giovedì 7 gennaio 2016

Due palloncini solitari e tristi

6 gennaio: arriva la Befana e come sempre trovo nella calza, da quindici anni, una maratona a cui partecipare. Come spesso accade, per essere sulla linea di partenza si deve fare una levataccia quasi nel pieno della notte, per il fatto che la gara si svolge lontano da casa. Pensandoci bene, però, fino a cinque anni fa, la gara si disputava praticamente fuori dall'uscio di casa. Ma allora perché essere in piedi al mattino presto? Perché la gara era la “Maratona sul Brembo”, organizzata dal mio gruppo, i Runners Bergamo, e quindi era quasi un obbligo collaborare alla buona riuscita della gara prima di correrla. Passati quei tempi: il gruppo ha aumentato in maniera esponenziale gli iscritti e dimezzato la distanza della gara, fattori che hanno contribuito a scegliere altre linee di partenza su cui schierare il gregge delle Pecore Nere.

Eccoci quindi, per la quinta volta, a Crevalcore, dove è in programma la “Maratona di Crevalcore”, giunta quest'anno alla quinta edizione. Per prima cosa vorrei annotare che piano piano le brutte ferite lasciate dal terremoto di qualche anno fa si stanno, grazie all'operosità della gente, rimarginando. Un paio d'anni fa notavo che le strutture poste in campagna erano quasi tutte state sistemate, mentre il centro cittadino portava ancora visibili i segni del terremoto, ora anche qui si sta tornando alla normalità. Certo, molto resta ancora da fare, ma sono sicuro che il prossimo anno i maratoneti vedranno la piccola cittadina come era nel corso della prima edizione di questa maratona! Come sempre, efficienti i servizi pre e post maratona.
Consegna dei pettorali di gara ordinata e veloce: come sempre, Alberta e Gianfranco sono insuperabili. La palestra riscaldata consente di potersi cambiare al caldo e sopperisce all'esiguità dello spogliatoio, fatto per contente gli atleti di un paio di squadre di pallavolo o di basket. A fine maratona gli spogliatoi fanno a pieno il loro dovere, consentendo una doccia, se non calda, almeno accettabile e, considerato il fatto che gli atleti giungono al traguardo “diluiti”, il posto per potersi cambiare è adeguato. La palestra passa dalla funzione di spogliatoio di inizio gara a quella di refettorio post gara, offrendo la possibilità di consumare, a modico prezzo, un pasto caldo.

Considerazioni sul territorio, valutazione dei servizi, ok, ma la gara?! È vero, nel mezzo si è anche disputata una gara, o meglio due, infatti oltre alla maratona si è pure corsa la 4a edizione della “Mezza della Befana” (alcuni dimezzano l'offerta, altri la raddoppiano!). Giornata fredda e bigia, ma a tenere caldi gli atleti ci pensa come sempre Roberto Brighenti, che, come quasi sempre accade, è il primo a presentarsi sulla linea di partenza (beh, diciamo a fianco) e l'ultimo ad abbandonarla: un vero esempio di professionalità. Curiosità, statistiche, gare corse; per tutti Roberto ha un'attenzione; per lui non esiste distinzione tra un atleta top e l'atleta che taglia per ultimo il traguardo, tutti meritano attenzione. Percorso ormai collaudato: due giri nella campagna bolognese. Piatto, con un paio di eccezioni: un sottopasso nel tratto iniziale ed un cavalcavia nel tratto finale. Questo cavalcavia nel secondo giro mi ha fatto perdere le ruote, pardon le gambe, di Aligi, con il quale ho condiviso buona parte del percorso. Tutto bene, dunque? Eh,no! Ho riletto il post scritto lo scorso anno e, come allora, i pacer delle quattro ore e trenta non hanno rispettato il loro compito. Non è che per la mia gara abbia bisogno di qualcuno che mi indichi il passo, ma ritengo necessario ed opportuno che quando viene offerto un servizio questo sia efficiente e che raggiunga gli obiettivi che lo stesso si pone. Non entro nel merito; chi legge abitualmente questo blog sa esattamente quale sia il compito di un pacer: correre in modo uniforme e costante l'intera distanza. Anche ieri questo non è successo. Avendo preso a riferimento i pacer delle 4,30, non è possibile che io sia transitato alla mezza, indicativamente in 2 ore e 12 minuti essendo distaccato da loro di circa un chilometro. Non sono a conoscenza di come si siano comportati gli altri pacer, ma a questo punto una domanda mi sorge spontanea: “Vuoi vedere che chi deve garantire un tempo finale di quattro ore e mezza, sballi sempre il tempo per potermi offrire lo spunto per il post?”.

Dopo la mezza piano piano mi avvicino e supero due palloncini che vagano solitari e tristi in questa campagna bolognese...

Post su blog collegati:

La Maratona dell'Acqua ha i pacers. Ahi, ahi, pacers!

Sito Web Manifestazione
Ordine di arrivo
http://www.maratonadicrevalcore.com/
 
Ordine di arrivo 
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- Maratona di Crevalcore 2016 - 
4h 22' 26" 
 
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4h 22' 26"  



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