“StraSuisio o
Quattro passi in Valverde, questo è il problema: se sia più agevole
correre lungo gli argini dell'Adda o scalare San Vigilio, sopportare
i sassi e i dardi del Ripido Scorlazzone o proceder lento dentro un
mare di fango lungo sentieri contorti ed aspri che costeggiano
l'impetuoso Adda.
Correre, camminare,
nulla di più, e con un passo lento dirsi che poniamo fine al
cordoglio e alle infinite miserie naturale retaggio del proceder
verso un lontano traguardo, è soluzione da accogliere a mani
giunte.”
Ecco l'amletico dubbio che ho dovuto affrontare stamattina. Scegliere tra due corse che prediligo è cosa ardua. I motivi per scegliere di correre a Suisio sono molti: amicizia con gli organizzatori, un percorso bello e molto suggestivo lungo 30 chilometri che costeggia la sponda bergamasca del fiume Adda, mentre a vantaggio della corsa in Valverde sta il fatto che la partenza si raggiunge in pochi minuti, il percorso è anche qui caratteristico e senza traffico, lungo strade che spesso sono meta dei cammini del giovedì con Rossana.
Ecco l'amletico dubbio che ho dovuto affrontare stamattina. Scegliere tra due corse che prediligo è cosa ardua. I motivi per scegliere di correre a Suisio sono molti: amicizia con gli organizzatori, un percorso bello e molto suggestivo lungo 30 chilometri che costeggia la sponda bergamasca del fiume Adda, mentre a vantaggio della corsa in Valverde sta il fatto che la partenza si raggiunge in pochi minuti, il percorso è anche qui caratteristico e senza traffico, lungo strade che spesso sono meta dei cammini del giovedì con Rossana.
Ma a far pendere l'ago della bilancia verso la
corsa cittadina sono stati gli svantaggi, almeno per me, che ambedue
le corse presentano. La pioggia, che in questi ultimi giorni è
caduta abbondante, ha certamente reso, se non impraticabili, almeno
di difficoltosa percorribilità i sentieri lungo la sponda dell'Adda;
se aggiungete pure che gli stessi presentano ripide salite e discese
capirete che correre sarebbe stato quasi impossibile. Certo che anche
il percorso cittadino, se da un lato offriva un fondo perfetto anche
sotto la pioggia, dall'altro presentava molte difficoltà
altimetriche.
Meglio affrontare una
salita in sicurezza, magari camminando, che correre lungo sentieri
scivolosi e … pericolosi, per cui il gregge delle “Pecore Nere”
si è presentato compatto alla partenza della camminata “Quater
Pas in Valverda”. Come prevedibile, il “Gregge” era
compatto alla partenza, ma dopo pochi chilometri era già disperso, o
più precisamente, allungato lungo il percorso. Beh, pensandoci bene,
questo rispecchia a pieno le caratteristiche delle Pecore Nere: non
solo hanno un comportamento di pensiero libero e non conforme a
stereotipi generalizzanti, ma portano la stessa filosofia nella
corsa... libera.
Evabbè, anche oggi io
sono colui che chiude la fila!
Durante la corsa ho
avuto la certezza che la scelta fatta era la scelta giusta. Siamo
partiti con un cielo nuvoloso, ma che presentava ampi squarci di
azzurro, il che faceva prevedere un netto miglioramento della
giornata; questa è restata solo una pia illusione. Dopo una
mezz'oretta di corsa ha iniziato a piovere, dapprima con una
pioggerellina che gli alberi riuscivano quasi a fermare, ma appena
fuori dal bosco un breve e violento temporale ha bagnato come
“pulcini” il gregge delle “pecore nere”. La parte finale
della salita dello Scorlazzone si è trasformata in un piccolo
torrente. Meno male che il fondo, di pietra, non ha reso difficile il
correre, anche se con i piedi completamente bagnati. Per un attimo mi
sono immaginato la stessa scena lungo i sentieri dell'Adda:
affrontare quel percorso in quelle condizioni sarebbe stata impresa
ardua e sono convinto in alcuni tratti, specie se in salita, anche un
po' pericoloso.
La giornata podistica
nella bergamasca credo abbia proposto dubbi amletici non solo al
sottoscritto, ma anche a numerosi altri podisti. Se il mio dubbio
limitava la scelta che ho già descritto, per chi voleva correre a
Bergamo era ancora più arduo, in quanto la scelta offriva tre
possibilità: “Quater Pas in Valverda”, “Stramazzi” e
“Stralonguelo”. Scarsa fantasia nella scelta della data, come
scarsa fantasia nella scelta del percorso che era tracciato lungo le
stesse vie ed il podista doveva prestare molta attenzione alla frecce
che indicavano il percorso scelto. Sommessamente vorrei dare un
consiglio agli organizzatori, non sul percorso, in quanto credo che
far correre lungo le vie di Città Alta, ricche di storia e di
cultura, sia una scelta giusta, ma sulla data proposta, in modo da
far sì che non vi siano manifestazioni che si accavallano, a tutto
danno dell'organizzazione stessa. Più manifestazioni di sicuro
aumentano il numero dei podisti partecipanti, ma altrettanto di
sicuro diminuiscono il numero di ogni singola manifestazione.
Nessun commento:
Posta un commento