mercoledì 27 maggio 2020

Nel mio piccolo, una piccola impresa


Inizio con un avviso: se cercate nel post tempi eclatanti in una gara di ultramaratona, oppure distanze “impossibili” al limite della resistenza, non continuate la lettura, perderete solo tempo. Dico subito che molti, pur proseguendo nella lettura, sorrideranno; spero sia solo un sorriso di divertimento e non un sorriso di compassione. Puntuale come le tasse, a fine maggio si disputa da decenni la 100 chilometri italiana più blasonata: la “100 chilometri del Passatore”. Questa gara è stata vinta, nella classifica a squadre, negli anni passati, più volte dai Runners Bergamo. Paola Sanna, con la maglia dei Runners Bergamo, la vince due volte e si piazza altre sei volte sul podio.

Altri atleti della mia società hanno ottenuto grandi risultati in questa gara, piazzandosi più volte nelle prime 10 posizioni. Ci sono inoltre atleti che, pur non avendo piazzamenti di rilievo, hanno, a mio giudizio, compiuto grandi imprese. Ne cito solo due: Fausto, che ha portato a termine ben 20 edizioni e Giuliano che, con caparbietà e grandi sacrifici, ha voluto portare a termine, al suo rientro dopo una lunga pausa, la 100 chilometri. Ora tutti e due hanno detto: “Basta 100!”, ma di questo io non sono sicuro … In effetti, quando si tratta della corsa, per noi amanti della corsa, le parole spesso sono scritte sulla sabbia. Io avevo sempre detto: “Il mio traguardo è la maratona; alla cento chilometri non ci penso nemmeno!”. Ma avevo sempre aggiunto: “... mai dire mai...”. Ecco, quest'anno, in cui siamo chiusi in casa, le gare sono annullate o rinviate a data da destinarsi, sono pronto per la “Cento!”. Premetto subito che i cento chilometri non li farò tutti di seguito, ma divisi in tappe. L'occasione mi viene offerta dagli amici dei Fò di Pè, che si erano preparati in modo adeguato per la loro gara dei 100 chilometri: mesi di allenamenti mirati (eh sì, loro, quando affrontano una gara, lo fanno nel migliore dei modi) rischiavano di essere buttati al vento. La forzata chiusura in casa di certo ha rallentato il loro passo, ma di certo non la voglia di correre. Ecco quindi che Gigione ha proposto una 100 chilometri “virtuale”; a Vengo il compito di stilare il regolamento. Ecco quindi che il braccio e la mente organizzano la gara. Gara che ognuno correrà secondo le norme indicate nel DPCM, come sempre è stato fatto. Ora il vantaggio è quello di poter allontanarsi da casa oltre i fatidici 200 metri. Oltre alla 100 chilometri “Il Brigante non molla”, viene data la possibilità di correre una cento “dimezzata”, con traguardo al 50° chilometro, denominata “Il Brigante si ferma superato il passo della Colla” (clicca qui per tutti i dettagli).


Anche in questa gara è richiesto il pagamento della quota di iscrizione. L'organizzazione ha scelto come beneficiario EMERGENCY, che ha operato con il suo personale anche a Bergamo.
Come ho già detto in altro post, ora io sono alla fase quattro: “quella della rinascita”. Voglio dimostrare che, con il sacrificio e la voglia di fare, ci si può rialzare. Io, nella mia carriera podistica, lunga otto lustri, al massimo avevo corso, nel secolo scorso, tre maratone in otto giorni. Lo so che per molti la cosa è del tutto normale, visto che ormai correre dieci maratone in altrettanti giorni è cosa consueta. Per me correre la cento sarà una piccola impresa, ma potrà essere di stimolo a molti, e non mi riferisco ai podisti, per superare le difficoltà che dovranno affrontare. Come io mi metto in gioco, anche loro si rimetteranno in gioco.
All'inizio non ero certo dell'esito, ma ero partito con in mente una frase di Emil Zatopek: “Un corridore deve correre con i sogni nel cuore”. Non ho tenuto un diario giorno per giorno, per scaramanzia, ma so già che ho raggiunto il mio piccolo traguardo.
Come certificare la distanza percorsa? Ma con lo smartwatch, naturalmente. Oppps, “...Un ce l'ho!”. Però ho dei percorsi misurati e quindi il problema è superato, anzi, pensandoci bene, non avere l'orologio intelligente sarà per me penalizzante.


Giorno 1 – tappa: Firenze Polcanto
Percorso: Via Kolbe, 6 giri circuito Roncola, via Kolbe: km 20,500.
Oggi corro in compagnia di Ferdinando, sempre mantenendo distanza di sicurezza. Quello che mi risulta difficile capire è l'esatta misura della distanza di sicurezza. Sarà di circa un paio di metri nel primo chilometro, ma man mano che i chilometri aumentano, aumenta anche la distanza del distanziamento sociale. Sul circuito Roncola sarà di circa un paio di chilometri.
Di sicuro non corriamo il rischio di contagio. Verso la fine, ci “raggruppiamo” e corriamo gli ultimi chilometri chiacchierando. Tempo finale: 2h 31' e diciannove secondi.




Giorno 2 – tappa: Polcanto Ronta
Percorso: pietra miliare km 2 (posta vicino alla mia abitazione), pietra miliare km 3, pietra miliare km 0 per 3 volte + 2 km. Totale: 20 chilometri esatti.
Già al primo giro, mi accorgo che le rotonde aggiunte ed i passaggi pedonali rendono un po' più lungo il percorso. Ho il vantaggio inoltre che, allungando di 280 metri (misurazione smartwatch), posso passare davanti a casa ed usufruire del ristoro. Oggi il traffico è abbastanza intenso, la giornata calda ed il ristoro gradito. All'ultimo giro però decido di saltare il ristoro (ed i metri in più), in quanto ho la possibilità di terminare la tappa in meno di due ore e mezza. Buona la scelta; tempo finale: 2h 23' e diciannove secondi.



Giorno 3 – tappa: Ronta Fantino
Percorso: via Kolbe, 6 giri circuito Roncola, via Kolbe: km 20,500.
Oggi sono solo. Beh, non cambia nulla: anche la volta scorsa ho fatto corsa solitaria. Prima di partire, mi premunisco dei 6 ceci che saranno il mio smartwatch. Faccio foto e parto … acc, dopo circa 500 metri mi accorgo che non ho messo il cronometro. Grrrr! Ritorno alla base e nuova partenza. Giornata calda, per fortuna la fontanella al parco è funzionante e quindi ne approfitto. Tempo della terza tappa: 2h 34' e diciannove secondi.




Giorno 4 – tappa: Fantino Strada Casale
Percorso: pietra miliare km 2 (posta vicino alla mia abitazione), pietra miliare km 3, pietra miliare km 0 per 3 volte + 2 km. Totale: 20 chilometri esatti.
Ora sto passando le mie colonne d'Ercole. Sto andando verso l'ignoto, agonisticamente parlando. Mai avevo corso quattro giorni di fila distanze superiori ai 10 chilometri. Il passo all'inizio è faticoso, ma si sa che la “crisi” molte colte si supera con la testa: non penso più alla strada da fare, ma realizzo che, per mal che vada, sono solo ad un paio di chilometri da casa. Quasi senza accorgermene, sono all'ultimo giro. Termino con un buon (per me) 2h 27' e diciannove secondi.


Giorno 5 – tappa: Strada Casale Faenza
Percorso: viale Europa, Roncola, viale Europa. Totale: 20 chilometri esatti.
Questo percorso offre la possibilità di quattro ristori.
Giornata fresca, traffico quasi inesistente; le gambe, che all'inizio sono doloranti, con il passare del tempo, sembrano alleggerirsi. Quasi senza rendermene conto, allungo il passo e, cosa che non ho mai fatto in questi giorni, do pure un'occhiata al cronometro. Oggi tappa finale della mia impresa, per cui non ho da preoccuparmi per il domani. Salto gli ultimi due ristori e termino con un esaltante (beh, sempre per me) 2h 20' e diciannove secondi.
Tutto bene, ho compiuto la mia piccola impresa. 


Tempo finale: 12 ore, 12 minuti e ... diciannove secondi. Lo so che il tempo dei secondi potrebbe risultare errato, ma …
Conclusioni.
Anche se dichiarata “virtuale”, la gara non lo è stata: la fatica si è fatta sentire; virtuali erano i miei compagni di viaggio. Anche in questi giorni, pur correndo da solo, ero in compagnia. Erano con me Giuditta e Luca, che in questi mesi hanno corso e vinto la loro ultra maratona; era con me Arianna, che si era allenata per correre la cento, ma che ha dovuto rimandare il tutto all'anno prossimo; era con me Giordano, l'amico che l'isolamento mi ha fatto ritrovare; era con me Fausto, compagno di tante corse e che ora è fermo ai box, ma pronto a ripartire; era con me Ferdinando, che si preoccupava ogni sera del mio stato di salute; era con me Simona che pur essendo infortunata ha voluto esserci, ma si è dovuta fermare, era con me Rossana, che forse era più preoccupata di me per la mia corsa; erano con me i miei nipotini e mi sembrava quasi di sentire il loro incitamento. Con tutta questa gente intorno per mia fortune non ho trovato nessuna pattuglia di Polizia Municipale, sarebbe stato complicato per me spiegare tutto quell'affollamento.





A condividere questa gara che più che “virtuale”: tutti abbiamo corso realmente; è stata una gara “diffusa”: ognuno aveva il suo percorso … personale sono stati altri 17 amici. Tutti si sono impegnati al massimo in uno spirito di amicizia che ci ha fatto sentire vicini pur essendo lontani.
Una domanda potrebbe sorgere spontanea: che sia questo il futuro delle gare in linea, almeno per quest'anno?  


Bene, ora spero che, come io ho terminato “in piedi” la mia corsa, anche Bergamo ed i bergamaschi possano rialzarsi.
 Bèrghem, leà sö ‘n pé!”

1 commento:

  1. Ciao complimenti x i 100 km.e un super complimento per limpeccabile .dettagliata Cronaca di precisione. Complimentossidi. Ciao

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