Primo gennaio 2016 ore
8,30. Apro la finestra: prato e piante che sembrano scheletri sono
imbiancati dalla brina, il termometro segna -1°, un leggero mal di
gola rende la voce quasi roca. Tutto nella logica dei fatti: siamo in
inverno, l'età non è proprio delle più verdi e la stessa logica
consiglierebbe di stare in casa al caldo assaporando una fetta di
panettone accompagnata da un caffè bollente. Ma molte volte la
razionalità lascia il passo a quella sana pazzia che rende liberi; in definitiva non sono forse una pecora nera? Freddo sì, ma la
giornata è allietata da un bellissimo sole per cui anche oggi
onorerò la tradizione vecchia di quasi tre lustri: iniziare l'anno
correndo sull'anello della Roncola al Parco Callioni. So già che
difficilmente quest'anno troverò compagni di squadra con cui
condividere chilometri, fatica e chiacchiere gioiose ed alla fine un
buon tè caldo, spumante freddo e una fetta di panettone.
Correre in solitudine
ha il grande vantaggio che permette ai pensieri di spaziare
all'interno della mente senza un filo logico: ricordi del passato,
propositi per il futuro si mescolano senza un apparente filo conduttore.
Tralascio di scrivere i
ricordi dei primi giorni dell'anno precedenti in compagnia dei …
compagni su questo anello; l'ho già scritto (per chi volesse, in
calce ho inserito i relativi link).
Penso invece al nostro
gruppo, quando eravamo meno numerosi come numero di atleti iscritti, ma avevamo una visione diversa e sicuramente più ampia: si spaziava
dall'estremo Oriente (ricordate le quattro casette donate ai
pescatori dell'Isola di Nias flagellata dallo tsunami?), passando nel
continente africano per essere al fianco di Suor Ettorina, impegnata
a fornire un futuro a giovani donne nel loro paese, fino a casa
nostra, dove offrivamo a mamme di atleti la possibilità di vedere il
proprio figlio per tutta la durata della gara.
Altri tempi, in cui, almeno
per un giorno, per il primo giorno dell'anno, “allenarsi” era
condividere con gli amici spazio e tempo fianco a fianco, per far
parlare il cronometro ci sarebbe stato tutto il resto dell'anno. Ora
non si trova neppure il tempo di sostare un attimo per fare una foto
di gruppo. Piccole cose... forse!
Non voglio esprimere
giudizi, ognuno potrà trarre le sue conclusioni, io mi limito a
constatare fatti che sono sotto gli occhi ti tutti. Meglio? Peggio?
Correre in solitudine
non vuol dire correre da soli. Sì, fisicamente è così, sarei un
pazzo se affermassi il contrario, ma anche in questo viene in aiuto
la mente: i ricordi affiorano, ricordi di persone che non avrò più
modo di incontrare, ma che oggi idealmente sono al mio fianco.
Condivido tratti di
strada con Giuseppe, che pur non avendo una lira era un gran
signore; ecco, ora a noi si unisce William, che ci racconta
della sua ultima maratona corsa in Canada. Passano i giri, questi
ricordi svaniscono piano piano come la brina che oggi il pallido sole
sta sciogliendo.
Più nitidi sono i ricordi di amici che solo da poco ci hanno lasciato: rivedo Renzo, che con grande professionalità coordina le operazioni della sua gara a Zanica, Gianluigi, che mi descrive ultime variazioni apportate al percorso della maratona della Valle Seriana, che ha mantenuto il nome, ma non la distanza ed alla quale sono particolarmente affezionato, ma soprattutto Giulio, con il quale ci siamo lasciati 361 giorni fa. L'ultimo mio contatto con lui, lungo le sponde del fiume Serio, con la promessa di correre assieme la Monza Resegone; in quel giorno lui ha allungato in modo definitivo il passo. Per un attimo, ora, stiamo correndo fianco a fianco proprio come il giorno che correndo la Maratona sul Brembo su questa pista raggiunse in traguardo delle sue 100 maratone!
Più nitidi sono i ricordi di amici che solo da poco ci hanno lasciato: rivedo Renzo, che con grande professionalità coordina le operazioni della sua gara a Zanica, Gianluigi, che mi descrive ultime variazioni apportate al percorso della maratona della Valle Seriana, che ha mantenuto il nome, ma non la distanza ed alla quale sono particolarmente affezionato, ma soprattutto Giulio, con il quale ci siamo lasciati 361 giorni fa. L'ultimo mio contatto con lui, lungo le sponde del fiume Serio, con la promessa di correre assieme la Monza Resegone; in quel giorno lui ha allungato in modo definitivo il passo. Per un attimo, ora, stiamo correndo fianco a fianco proprio come il giorno che correndo la Maratona sul Brembo su questa pista raggiunse in traguardo delle sue 100 maratone!
Piano piano passa il
tempo, la temperatura è più mite. Rallento, mi fermo. Anche i
pensieri tornano attuali. Anche per quest'anno ho rispettato la
tradizione.
Penso al panettone che
ho nel bagagliaio dell'auto... lo mangerò più tardi a casa, al
caldo. Un peccato non poterlo neppure oggi condividere con gli amici, qui!
Un anno passa in fretta. Per il 2017 spero di essere ancora qui.
Solo? Staremo a vedere!
Se altre persone riscopriranno queste bella tradizione, ho già pronta l'immagine di copertina!
Post del blog
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2014 - Eravamo
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Per non dimenticare
gli amici che sono partiti quest'anno e che ci precedono nella gara
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In ricordo di Giulio - Il sogno interrotto
In ricordo di Gianluigi
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