martedì 5 marzo 2024

Un criceto in libertà

Finalmente una domenica di corsa “libera”: nessuna corsa in programma sul pista del Parco Callioni, circuito che molti definiscono, forse a ragione, “da criceto”. Come dargli torto? Un conto è percorrerlo inserendolo in un percorso più lungo; doverlo ripetere per decine di volte assomiglia molto alla corsa sulla ruota posta in una gabbia del criceto che, per “mantenersi in forma”, continua a girare. Domenica “libera” dallo scrivere il post, che molte volte serve più come mio diario personale, che per i miei venticinque lettori che, forse, lo leggono più per amicizia che per un reale interesse. Giornata ideale per la corsa. Partenza da casa senza nessuna meta particolare, senza nessun chilometraggio prefissato e soprattutto con la testa libera; oggi saranno le gambe a decidere tracciato, durata ed andatura. 

Bene.

Bene? Forse no! Dopo aver percorso neppure 500 metri con la testa libera da pensieri, è il “tallone” che si fa sentire. “Ehi! Oggi avresti dovuto stare fermo; la pomata di arnica che mi hai dato per tutta settimana non sta facendo effetto ...”. In effetti sento un leggero dolore al tallone. Evabbè, prima o poi passerà. Non passa neppure un minuto che è la “schiena” a mugugnare: “Domenica prossima hai la maratona di Brescia ed oggi avremmo potuto stare tranquillamente a casa a riposare …”. Forse è meglio tornare alle vecchie abitudini ed ingannare tallone, schiena e quant'altro con l'aiuto della “testa”. Detto fatto. Per prima cosa, visto che mi sto dirigendo verso Curnasco, ne approfitto per un saluto a Gianni. Ricordarlo non mi dà un senso di tristezza, ma di serenità. Ecco, decido di ripercorrere tratti della “sua” corsa, con qualche variante. La prima variante mi porta al Parco della Trucca. Qui noto alcune cose che non sono cambiate negli ultimi anni. Per esempio, lungo il percorso ci sono ancora tratti con pozzanghere. Questo inconveniente fa sì che molti atleti decidano di non approfittare della pista per allenarsi, ma di scegliere altri luoghi. Ma si sa che quelli che sono inconvenienti per alcuni sono opportunità per altri. Mi riferisco ai bambini che appena vedono le pozzanghere si fiondano dentro schizzando acqua (ed un po' di fango) ridendo soddisfatti della loro marachella. Oggi la pista è deserta: gli atleti sono altrove ed i bambini ancora a letto. Il nuovo del Parco alla Trucca è il “Bosco della Memoria”, in ricordo delle vittime del Malo Male. Uscendo da Parco, proseguo lungo il nuovo tracciato della Ciclabile che fiancheggia la ferrovia.

 Anche qui un confronto tra “vecchio e nuovo”. Nuovo il fondo della ciclabile, di recente asfaltato e perfettamente agibile anche la sera in quanto illuminato, vecchio lo sfondo dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII, che negli anni bui del Malo Male ha rappresentato una luce di speranza per molti. Ad un certo punto la ciclabile asfaltata si trasforma in un percorso ad ostacoli, dove gli ostacoli sono enormi pozzanghere. Nulla di strano: si esce dal comune di Bergamo e si entra in quello di Treviolo. Bella l'idea di creare una ciclabile, assurda (a mio giudizio) la decisione di farla terminare al confine. Visto che il Sindaco di Treviolo è anche presidente della Provincia, sarebbe stata una buon idea far parlare le due amministrazioni per far pedalare in tutta sicurezza e facilità gli abitanti dei due comuni. Beh, io sono ottimista e voglio sperare che in un futuro questo sia possibile. Raggiungo, con i piedi bagnati, la cabina dove quattro anni, nella mia ultima corsa libera prima delle restrizioni che ci hanno relegato in casa, ho visto che un imbecille ha scritto “Coronavirus Partigiano”. (Qui il link al post che scrissi allora, per stigmatizzare la scritta: “Coronavius: scoperto a Bergamo un nuovo sintomo”; era il 23 febbraio 2020). 

La scritta ora è coperta in parte da altre scritte e sappiamo tutti come è andata a finire. Ora sono sul percorso della corsa organizzata dagli amici dell'AVIS Curnasco. La scritta rimanda la mente indietro di quattro anni. Tra i fatti salienti di quattro anni fa ci fu la pacifica invasione dei Russi: 9 quadrimotori sbarcarono a Pratica di Mare: 22 veicoli militari e 104 persone (tra cui 28 medici e 4 infermieri). Molto si è detto su questa missione; quello che è certo che allora fu giudicato, da alcuni, un prezioso aiuto. Per una coincidenza, quasi nello stesso periodo temporale, a distanza di due anni, abbiamo assistito ad un altro tipo di sbarco operato dagli stessi Russi. Funziona! Cosa? Impegnare la testa, infatti sia il “tallone” che la “schiena” ora sono tranquilli ed il male è del tutto scomparso. Quello che ricompare è il mio dolce incubo: la ciclabile del parco Callioni. Nessun problema, oggi solo un giro e poi via. Quello che noto subito è che oggi la pista ha subito una pulizia, infatti non presenta più lo strato scivoloso in alcuni tratti, dovuto alle foglie cadute in autunno, che nel frattempo sono diventate poltiglia. Sono presenti numerosi atleti che si stanno allenando, oggi in numero più marcato del solito. Non saranno forse quelli che hanno abbandonato il Parco della Trucca? Scelgo per la via del ritorno la “Boot Hill” (Collina degli Stivali), di recente fattami scoprire da Roberto. Una strada in salita al confine tra Curno e Treviolo con una lunghezza di circa un chilometro. Credevo di conoscere abbastanza bene tutte le strade del mio comune, ma in effetti non era così. L'avevo sempre evitata, forse perché era in … salita. Questa volta ho approfittato della mia giornata da “libero criceto” per percorrerla. 


Pensandoci bene, da ora in avanti per me sarà “
Crazy Horse Hill” (Collina di Cavallo Pazzo), sia per rimanere in tema western sia per omaggiare chi me l'ha fatta scoprire.



Rientro nella mia gabbietta, stanco ma soddisfatto, e … “libero” questa volta dal dover rispettare la regola del sessanta!

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