lunedì 18 novembre 2013

TurinMarathon 2013: pacer per ... ricordare!

Eccomi di nuovo sulla linea di partenza di una maratona. Eh, sì, questa è già una notizia. Contrariamente agli scorsi anni, in cui la mia presenza alle maratone era una cosa abituale, da un paio d’anni questa abitudine si è di molto ridimensionata. Vari sono i motivi, e non credo nemmeno valga la pena di elencarli; non credo che interessino. Credo sia invece importane dire il motivo per cui ho deciso di partecipare a questa maratona: ritrovare gli amici! Infatti questa è una maratona a cui molti partecipano. Lo scorso anno fu l’occasione per ricordare la mia vecchia società sportiva, l’Atletica Castel Rozzone, avendo fatto la trasferta con Alfonso, che non solo ne è il Presidente, ma è anche un mio caro amico. Quest’anno incontro tra gli altri Gaetano, che è ha corso molte gare con Alfonso e con tempi intorno alle tre ore.
Quest’anno mi dice che il suo obiettivo è terminare entro il tempo massimo, in quanto non è allenato e si sente tutti gli anni addosso... ma si sa, i maratoneti sono dei Pinocchio! Il suo passaggio alla mezza è abbondantemente sotto le due ore. Lo ritrovo al 32° km; sta camminando, ma il suo volto è sorridente. Non credeva neppure lui di riuscire a correre (e con ottimi tempi) per più di due terzi della gara. Terminerà la sua gara pochi minuti dopo di me. Alla consegna dei pettorali ecco il Presidente Gianfranco, sollecito e preciso... come sempre. Credo che la compattezza del gruppo, il Club Supermarathon, sia in gran parte merito suo.
Il percorso della gara quest’anno è completamente cambiato; lo speaker assicura che è più veloce; personalmente preferivo quello di una volta. Arrivo come sempre in piazza Statuto, tra due ali di folla. Anche quest’anno non sono mancate le contestazioni da parte di automobilisti arrabbiati per dover attendere. A tratti sono anche volate “battute” tra partecipanti ed automobilisti, ma il pronto intervento dei Vigili, presenti in grande numero sul percorso, ha impedito che dalle parole si passasse ai fatti. Devo però segnalare che sono stati casi del tutto isolati; la maggior parte delle persone incitava a gran voce i partecipanti alla maratona.
Fausto, Gaetano, "Sir Marathon" & "Il presidente"
Un paio di mie curiosità. Ricordo che un nostro atleta è stato squalificato, nello scorso mese di luglio, ad una maratona corsa nella vicina valle d’Aosta. Maratona corsa in gran parte su sentieri di montagna e lontani dal pubblico. Allora, mi chiedo, perché non sono stati squalificati i numerosi atleti che “indossavano” le cuffiette per sentire la musica? Fatto che non poteva passare inosservato al Gruppo Giudici Gara. Segnalo che al 14° km erano
presenti, a bordo strada, almeno un paio di giudici e tre atleti davanti a me avevano le cuffiette. Anche al passaggio della mezza ho notato che i Giudici non sollevavano obiezioni. Boh, forse le regole che valgono in Valle d’Aosta, non valgono in Piemonte.
Altra curiosità: al ristoro di termine gara (abbastanza deludente ... per non dire altro!), gli addetti si davano un gran da fare per spacchettare confezioni di fette biscottate. Ogni confezione conteneva due fette biscottate! Mi sto ancora chiedendo il perché. Non era forse più igienico lasciarle nel pacchetto? Si aveva forse il timore che qualcuno potesse farne scorta, magari prendendone un paio di pacchetti?
La prima e la duecentesima! Una particolare menzione per Alessandra, una mia compagna di squadra che ha scelto Torino per debuttare nella più classica delle gare su strada (poteva dare  una definizione diversa Sir Marathon?): la maratona. Molto buono il suo tempo: 4h 34’. Se per Alessandra è stata la prima maratona, per Giancarla è stata la duecentesima! Complimenti. Quello che rende Giancarla simpatica al mondo maratona è il suo sorriso solare, che non l’abbandona mai, anche quando taglia il traguardo sfiorando il tempo massimo.
Qualcuno si chiederà a questo punto il perché del titolo. Come certamente saprete, in molte maratone alcuni atleti, detti “pacer”, corrono la gara in modo costante per terminarla in un tempo definito. Questo consente ad atleti meno esperti di sfruttare questa opportunità per migliorare la propria prestazione. Oggi a Torino un gruppo di pacer ha corso per terminare la maratona in 4h 9’ 43”. Per molti il tempo non dirà nulla, ma per i più attenti la mente sarà riportata di colpo indietro di alcuni mesi, alla Maratona di Boston, dove il fatidico tempo di 4h 9’ 43” per qualcuno è stato la fine della sua Maratona su questa terra. Mi sarebbe piaciuto correre con loro questa maratona, ma anche se non l’ho fatto fisicamente, idealmente ero al loro fianco sul traguardo. Non potendo ringraziare tutti, ringrazio di questa occasione dataci per pensare Mauro, che ha avuto questa significativa idea. Mauro che mi ha accolto sul traguardo e mi ha messo la medaglia al collo (beh, anche questa... idealmente!).      

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