domenica 19 agosto 2018

Quei maledetti 100 metri!

La sponda orientale del Lago d'Orta da alcuni anni, nei primi giorni di agosto, è invasa da strane creature che, incuranti dell'afa e delle alte temperature, corrono... non una salutare e tranquilla corsa, ma si cimentano in ben 10 maratone, partecipando alla “10 marathons in 10 days: sono i membri “tosti” del Club Supermarathon! La voce si sparge ed ecco che si presentano al via sempre più atleti stranieri che abbinano alla maratona anche le visite turistiche che sono offerte giornalmente dal buon Gino Paolo, “deus ex machina” di questa manifestazione. Io, che pur essendo iscritto al Club sono un membro “light”, faccio per onor di firma un paio di maratone e quest'anno solo una. Meno male che Ferdinando ne ha corse tre, per cui la media delle Pecore Nere è confermata.
Giornata scelta, per “mettere la firma”: l'ultima e per fortuna giornata per nulla calda, anzi un paio di provvidenziali temporali hanno reso la giornata decisamente ottimale per correre.

Il percorso ormai collaudato (andata e ritorno per due volte, passando per il centro di Pella) offre il vantaggio di poter incrociare gli atleti diverse volte e li fa sentire meno soli! Io correrò la gara praticamente in solitaria, ad eccezione dei primi chilometri fatti in compagnia di Paola, moglie di Roberto, che completerà le 10 maratone in crescendo, da buon tifoso granata, abituato a soffrire. Correre da soli, come già detto in altri post, ha il vantaggio di potersi disinteressare della gara e rimanere da soli con i propri pensieri. “Dicono che la salita è troppo ripida e che preferiscono recuperare questi 100 metri in altri parti del percorso...” questa excusatio non petitami risveglia dal mio torpore agonistico. A pronunciare la frase è il giudice che “presidia” il giro di boa: una curva di 180° con una ripida discesa ed una altrettanto ripida salita, saranno in tutto 100 metri! In effetti vedo un paio di atleti che ora mi precedono. Beh, non sono certo io il giudice che deve valutare la regolarità della gara di ogni atleta . Il risveglio mi allontana dai miei pensieri e prima di “... riaddormentarmi” mi vengono in mente un paio di considerazioni. La prima è che ogni atleta dovrebbe prima che con i giudici essere in “pace” con se stesso. La maratona ha una distanza ben precisa, fare meno è “non” correre la maratona, ma altra cosa, questo soprattutto per chi è iscritto al club che dovrebbe certificare la validità della gara corsa. Beh, qualche volta di certo non è così; il buon Mario aveva già stigmatizzato certi strani comportamenti che di certo non fanno bene al movimento e che in un certo senso “gettano fango” sullo stesso (vedi).
Se leggete l'articolo vi renderete conto che le parole sono proprio … appropriate!
Seconda considerazione. “Beh non sarò certamente maratoneta “strong”, ma la mia maratona, anzi le mie maratone, sono sempre corse su percorso segnato!”.
Evabbè, poi ognuno la pensi come vuole!
A proposito dei giudici. In classifica (o ordine di arrivo? Boh!) il mio tempo è 5h 40' 52” ed il numero di pettorale è 2041, mentre al numero 2042 viene attribuito un tempo di 4h 43' 44”. Di sicuro si tratta di un errore, non so se verificato all'atto dell'iscrizione o in seguito. Di certo un errore, beh non importa, ma per dovere di cronaca segnalo che già lo scorso anno vi furono problemi legati alla classifica o all'ordine di arrivo.
Durante la mia gara in solitaria, solitudine interrotta solo dal saluto agli amici che procedevano in senso contrario, ho notato che vi era pure una mamma, regolarmente in gara che spingeva un passeggino da jogging, in cui presumo vi fosse un bambino, infatti le cattive condizioni di tempo costringevano a correre con la capote abbassata. Nel vederlo mi sono posto una domanda, molto simile a quella dello spot in cui si vede una persona ed un animale con la voce fuori campo che fa balenare un dubbio: “Sarà per narcisismo dell'umano o per il divertimento dell'animale?”. Che qui si può tranquillamente cambiare in: “Sarà per l'edonismo della mamma atleta o per il divertimento del figlio?”. In altre maratone ho visto stuoli di atleti, in alcuni casi anche molto rumorosi o fastidiosi, “accompagnare” persone disabili su carrozzine speciali. Ho notato che molte volte le persone disabili erano del tutto indifferenti ed in alcuni casi mi sembravano pure un po' scocciate. Qui a chiarire il mio dubbio ci ha pensato, anche in questo caso, Mario, più presente di me in questi giorni sul lago d'Orta, che in un articolo ha descritto con precisione (e non poteva essere diversamente) lo stato delle cose: mamma sportiva e bimba felice di “assistere” la mamma in questa sua impresa. Sono contento che mamma Maria si “faccia accompagnare” dalla figlia Victoria in questa sua impresa. Divertimento assicurato per tutte e due. Beh, per Maria anche un po' di stanchezza! (vedi articolo di Mario)
 
Che dire della manifestazione? Più che riuscita, vedendo i numeri, anche se rispetto allo scorso anno un po' meno organizzata (vedi mancanza dei due ristori intermedi). Giornata finale rovinata da un brutto temporale che ha obbligato le Pecore Nere, contrariamente allo scorso anno, a rinunciare a presenziare alle premiazione di “questi matti” che hanno corso in 10 giorni 10 maratone! In fondo saranno pure un po' matti, ma sono tutti grandi amici, anche quelli che non conosco personalmente, perché si sa “... la fatica accomuna tutti!”.
 
- 10 marathons in 10 days - giorno 10
4h 43' 44"
 
 
6' 45" min/km 
 

Dettaglio mia gara


654/12 
 
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- Comitato organizzatore -


 
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