giovedì 29 febbraio 2024

Speranza: un sogno ad occhi aperti

Eccomi giunto alla fine del mio personale trittico di corse solitarie per la pace e non potevo che terminare con una maratona. Per la verità domenica avrei dovuto correre solo una mezza, in quanto avevo previsto di correre la maratona come seconda gara, ma un piacevole imprevisto mi ha fatto cambiare idea. Quale? Beh, se siete curiosi, leggete il post precedente. Eccomi quindi alla partenza della “Run for peace & HOPE” (ho già detto il perché del titolo in inglese e non mi ripeto). Probabilmente alcuni di voi avranno capito che il titolo non è farina del mio sacco: è di Aristotele, ma si adatta perfettamente alla situazione. Ecco quindi che le mie riflessioni sono su cosa potrà succedere nei prossimi giorni. Si intravedono, almeno per la Palestina, deboli speranze, se non della pace, almeno di qualche attenuazione delle sofferenza per la popolazione palestinese, mentre tutto sembra essere senza speranza nelle fredde pianure ucraine.
Qui nessun segnale seppure debole di un'attenuazione degli inumani attacchi sulla popolazione civile, distante centinaia di chilometri dalla linea del fronte. Mentre corro, mi viene in mente una frase di Sant'Agostino sulle speranza: “La speranza ha due bellissime figlie. I loro nomi sono rabbia e coraggio. Rabbia per come stanno le cose, coraggio per cambiarle”. Certo, “rabbia”. Come non essere d'accordo nel vedere bambini che patiscono la fame, che non sono sicuri per i continui bombardamenti voluti da un governo che si regge sulla guerra, ma la “rabbia” non può essere a senso unico. Provo la stessa rabbia per chi è tenuto in ostaggio e con le stesse situazioni di disagio della popolazione palestinese, da terroristi i cui capi spesso sono lontani non solo dalla popolo, ma vivono in sicuri in lussuosi alberghi distanti chilometri. “Coraggio” per cambiare le cose, ma questo coraggio lo deve avere chi è sul posto!

Facile per noi dirlo. Ma cosa possiamo fare? Di certo non aiuta essere divisi in fazioni. Qui non siamo allo stadio. Manifestare in una sola direzione, parteggiare per una sola parte nel caso della Palestina non aiuta di certo la causa. Mi rendo conto che il post sta prendendo una piega un po' al di fuori della linea di un blog che dovrebbe parlare di corse. Avete ragione, ma anche io non ho del tutto torto, in quanto “Per correre da solo su di un circuito da criceto si deve impegnare oltre che le gambe, anche la mente...”. Visto che sono in tema di citazioni, termino (e questa volta davvero) la parte “fuori dal coro” del post. “Questa speranza la manterremo come un’ ancora solida e ferma della nostra anima (San Paolo nella Lettera agli Ebrei).

Giornata ideale per la corsa. Temperatura primaverile ed il sole, anche se pallido, fa capolino tra le nuvole. Che sia una giornata ideale per la corsa lo testimoniano i molti atleti presenti sul circuito, oggi in numero più nutrito del solito. Incontro pure alcuni amici dei Runners Bergamo; tra questi Gianmario, oggi in veste di “coach” di Deborah, che ha in programma un lungo in preparazione della sua prossima maratona di Roma. A breve si aggiunge al loro gruppetto anche Max. Questa volta ho imparato la lezione: anche se hanno il mio stesso senso di corsa, hanno il passo decisamente più veloce del mio, per cui mi raggiungono, mi salutano e … li lascio allontanare velocemente … rallentando il mio passo. Per la verità, verso la fine del loro allenamento, Gianmario, che si era momentaneamente distaccato, dopo avermi raggiunto dice la frase famosa: “Questo giro la faccio con te, al tuo passo …”. Beh, proposito mantenuto per poche decine di metri; infatti, appena il gruppetto si riunisce … avete capito! Dopo poco sono già spariti dalla vista. Come di consueto, quando il mio personale “smartwatch” batte mezzogiorno (eh sì, non mi accontento di uno comune: il mio è il campanile della Roncola), mi ritrovo solo soletto sulla ciclabile. Manca una decina di chilometri alla fine della mia gara, il che vuol dire che sono tranquillamente in media per concludere la gara sotto le sei ore. Nessun problema alla schiena, il che mi consola anche in vista della prossima maratona di Brescia.

Anche oggi ho mantenuto la posizione di testa, conquistata già nel primo giro, fino alla fine! Termino la maratona con un buon tempo (ok, buono per me): 5h 40' 15” (regola 60 ok!).



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