A differenza di un post
precedente, dove la scelta del segno di interpunzione “!” o “?”
era lasciata a voi, qui sono già definiti nel titolo.
Il titolo collega due
avvenimenti che non hanno nulla in comune, se non la data in cui si
sono verificati.
3 maggio 2020,
ultimo giorno di “clausura” per molti italiani; dal 4 maggio si
avranno delle aperture che allargano le maglie imposte dai decreti
del DPCM. Si respira aria di libertà e sembra che tutto sia
possibile, che siano superate tutte le condizioni che avevano reso
necessario imporre le restrizioni stesse. In particolare, noi podisti
vorremmo che tutto tornasse alla normalità, vorremmo la possibilità
di partecipare alle gare domenicali non competitive e per i più
allenati addirittura correre in gare competitive. Nulla di questo,
nonostante la “nostra voglia”, sarà possibile. Ben ha fatto il
nostro segretario, Mario, a “stemperare” la nostra voglia, in un
comunicato inviato a tutti gli atleti.
Tra l'altro fornisce alcune precisazioni: “Noi tutti vorremmo correre spensieratamente, ma in questo momento, forse giustamente, non ci viene consentito, mi sento di poter dire che per un bel po’ di tempo dovremo anche mettere da parte l’idea di indossare un pettorale e partire a fare una gara, se non in quelle “simpatiche” iniziative on line a distanza – ACCONTENTIAMOCI per un po’. Se vogliamo correre è perché stiamo bene e mi sento di raccomandarvi di pensare a chi non sta bene o addirittura ci ha lasciato, inoltre il mio pensiero va anche a chi ha o avrà problemi economici e mi auguro che si riesca a superare anche questo momento economicamente difficile. Quindi la nostra frenesia di poter correre in libertà, sicuramente può passare in secondo piano e sembrare banale, rendiamocene conto.”
Tra l'altro fornisce alcune precisazioni: “Noi tutti vorremmo correre spensieratamente, ma in questo momento, forse giustamente, non ci viene consentito, mi sento di poter dire che per un bel po’ di tempo dovremo anche mettere da parte l’idea di indossare un pettorale e partire a fare una gara, se non in quelle “simpatiche” iniziative on line a distanza – ACCONTENTIAMOCI per un po’. Se vogliamo correre è perché stiamo bene e mi sento di raccomandarvi di pensare a chi non sta bene o addirittura ci ha lasciato, inoltre il mio pensiero va anche a chi ha o avrà problemi economici e mi auguro che si riesca a superare anche questo momento economicamente difficile. Quindi la nostra frenesia di poter correre in libertà, sicuramente può passare in secondo piano e sembrare banale, rendiamocene conto.”
Parole con cui concordo
in pieno.
Oggi ho partecipato a
una di quelle che Mario definisce “simpatiche iniziative”, la “1,
2, 3 … Liberi Tutti”, gara atipica, non solo perché fatta in
ambienti “chiusi & sicuri” (come da DPCM), ma anche perché a
punti. Troppo complicato spiegarne dettagliatamente il meccanismo.
Semplificando al massimo, ogni specialità con cui uno partecipava
(corsa, salita/discesa gradini, corsa su tapis roulant, corsa in bici
sui rulli) dava dei punti. La gara fissava delle categorie secondo il
punteggio: 25, 50 o 100 punti. Io, da buon corridore, beh, togliamo
pure il buon, ho deciso la partecipazione alla sfida dei 50 punti e
per la “specialità” scelta, la corsa, dovevo correre 50
chilometri nei giorni 1, 2 e 3 maggio.
Primo maggio: corro
(corricchio) la “21 km … in sicurezza”; tempo impiegato 3h 06'
19”. Sabato 2 maggio, giornata di scarico, per cui leggera corsa su
una distanza fattibile, nonostante un piccolo dolore al ginocchio.
Contrariamente alle alte corse fatte nel CoronArena, decido di
correre la distanza nel pomeriggio: 7.806 metri. Oggi ultima tappa e
la distanza da percorrere era di 21,097 chilometri, una mezza
insomma. Partenza alle otto in punto, dopo la santa Messa celebrata
dal Papa. Tempo impiegato 3h 06' 19”; che strano, lo stesso tempo
impiegato nella prima giornata! Alla fine nei tre giorni ho raggiunto
l'obiettivo che mi ero prefisso 50.000 metri (21.097 + 7806 +
21.097). Per misurare la distanza ho usato il servizio “Chick
peas Transfer”, che
alla fine si dimostrerà un metodo più preciso dei più precisi
smartwatch forniti di GPS. Come altre iniziative, anche questa
proposta di Paolo e Roberto, aveva una finalità benefica: donazione
per Protezione Civile di Bergamo. Ma una pecora nera può
essere sempre d'accordo con i “capi”? In questo caso sono
d'accordo con il proposito dell'iniziativa (essere vicini pur
restando lontani), son d'accordo con le varie modalità di conteggio
punti (si è dato a tutti la possibilità di partecipare), sono
d'accordissimo con le finalità della … solidarietà. Allora sei
d'accordo con tutto? Beh, fin qui sì, non sono d'accordo, come ho
già scritto nel titolo, con la denominazione dell'iniziativa:
secondo me è più corretto “1, 2, 3 … Liberi tutti ?”.
Ieri ed oggi si sarebbe
dovuta disputare una 24 ore a squadre, naturalmente annullata. Ma
possono stare fermi i Fo di Pè? La gara negli ultimi anni li aveva
sempre visti protagonisti. Ecco quindi, per non vanificare mesi e
mesi di allenamento (?), che si inventano una “24 ore
destruttutata”: 24 ore di corsa per “mantenere un legame tra i
soci”. “Il cambio verrà effettuato con una telefonata,
quindi una voce, non un freddo messaggio, una voce, qualcosa per
niente virtuale”. Selfie all'arrivo con atleta e distanza
percorsa. 25 euro il costo della partecipazione, da devolvere
all'Ospedale di Bergamo Papa Giovanni. Per dovere di cronaca, segnalo
la distanza percorsa della squadra vincente, i Fo di Pè: 271.130
metri!
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Acc... mi sono
dimenticato di spiegare cosa è iniziato il 3 maggio 1975, avete
ragione.
Quella giornata è
stata l'inizio della mia “maratona” con Rossana. Da allora sono
passati 45 anni, due figlie, tre nipotini: queste le mie (nostre)
medaglie.
… e la storia
continua!
Se volete essere vicini con un gesto di solidarietà, Sir Marathon consiglia: “Protezione Civile di Bergamo”
Ciao complimenti sempre in prima linea ta molet mia
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