lunedì 13 gennaio 2014

Aria di casa mia

Oggi corsa non competitiva praticamente fuori dall'uscio. Si correva infatti a Sabbio, frazione di Dalmine, la 33a edizione della “Caminada inturen al campanel de Sabe”, organizzata dal Gruppo Podistico Sabbio. Percorso leggermente variato rispetto agli scorsi anni in quanto si è dovuto adeguare alle nuove normative che impongono che la lunghezza massima dei percorsi per le camminate sia di 20 chilometri. In realtà sembra che sia possibile avere lunghezze maggiori, ma in questo caso l'organizzazione deve permettere la partecipazione solo a quegli atleti in possesso del certificato medico sportivo per attività agonistica. Quando si dice favorire l'attività sportiva ed accrescere il numero dei partecipanti... Da una prima lettura del calendario delle marce non competitive sembra che tutti si siano adeguati alla nuova normativa, per cui spariscono tracciati che sono stati per anni delle pietre miliari delle camminate non competitive bergamasche. Tracciati validi non solo dal punto di vista sportivo, ma soprattutto da quello paesaggistico; cito tra tutti la “Maratona della Valle Seriana”, anche se sul tracciato ridotto a 30 Km, e la “Maratona della Val di Scalve”, un vero e proprio manifesto sulle possibilità turistiche della valle. Ma veniamo alla gara di oggi.Come dicevo all'inizio, il tracciato è stato variato, ma ha saputo mantenere la sua bellezza e le sue caratteristiche. Si inizia costeggiando lo stabilimento
della Tenaris, ex tubi Dalmine, che è sempre stato per la zona una fonte di sicura occupazione. Dopo poco si transita su
una strada a me conosciuta e percorsa di recente. Infatti si è per un tratto sul percorso della Mezza maratona sul Brembo, corsa il 6 gennaio. È ancora fresco il ricordo del tracciato fatto in compagnia di Fausto e Giuliano, solo pochi giorni, fa sotto la pioggia, per misurare e segnare il percorso della gara dei Runners Bergamo. Passano i chilometri ed eccoci sulla strada sterrata che conduce da Osio a Treviolo, passando per Dalmine. Qui i ricordi sono un po' più sbiaditi. Queste strade sono state i nostri percorsi di “allenamento” per i cammini di Santiago e della Via Francigena. Li abbiamo percorsi diverse volte, io e Rossana, con lo zaino sulle spalle. Verso metà gara si entra sul circuito del Parco Callioni, alla Roncola. Qui i ricordi si mescolano. Si passa dai ricordi di molti anni fa, quando con le figlie si facevano lunghe pedalate con la mountain bike, a quelli più recenti, quando la compagnia era un vispo nipotino che “vedeva” draghi in ogni cespuglio e gli alberi maestosi diventavano, sempre nella fantasia di David, enormi dinosauri. Certo di fantasia devono averne avuta anche coloro che hanno posto i cartelli indicanti la distanza, infatti qui il chilometro era lungo ben 1280 metri circa. No, non ho usato nessun misuratore elettronico, di quelli che ormai quasi tutti i podisti possiedono, ma in questo caso la perfetta conoscenza dell'anello fa sì che io sia molto più attendibile di qualsiasi diavoleria elettronica (ecco sento già Rossana ripetermi il proverbio bergamasco “Chi gà mia de antadur, i se anta des per lur”, beh, forse ha ragione!).
Rientrando a Dalmine, ancora un tratto del percorso della mezza; ora l'arrivo è vicino ed i ricordi svaniscono...


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