Tra le “cose” che
mi accomunano con Alex Zanardi, c'è la maratona o meglio il modo di
“correre” una maratona … la mancanza delle gambe! Fatto reale
ed inconfutabile per Alex, fatto virtuale nel mio caso, nel senso che
correndo in questi ultimi periodi e vedendo i tempi ottenuti, mi
sembra proprio di essere senza gambe, ma la felicità che mi dà la
corsa è la stessa da sempre. Con questo non voglio assolutamente
dire di essere uguale ad Alex. Per rimanere in argomento e per
definire, in senso metaforico, i valori in campo, diciamo che, mentre
lui sta per tagliare il traguardo, io sono ancora al primo
chilometro. Alex ha vinto medaglie Olimpiche, campionati mondiali,
importanti maratone, mentre io al massimo posso vincere una gara con
Rossana, mia moglie … la Nonna, mentre arrivo secondo se l'altro
concorrente è il mio nipotino Tommaso. Beh, qui potrei arrivare pure
primo, ma vedere il suo sorriso e sentire la sua risata perché ha
battuto il nonno, vale di certo più di una mia “vittoria”.
Quando sarà un po' più grande, però, gli spiegherò che arrivare
primi non è tutto, e non sempre si riesce ad ottenere il risultato,
ma importante è partecipare mettendo tutto l'impegno possibile.
Facendo questo, ogni risultato sarà da considerare una vittoria. Ma
questo, come direbbe Roberto Brighenti “... è tutta un'altra
storia”.
Durante il lockdown ho
sentito molte persone (commercianti, artigiani, gente comune, etc.)
pronunciare la frase: “La pandemia ci ha tagliato le gambe ...”
difficile la ripresa, quasi impossibile il ritorno alla normalità.
Lo sconforto è più forte della voglia di ricominciare, di
ripartire, di tornare seppur lentamente alla normalità.
Ecco un'altra “cosa”
che mi accomuna con Alex: il fatto di poter dimostrare la possibilità
di potersi rialzare dopo il lockdown. Nel mio piccolo ho partecipato
alla 100 chilometri organizzata dai Fò di Pè (qui tutti i dettagli
“Il
Brigante non molla”), lui organizzando la staffetta “Obiettivo
Tricolore”. Tutte e due le manifestazioni hanno come obiettivo
finale quello di simboleggiare la ripartenza. Nel mio caso la
ripartenza era legata a Bergamo ed ai bergamaschi, mentre quella
organizzata da Alex riguardava l'Italia intera. Il succo: se un
vecchietto alla soglia dei 70 anni riesce a portare a termine una 100
chilometri, se atleti disabili percorrono migliaia di chilometri
unendo idealmente tutta l'Italia, questo è un messaggio di
solidarietà e speranza, nato dopo l’emergenza Covid-19, per
portare avanti un progetto di rinascita che accomuna le due
iniziative.
Sono sicuro che in molte altre parti della penisola ci
saranno iniziative simili.
Venerdì 19 giugno, ore
16.45, statale 146, un incidente ferma la corsa di Alex.
Mentre
scrivo questo post il bollettino medico recita: “Il
paziente è sedato, intubato e ventilato meccanicamente e la prognosi
è riservata. L’équipe multidisciplinare che lo ha in cura
valuterà nei prossimi giorni eventuali azioni
diagnostico-terapeutiche da intraprendere”.
I medici sono fiduciosi.
La manifestazione
Obiettivo Tricolore continua: “Attesa mista a speranza in
Abruzzo per Obiettivo Tricolore, al grido di “Insieme per Alex”,
dopo l’incidente che ha coinvolto Zanardi con la sua handbike
venerdì scorso in Toscana ma ancora ricoverato in terapia intensiva
all’ospedale Le Scotte di Siena. In suo onore, i protagonisti della
staffetta e tutta la carovana di Obiettivo Tricolore hanno deciso di
proseguire il viaggio verso Santa Maria di Leuca, in Puglia, dove il
28 giugno terminerà la manifestazione organizzata a scopo solidale e
puramente dimostrativo, come segno di rinascita verso lo sport
italiano e il mondo paralimpico duramente colpiti dall’emergenza
Covid-19”.
Miglior segno non si
poteva dare.
Nel mio piccolo ho
deciso di essere a fianco (virtualmente) ad Alex nel solito modo …
correndo una mezza maratona (beh, solito percorso della “Mezza sul
Brembo”), ma il mio pensiero era rivolto ad Alex: per lui il motto (rivisitato), che si legge ancora oggi nella bergamasca:
#alexmolamia!
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