.”,
noi
iniziamo a distinguere strani “fantasmi” vestiti con abiti
variopinti, che corrono e se non corrono camminano veloci. Come per
incanto, ci svegliamo da questo strano torpore, vediamo volti, ma
soprattutto, divise conosciute. Stiamo partecipando alla camminata
non competitiva “Camminata
di Natale per solidarietà”
che si svolge a Trezzo d'Adda.
Renzo attraversa l'Adda sulla barca (F. Gonin) |
Il
Castello
di Trezzo,
che si staglia nero ed imponente come una Furia Nera(drago buono, come Sdentato)
nelle prime luci sembra proteggere le strane piccole creature che,
sfidando la pioggia, scendono verso il fiume Adda. Le splendide
centrali
idroelettriche,
il cui aspetto architettonico le avvicina più a ville maestose che a
fabbriche di energia, accompagnano la corsa degli
intrepidi marciatori. Sullo sfondo su un ripido dirupo, ecco spuntare
il Santuario
della Rocchetta,
nei tempi passati chiesa, posto di dogana, rifugio di briganti, oggi
placido testimone del passaggio non di briganti, non di commercianti,
non di frati, ma di atleti che con passo svelto abbandonano le rive
del fiume
Adda
per risalire, con passo lento ma risoluto, lo stretto sentiero che
riporta in quota.
Uhmm...
forse la rilettura dei capitoli XVII e XVII dei “Promessi Sposi”
mi ha contagiato: da “podista” a “poeta”, in ogni caso senza
nessuna velleità!
Colgo
l'occasione per augurare a tutti i lettori i miei migliori auguri per
le prossime festività Natalizie.
ERO ANCHIO A TREZZO, NON TI HO VISTO...HO VISTO FERDINANDO(GLI DEVO ANCORA 5 EURO CHE FIGURA), SPERO DI VEDERTI A ZANICA IL 26,COSI TI FACCIO GLI AUGURI DI PERSONA..CIAO MAO
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