lunedì 22 giugno 2020

Correre con il cuore


Tra le “cose” che mi accomunano con Alex Zanardi, c'è la maratona o meglio il modo di “correre” una maratona … la mancanza delle gambe! Fatto reale ed inconfutabile per Alex, fatto virtuale nel mio caso, nel senso che correndo in questi ultimi periodi e vedendo i tempi ottenuti, mi sembra proprio di essere senza gambe, ma la felicità che mi dà la corsa è la stessa da sempre. Con questo non voglio assolutamente dire di essere uguale ad Alex. Per rimanere in argomento e per definire, in senso metaforico, i valori in campo, diciamo che, mentre lui sta per tagliare il traguardo, io sono ancora al primo chilometro. Alex ha vinto medaglie Olimpiche, campionati mondiali, importanti maratone, mentre io al massimo posso vincere una gara con Rossana, mia moglie … la Nonna, mentre arrivo secondo se l'altro concorrente è il mio nipotino Tommaso. Beh, qui potrei arrivare pure primo, ma vedere il suo sorriso e sentire la sua risata perché ha battuto il nonno, vale di certo più di una mia “vittoria”. 

Quando sarà un po' più grande, però, gli spiegherò che arrivare primi non è tutto, e non sempre si riesce ad ottenere il risultato, ma importante è partecipare mettendo tutto l'impegno possibile. Facendo questo, ogni risultato sarà da considerare una vittoria. Ma questo, come direbbe Roberto Brighenti “... è tutta un'altra storia”.
Durante il lockdown ho sentito molte persone (commercianti, artigiani, gente comune, etc.) pronunciare la frase: “La pandemia ci ha tagliato le gambe ...” difficile la ripresa, quasi impossibile il ritorno alla normalità. Lo sconforto è più forte della voglia di ricominciare, di ripartire, di tornare seppur lentamente alla normalità.
Ecco un'altra “cosa” che mi accomuna con Alex: il fatto di poter dimostrare la possibilità di potersi rialzare dopo il lockdown. Nel mio piccolo ho partecipato alla 100 chilometri organizzata dai Fò di Pè (qui tutti i dettagli “Il Brigante non molla”), lui organizzando la staffetta “Obiettivo Tricolore”. Tutte e due le manifestazioni hanno come obiettivo finale quello di simboleggiare la ripartenza. Nel mio caso la ripartenza era legata a Bergamo ed ai bergamaschi, mentre quella organizzata da Alex riguardava l'Italia intera. Il succo: se un vecchietto alla soglia dei 70 anni riesce a portare a termine una 100 chilometri, se atleti disabili percorrono migliaia di chilometri unendo idealmente tutta l'Italia, questo è un messaggio di solidarietà e speranza, nato dopo l’emergenza Covid-19, per portare avanti un progetto di rinascita che accomuna le due iniziative. 
Sono sicuro che in molte altre parti della penisola ci saranno iniziative simili.
Venerdì 19 giugno, ore 16.45, statale 146, un incidente ferma la corsa di Alex.
Mentre scrivo questo post il bollettino medico recita: “Il paziente è sedato, intubato e ventilato meccanicamente e la prognosi è riservata. L’équipe multidisciplinare che lo ha in cura valuterà nei prossimi giorni eventuali azioni diagnostico-terapeutiche da intraprendere”. I medici sono fiduciosi.
La manifestazione Obiettivo Tricolore continua: “Attesa mista a speranza in Abruzzo per Obiettivo Tricolore, al grido di “Insieme per Alex”, dopo l’incidente che ha coinvolto Zanardi con la sua handbike venerdì scorso in Toscana ma ancora ricoverato in terapia intensiva all’ospedale Le Scotte di Siena. In suo  onore, i protagonisti della staffetta e tutta la carovana di Obiettivo Tricolore hanno deciso di proseguire il viaggio verso Santa Maria di Leuca, in Puglia, dove il 28 giugno terminerà la manifestazione organizzata a scopo solidale e puramente dimostrativo, come segno di rinascita verso lo sport italiano e il mondo paralimpico duramente colpiti dall’emergenza Covid-19”.
Miglior segno non si poteva dare.
Nel mio piccolo ho deciso di essere a fianco (virtualmente) ad Alex nel solito modo … correndo una mezza maratona (beh, solito percorso della “Mezza sul Brembo”), ma il mio pensiero era rivolto ad Alex: per lui il motto (rivisitato), che si legge ancora oggi nella bergamasca:

#alexmolamia!



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