La
partecipazione a questa gara, per la sua logistica, era stata decisa
da un paio di mesi, per cui problemi fisici una settimana prima
potevano “mandare tutto all'aria”. Qualche seduta dal mio
personale “massaggiatore/psicologo” ha rimesso le cose a posto,
per cui, anche se non in
perfetta forma, si parte... ci saranno un paio di giorni per
eventuali ripensamenti sulla partecipazione alla gara.
Le
premesse per la defezione, anche all'ultimo momento, ci sono tutte.
La consegna dei pettorali di gara è veloce e senza problemi. Pacco
gara consistente in una maglietta, nessun gadget “che fa peso &
volume” come da noi. Chiedo alla nostra guida di
informarsi sulle
modalità di “raccolta” di eventuali atleti ritirati. La risposta
avuta mi preoccupa un po': “Basta
seguire le frecce in senso inverso, camminando però sul marciapiede
e raggiungere il luogo di partenza. Al limite può prendere un
taxi!”.
Questa risposta prevede due considerazioni. La prima: non è previsto
un servizio scopa; la seconda: le strade non sono chiuse al traffico
e... ,visto come guidano da queste parti, è un bel problema. Per
fare un paragone diciamo che la guida del traffico di Marrakech sta
alla guida di Napoli, come il traffico di Napoli sta al traffico di
Bergamo!
Ecco
il giorno della gara. I
dubbi per
la partecipazione non mi hanno ancora abbandonato del tutto. Durante
il tragitto verso la linea di partenza “vedo”
una buona notizia: in lontananza un “bel” furgoncino per il
recupero di atleti ritirati. Bene! Si parte, è deciso! Siamo
schierati sulla linea di partenza e una seconda buona notizia mi
“solleva
da terra”.
Sento prima, prima di vederlo,
Adriano; con la sua presenza la certezza di raggiungere il traguardo
è al 100%. I miei piedi ora non toccano più la strada; solo ora mi
accorgo che il motivo non è la notizia, ma la … presa di Adriano
che mi ha sollevato di peso!
Ehi Claudio, il fotografo è davanti! Runners Bergamo in trasferta |
Appena
partiti i miei dubbi sulla presenza del traffico sul percorso della
maratona sono completamente fugati: tutto il percorso è presidiato
da forze di polizia ed esercito, non una presenza sporadica, ma
sempre costante e massiccia, diciamo ogni cento metri ed a tutti gli
incroci! Non solo non passavano le auto, ma anche le biciclette e
pedoni non potevano stare sulla strada!
Ristori
regolari e spartani: acqua, datteri ed uvette, negli ultimi anche
mandarini. Tutto normale, si potrebbe dire. Quello che mi ha
particolarmente e favorevolmente colpito è stata la forma: datteri
ed uvette in porzioni singole e messe in sacchetti di plastica
chiusi; mandarini interi, buccia compresa. Igiene rispettata
al massimo. Mi sono venuti in mente ristori di maratone italiane dove
erano presenti sui tavoli pezzi di banane sbucciate,
mele a
fette e uvette sparse... il tutto sotto un bel sole. Lascio alla
fantasia del lettore immagini e commenti.
La
corsa prosegue regolare: La
prima metà della gara è
corsa nella periferia della città con pubblico ai lati della strada
festante e con i bambini che porgono gioiosi il “cinque”. Verso
metà gara ci ricongiungiamo con gli atleti della mezza per un breve
tratto in comune. Un atleta getta per terra un sacchettino con
datteri ed uvette. Subito alcuni bambini, sfidando un burbero
poliziotto, si avventano sul sacchetto. È
un
piccolo dono che allieta la loro mattinata.
Al
ristoro successivo faccio incetta di sacchettini, ne prendo almeno
cinque! No, no, nessuna crisi di fame. Saranno il mio modo di
ringraziare i ragazzini per il tifo che stanno facendo.
Ora
la maratona si allontana dalla città e si dirige verso il palmeto
che avevamo visitato il giorno prima. Qui a poche decine di metri
coabitano due realtà completamente diverse. La prima consiste nella
presenza di famiglie che vivono in case fatte di fango e paglia. Ecco
sulla strada alcuni bambini, abitanti in quelle case, che tendono la
mano per dare il cinque.
Ecco la mia mano che oltre al cinque dà
loro anche il piccolo dono. Mentre mi allontano sento la voce di
quello
che potrebbe essere il
padre o il
fratello maggiore che mi dice: “Merci,
mon ami!”.
Altri ristori, stesso rituale. Dentro di me risuona sempre quella
frase. Credo di non aver mai ricevuto un incitamento più
gratificante in tutte le maratone corse. Come dicevo prima, due
realtà: accanto
alle case di paglia sorgono lussuose villette immerse nel palmeto ed
alberghi ai bordi dei campi da golf. È
qui
l'unica cosa stonata in tutta la maratona. Mentre
prima era
serrato e ferreo il controllo sul traffico: neppure i pedoni potevano
transitare sulla strada dove correvano i maratoneti, qui, incuranti
degli atleti, sfrecciano veloci potenti auto e suv. È
solo per qualche centinaio di metri, ma è sufficiente per capire che
tutto il mondo è paese!
Bambini in primo piano, sullo sfondo le loro abitazioni |
Ora
ci dirigiamo verso il centro... miei ultimi chilometri. Adriano è
ancora lontano!
Prima
del traguardo incontro Fausto, lui ha già terminato. Poche decine di
metri ed anche la mia gara è terminata. Oggi sono secondo!
Grazie Fausto per questa bella cronaca, non sono una Maratoneta Strong come Voi, ma anch'io ho qualche esperienza e condivido quanto hai espresso, sono felice di aver percorso la mia prima Mezza Maratona in Terra Africana, grazie ancora un abbraccio e...à la prochaine!!!
RispondiEliminaBonjour,
RispondiEliminaMerci et mille mercis pour tous ce que vous avez apprécié sur le Marathon International de Marrakech.
touts nos félicitations d'avoir terminé votre course.
A la prochaine édition du 25 Janvier 2015.
Mr Ghanane
Nous tenons à vous remercier pour ce beau et sympathique récit qui est une véritable reconnaissance pour l’équipe d’organisation et aussi pour Ies habitants de Marrakech qui offrent un accueil chaleureux et sincères à tous les coureurs.
RispondiEliminaUn « GRAND MERCI » pour tout ça « MON AMI » ! nous aurons toujours du plaisir à vous accueillir à Marrakech.
Bien sportivement
Françoise CHANTELOUP / ESCAPADES