lunedì 11 maggio 2020

Liberi tutti! Libera Silvia!


Da una settimana le misure di distanziamento sociale si sono fatte meno rigide: è ora possibile uscire di casa per una passeggiata, anche allontanandosi più di 200 metri dalla propria abitazione. Certo rimangono alcune imposizioni, quali il mantenimento della distanza da persona a persona (distanza che varia da regione a regione) e l'uso obbligatorio delle mascherine negli ambienti chiusi. Una timida apertura ed anche questa con limitazioni, ma tutto sembra avviarsi, seppur lentamente, verso la normalità, anche se, a mio parere, il traguardo finale è ancora lontano. Diciamo che, se stessimo correndo una maratona (tanto per stare in linea con gli argomenti trattati in questo blog), ora saremmo intorno al 21° chilometro e sempre che non ci sia nessun giudice che prima del traguardo finale ci rimandi, come in un grande gioco dell'oca, al via. Potrà sembrare strano, ma quando non si poteva uscire a correre io, anche nella giornata di sabato, … correvo! 
Certo, seguendo tutte le restrizioni imposte dal DPCM, ma correvo. Anche ieri avrei voluto correre assaporando la “libertà” concessa. Questo era quello che mi ero imposto. Scarpe, maglietta e calzoncini pronti, solo da indossare e … poi via! Ma ci sono delle giornate in cui le notizie del telegiornali, almeno per me, tolgono ogni voglia di una corsa di … “evasione” (mai termine fu più appropriato). Ieri, 9 marzo, ricorreva l'anniversario dell'uccisione di Aldo Moro e questo credo lo sappiano tutti, ma anche quello dell'uccisione di Peppino Impastato, anche lui ucciso 42 anni fa. Questo mi ha fatto riflettere sulla libertà. Peppino voleva che la sua terra, la Sicilia, fosse libera dalla mafia e nel 1977 aveva fondato Radio Aut, una radio libera, dalla quale attaccava e denunciava i potenti mafiosi delle sua zona.

Un leggero velo di tristezza mi ha invaso e tolto ogni voglia di evadere, almeno per il momento. Quindi altro giorno di reclusione (questa volta volontaria) ed altro giorno di riposo. per questo ho avuto molti ringraziamenti da parte della mia schiena.

Oggi, 10 maggio, anche io mi godo la libertà. Per noi podisti la libertà consiste nello sconfinare in altre comuni senza incorrere in sanzioni e senza essere inseguiti da droni vari. Ora tutti possono vedere che i podisti non sono gli untori del XXI secolo. Ecco come molti hanno visto, o meglio come sono stati “interpretati” in questi giorni i runners. Riporto un ipotetico articolo tratto da un giornale locale, se non erro “Il Bugiardino” “E arrivato a casa, raccontò che gli s’era accostato un podista, con un’aria umile, mansueta, con un viso d’infame impostore, con lo scatolino dell’unto, o l’involtino della polvere (non era ben certo qual de’ due) in mano, nel cocuzzolo del cappello, per fargli il tiro, se lui non l’avesse saputo tener lontano. “Se mi s’accostava un passo di più,” soggiunse, “l’infilavo addirittura, prima che avesse tempo d’accomodarmi me, il birbone. La disgrazia fu ch’eravamo in un luogo così solitario, ché se era in mezzo Milano, chiamavo gente, e mi facevo aiutare a acchiapparlo. Sicuro che gli si trovava quella scellerata porcheria nel cappello. Ma lì da solo a solo, mi son dovuto contentare di fargli paura, senza isicare di cercarmi un malanno; perché un po’ di polvere è subito buttata; e coloro hanno una destrezza particolare; e poi hanno il diavolo dalla loro. Ora sarà in giro per Milano: chi sa che strage fa! E fin che visse, che fu per molt’anni, ogni volta che si parlasse d’untori, ripeteva la sua storia, e soggiungeva: “quelli che sostengono ancora che non era vero, non lo vengano a dire a me; perché le cose bisogna averle viste.”
No, oggi hanno riassunto un aspetto normale. Corrono rispettando le distanze, anzi per essere più precisi sono tutti corridori solitari e quando si incrociano cercano sempre di aumentare la distanza di sicurezza. Molti corrono, anche se non richiesto, con le mascherine indossate. Come primo percorso “libero”, ho scelto di correre seguendo il percorso della “Corsa AVIS di Curnasco”, una non competitiva che transita proprio davanti a casa mia. Il tracciato misura 22 chilometri; io ho apportato qualche modifica (passando per Lallio), aumentandolo di un paio di chilometri. Ho già detto del comportamento corretto degli altri amici podisti, vorrei anche segnalare che tutte le persone che ho incrociate, che stavano tranquillamente passeggiando sia sull'anello del Parco Callioni, sia in quello di Dalmine, diligentemente indossavano la mascherina, alcune avevano i guanti e tutte mantenevano la giusta distanza di sicurezza, anche se stavano camminando in piccoli gruppetti. 
Nulla a che vedere con quanto successo nei giorni precedenti nelle le passeggiate e negli assembramenti lungo le alzaie dei Navigli a Milano (forse “l'articolo” pubblicato sopra, tratto da “Il Bugiardino”, è stato pubblicato … in anticipo e con soggetto diverso, mah). Nelle nostre zone, dove il coronavirus ha colpito duramente, la gente è molto più sensibile e non vuole più tornare ai primi giorni di marzo, sapendo che, se ciò dovesse accedere, la perdita di libertà sarebbe di certo più lunga è un'uscita certo molto più difficile. 
In questo settimana di “Liberi tutti”, la notizia che più mi ha fatto piacere è la notizia che riguarda Silvia, che ha ottenuto la libertà dopo 535 giorni di prigionia. Se, per cautela, al “Liberi tutti” possiamo associare ancora un punto interrogativo, al “Libera Silvia!” metto un bel punto esclamativo: per lei ora è finta davvero.
Concludo questo post con altre due buone notizie. 
La prima è che Luca finalmente ha tagliato il traguardo delle sua più impegnativa maratona. Fatto confermato da due tamponi negativi. 
L'altra più personale. La gradita visita di Tommaso, che è venuto a trovare i nonni. 
Uhmmm, in questo caso devo segnalare che i nonni hanno perso un po' della loro libertà: infatti era Tommaso a dettare le regole (sue) dei giochi. La sua risata squillante, dopo aver schizzato in giardino il nonno con il suo fucile ad acqua, è stata la degna conclusione della prima settimana di riconquistata libertà!

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