Battere o essere
battuti anche in queste occasioni sarà motivo, il lunedì, di
simpatiche battute sui vari social network. Sparite quindi le
famiglie in queste gare. Avete notato che, da molto, non viene più
assegnato il premio alla famiglia più numerosa? In compenso sono
aumentati a dismisura i giudici di percorso: merito (?) dei vari
strumenti di misurazione individuali; al traguardo nessuno fornisce
la stessa misurazione. Forse sarà per questo continuo scrutare lo
strumento indossato al polso che alcuni domenica hanno sbagliato
percorso... naturalmente allungandolo, e questo nonostante l'ottima
segnalazione posta in essere, con frecce orizzontali e verticali,
dall'organizzazione. Anche in questa gara ci siamo comportati da
“Pecore Nere”: passo tranquillo, anche dovuto al fatto che
avevamo nelle gambe la maratona del 6 gennaio, quella bolognese. Un
solo attimo di nostalgia quando il percorso ha sfiorato, leggero come
una piuma, l'anello dove si correva il 6 gennaio la maratona, quella
bergamasca! Ora qualcuno si domanderà il senso del titolo del post.
I soliti maligni diranno che è del tutto fuori luogo: da anni esiste
l'euro, che senso ha ricordare di come fosse forte la valuta espressa
in marchi? Quindi non più polemiche sul forte marco, sulla fluttuante
sterlina oppure sulla debole liretta italiana; roba del passato, di un
lontano passato. Giusto, dico io, ma non avete osservato con
attenzione la grafia: Marco e non marco! Parafrasando e
modificando un po' una frase del grande Totò: “È
la maiuscola che fa la differenza!”. Mi riferisco a “Marco
il Mister”. Da tempo assente dai “campi di gara”,
beh, diciamo dai “percorsi di … corsa”, solo da un mese
ha ripreso a correre. Lo raggiungo ad un ristoro; è in buona
compagnia e sorridente. Ha molti motivi per sorridere: la buona
riuscita della maratonina di cui è uno dei principali organizzatori,
le iscrizioni al gruppo sportivo che vanno a gonfie vele, ma soprattutto il fatto che
ora riesce a correre senza particolari problemi distanze superiori ai
dieci chilometri. Il tempo di bere un bicchiere di tè, il tempo per
scattare una foto assieme e poi riprendiamo la corsa. Visto che è
fermo da molto tempo, penso di raggiungere il traguardo in tutta
tranquillità in sua compagnia. Mi accorgo da subito, però, che il
suo passo è buono e... veloce, almeno per i miei standard. Infatti...
alla prima e unica salita rimango inesorabilmente staccato. Il
distacco, prima impercettibile, piano piano aumenta... ma ho un paio di
jolly nella mia manica. Il primo è la compagnia di Nicola. Oggi la
sua opera di buon samaritano sarà quella di accompagnare un
vecchietto all'arrivo. Il secondo è la divisa indossata oggi dal
Mister: quella dei Saiocc di Osio, molto appariscente e visibile per
cui manteniamo il distacco in termini accettabili. Piano piano ci
riportiamo sotto e, quando mancano un paio di chilometri all'arrivo,
raggiungiamo il fuggitivo. Nicola, terminata la sua buona azione
velocemente, ci lascia allontanandosi e dopo poco sarà solo un
piccolo puntino. Termino, di buon passo, la gara in compagnia di
Marco.
Un timido sole si fa largo tra le nuvole ed illumina la grigia
giornata. Un bel sorriso illumina la faccia del Mister.
Bentornato, Marco!
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