venerdì 1 novembre 2013

Al “Gir di Cascine” la fede non ha dimensioni

Scrivendo un post per ogni corsa, sia che si tratti di una camminata non competitiva, corsa con spensierata allegria, oppure di una corsa competitiva, corsa con più impegno, diventa sempre più difficile trovare una argomento che, anche richiamando in modo indiretto la manifestazione, sia di qualche interesse. Come regola, nella scrittura dei post mi sono imposto di evitare di scrivere cose banali (tempo impiegato, ristori oppure contenuto del pacco gara), notizie di scarso interesse per i lettori e del tutto inutili per chi ha partecipato, in quanto già vissute in prima persona. Oggi lo spunto del post riguardante la non competitiva “Gir di Cascine”, una decana delle non competitive della bergamasca (oggi era la 37a edizione), che si è disputata a Bolgare, mi è stato dato da Fausto, che mi ha invitato a fotografare una specie di cappellina artigianale, posta sulle sponde di un canale per l’irrigazione.
È abbastanza comune trovare lungo le strade italiane piccole cappelle e “santelle” dedicate ai vari santi; nei nostri pellegrinaggi ne abbiamo viste tantissime: da quelle in muratura finemente decorate a quelle in semplice pietra o mattoni.
Fausto & Fausto in
versione acquarello!

Piccolo segno,
grande fede
Alcune erano sorte per ricordare la fine delle peste, altre per invocare la protezione sui raccolti, altre per ricordare missioni, ma il filo che le legava tra loro era il filo della fede. Anche in occasione della “costruzione” artigianale della cappellina, posta, come dicevo, lungo il canale, non so quale sia il motivo per il quale è stata posta in quel luogo, forse solo per la particolare configurazione e forma del tronco, certo è stato un motivo di fede.
Sono sicuro che il pensiero di molti oggi, visto che siamo vicini al giorno dei morti, sarà andato ai propri cari che non ci sono più, proprio per la semplicità di quella costruzione.
Più avanti ecco una cappella più grande, dedicata a San Martino, certo molto più bella da vedere... forse in pochi hanno notato la precedente, ma comune era lo spirito che ha reso possibile la loro edificazione.






Cappella dedicata a
San Martino
Il percorso di oggi si snodava nella piatta campagna bergamasca tra le cascine (beh, ecco il perché del nome della gara!), che una volta si potevano considerare dei piccoli borghi, dove vivevano numerose famiglie, ma che oggi sono in gran parte disabitate. Rimane invariata la tradizione agricola della zona, anche se è cambiata profondamente la produzione. Si è passati dall’allevamento e quindi da una produzione prevalente legata a questo settore ad una produzione agricola più “industriale”:le numerose serre infatti producono la maggior parte dell’insalata che troviamo nei nostri supermercati... tagliata, lavata e confezionata!
Come annotazione finale segnalo che l’edizione di oggi ha ottenuto il record di partecipanti, secondo l’organizzazione erano ben 1750 gli atleti che hanno preso parte alla non competitiva. L’alto numero raggiunto è senz’altro stato favorito dall’organizzazione che offriva ben 4 percorsi (8,11,15 e 19 km) e... dalla bella giornata di sole.


Cascina bergamasca (notare la Chisetta inserita nel complesso)


© Foto Fausto Dellapiana 2103

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