lunedì 5 ottobre 2015

Suisio o Valverde?

StraSuisio o Quattro passi in Valverde, questo è il problema: se sia più agevole correre lungo gli argini dell'Adda o scalare San Vigilio, sopportare i sassi e i dardi del Ripido Scorlazzone o proceder lento dentro un mare di fango lungo sentieri contorti ed aspri che costeggiano l'impetuoso Adda.
Correre, camminare, nulla di più, e con un passo lento dirsi che poniamo fine al cordoglio e alle infinite miserie naturale retaggio del proceder verso un lontano traguardo, è soluzione da accogliere a mani giunte.
Ecco l'amletico dubbio che ho dovuto affrontare stamattina. Scegliere tra due corse che prediligo è cosa ardua. I motivi per scegliere di correre a Suisio sono molti: amicizia con gli organizzatori, un percorso bello e molto suggestivo lungo 30 chilometri che costeggia la sponda bergamasca del fiume Adda, mentre a vantaggio della corsa in Valverde sta il fatto che la partenza si raggiunge in pochi minuti, il percorso è anche qui caratteristico e senza traffico, lungo strade che spesso sono meta dei cammini del giovedì con Rossana.

Ma a far pendere l'ago della bilancia verso la corsa cittadina sono stati gli svantaggi, almeno per me, che ambedue le corse presentano. La pioggia, che in questi ultimi giorni è caduta abbondante, ha certamente reso, se non impraticabili, almeno di difficoltosa percorribilità i sentieri lungo la sponda dell'Adda; se aggiungete pure che gli stessi presentano ripide salite e discese capirete che correre sarebbe stato quasi impossibile. Certo che anche il percorso cittadino, se da un lato offriva un fondo perfetto anche sotto la pioggia, dall'altro presentava molte difficoltà altimetriche.
Meglio affrontare una salita in sicurezza, magari camminando, che correre lungo sentieri scivolosi e … pericolosi, per cui il gregge delle “Pecore Nere” si è presentato compatto alla partenza della camminata “Quater Pas in Valverda”. Come prevedibile, il “Gregge” era compatto alla partenza, ma dopo pochi chilometri era già disperso, o più precisamente, allungato lungo il percorso. Beh, pensandoci bene, questo rispecchia a pieno le caratteristiche delle Pecore Nere: non solo hanno un comportamento di pensiero libero e non conforme a stereotipi generalizzanti, ma portano la stessa filosofia nella corsa... libera.
Evabbè, anche oggi io sono colui che chiude la fila!
Durante la corsa ho avuto la certezza che la scelta fatta era la scelta giusta. Siamo partiti con un cielo nuvoloso, ma che presentava ampi squarci di azzurro, il che faceva prevedere un netto miglioramento della giornata; questa è restata solo una pia illusione. Dopo una mezz'oretta di corsa ha iniziato a piovere, dapprima con una pioggerellina che gli alberi riuscivano quasi a fermare, ma appena fuori dal bosco un breve e violento temporale ha bagnato come “pulcini” il gregge delle “pecore nere”. La parte finale della salita dello Scorlazzone si è trasformata in un piccolo torrente. Meno male che il fondo, di pietra, non ha reso difficile il correre, anche se con i piedi completamente bagnati. Per un attimo mi sono immaginato la stessa scena lungo i sentieri dell'Adda: affrontare quel percorso in quelle condizioni sarebbe stata impresa ardua e sono convinto in alcuni tratti, specie se in salita, anche un po' pericoloso.
La giornata podistica nella bergamasca credo abbia proposto dubbi amletici non solo al sottoscritto, ma anche a numerosi altri podisti. Se il mio dubbio limitava la scelta che ho già descritto, per chi voleva correre a Bergamo era ancora più arduo, in quanto la scelta offriva tre possibilità: “Quater Pas in Valverda”, “Stramazzi” e “Stralonguelo”. Scarsa fantasia nella scelta della data, come scarsa fantasia nella scelta del percorso che era tracciato lungo le stesse vie ed il podista doveva prestare molta attenzione alla frecce che indicavano il percorso scelto. Sommessamente vorrei dare un consiglio agli organizzatori, non sul percorso, in quanto credo che far correre lungo le vie di Città Alta, ricche di storia e di cultura, sia una scelta giusta, ma sulla data proposta, in modo da far sì che non vi siano manifestazioni che si accavallano, a tutto danno dell'organizzazione stessa. Più manifestazioni di sicuro aumentano il numero dei podisti partecipanti, ma altrettanto di sicuro diminuiscono il numero di ogni singola manifestazione.

Nessun commento:

Posta un commento