È
ormai tradizione dei podisti bergamaschi, e non solo, correre nella
giornata di Pasquetta a Pagazzano, dove si disputa la “Milano
Venezia”, una delle non competitive più longeve della
Bergamasca, ormai giunta alla 41a edizione. Facendo un
collegamento “gastronomico”, si può affermare che Pagazzano sta
alla Pasqua, come Zanica, con la sua maratonina, sta al Natale: nel
primo caso si smaltisce la colomba, nel secondo il panettone!
Il
nome deriva dalla posizione in cui si trova Pagazzano, lungo il
“Fosso Bergamasco”, fosso che una volta fungeva da confine tra la
Repubblica Veneta ed il Ducato di Milano. Ecco quindi spiegato in
poche parole da dove deriva il nome; in pratica la gara sconfina più
volte in pochi chilometri.
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Three BlackSheepRunner & un capretto, si vede dalla barba! |
Sono
ormai parecchi anni che partecipo a questa gara e devo dire che molti
sono i cambiamenti che hanno trasformato profondamente il territorio
(e forse non in meglio...). Anni fa il Fosso Bergamasco era “vivo”,
nel senso che si potevano osservare pesci in acqua e ranocchi lungo
le sponde; suoni comuni erano i muggiti delle mucche nelle stalle
delle numerose cascine, in attesa di essere munte; le strade erano
poco più che viottoli asfaltati. Insomma la tipica pianura della
Bassa Bergamasca. Oggi il territorio è sfregiato da opere: inutili?
Sovradimensionate? Di certo incompiute e … ferme. La “BreBeMi”
lo sta a dimostrare. In lontananza si sente lo sferragliare di un
Freccia Bianca. Molte cascine sono state abbandonate e sembrano
fantasmi che vegliano su una civiltà contadina che non c'è più e
su una civiltà industriale che non è ancora compiuta.
Molti
i partecipanti a questa gara, tra i quali le “Pecore nere” al
completo. Ecco, gara in compagnia, ho subito pensato, tanto più che
due “pecore” avevano (?) seri problemi al tallone.
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Casello BreBeMI... quando funzionante? |
Ma
il pensiero si è subito rivelato errato. Dopo poche centinaia di
metri, eccomi solo e... in ultima posizione. Sarà così per tutta la
gara. Beh, cosa normale a pensarci bene: io non avevo nessun problema
al tallone!
Per
un lungo tratto del percorso sono stato in compagnia di Claudio ed è
stata l'occasione per chiacchierare un po' e per “fargli fare” il
passo con cui intende affrontare la “Nove Colli”. Nell'augurargli
un grandissimo in bocca al lupo per la sua gara, posso affermare che
ha le motivazioni e la mentalità giusta per portarla a termine nel
migliore dei modi.
Certo
non dovrà guadare fiumi e torrenti, anche se oggi la tentazione è
stata troppo forte. Come David, mio nipote, si diverte un mondo a
zampettare allegro nel fango, così oggi Claudio cercava il greto del
torrente per “far rivivere il Peter Pan” che c'è dentro ognuno
di noi.
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Splash, ciac, spalshhh.... |
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