mercoledì 1 ottobre 2025

Ricordato per un piccolo gesto di tanti anni fa

Oggi non posso rinunciare alla camminata non competitiva organizzata dall’AVIS di Curnasco per diversi motivi: non solo è praticamente alle porte di casa mia, ma è l’occasione per ricordare un amico, Gianni, che da qualche anno mi ha preceduto sull’ultimo traguardo, quello a cui tutti noi siamo destinati. Si disputava la 37a edizione della “Sgambada d’Autunno”. Essere presente mi ha consentito di rivedere alcuni amici e di ricordare tempi ormai passati. Finalmente rivedo Giancarla, sempre col sorriso, anche se questa volta mi è sembrato più malinconico, in quanto il suo infortunio, seppur ormai un brutto ricordo, ha lasciato qualche segno e non gli permette più di partecipare alle maratone che tanto amava. Dopo qualche anno di assenza, ora sono presenti anche gli amici degli Stof, anche se questa gara è targata “FIASP”. Ormai sono anni che va avanti la disputa FIASP/CSI, che non trova ancora una soluzione. Non poteva certo mancare il “Mao” (Dario), qui in veste di supervisore e Luca che, dopo aver fatto servizio di segreteria, farà come sempre il servizio “scopa” della gara; infatti percorrerà il tragitto partendo dopo tutti.

venerdì 26 settembre 2025

Piro, che tu sia maledetto!

Ricevere un regalo è sempre una cosa gradita, ma ci sono sempre delle eccezioni. Io sono una di queste. Lo so che in base al detto “A caval donato non si guarda in bocca”, quando si riceve un regalo, non si devono criticarne la qualità o il valore, ma essere grati per il gesto e l'intenzione. Io sono abbastanza d’accordo con metà di questa affermazione: apprezzo il gesto e di questo sono sempre grato perché vuol dire che si è in sintonia con chi fa il dono, ma se il regalo non rientra nelle mie corde, verrà messo in fondo ad un cassetto, dimenticato, non utilizzato, di certo non sarà mai riciclato verso un’altra persona, ma tenuto come ricordo.

Ci sono però dei regali che devono essere apprezzati e … utilizzati, anche se in un primo momento il fatto mi può pesare. Nella fattispecie è il regalo che Stefano, Piro per gli amici, mi ha fatto esattamente un anno fa: uno smartwatch, e più precisamente il suo, sì, quello che si vede nella foto.

domenica 14 settembre 2025

Esco a correre e guardo il cielo

Premessa

Un’amica di mia figlia ha vissuto la sua infanzia a Sarajevo durante l’assedio (dal 5 aprile 1992 al 29 febbraio 1996). In tutto questo periodo, dopo i primi mesi di terrore, ha cercato di vivere con la sua famiglia una vita “normale”, tornando alle vecchie semplici e quotidiane abitudini, non solo quelle necessarie ed obbligatorie, come ad esempio fare la spesa o frequentare la scuola, ma anche frequentare parchi giochi o semplicemente fare una passeggiata con i suoi genitori, naturalmente con tutte le necessarie e dovute cautele. È stato un modo non solo per esorcizzare la guerra, ma anche un modo di “resistere” all’aggressione. Ora, a distanza di anni, questi comportamenti le hanno permesso di non risentire in modo pesante di traumi che spesso rendono impossibile vivere una vita normale, anche se sono passati decenni.

mercoledì 10 settembre 2025

Una maratona per il Re

Come può un convinto repubblicano correre una maratona per il re? Ha forse dimenticato le sciagure che uno degli ultimi re d’Italia ha procurato al suo paese? Come dimenticare l’ignavia di fronte alla caotica “scampagnata” che consenti l’ingresso a Roma dei gitanti e la conseguenza di avere un ventennio nero? Come dimenticare la firma apposta su leggi che nulla avevano di legale e, per ultimo, dopo aver taciuto sull’ingresso in guerra, il fatto che pensò bene di approdare in luoghi sicuri, quando le cose si misero male? “Sciaboletta”, il suo soprannome, credo che ben si adatti alla figura. Ma ci sono delle persone a cui viene attribuito l’appellativo di Re, non per nascita, ma per meriti. Sono sicuro che i lettori di questo blog, visti gli argomenti trattati, abbineranno la parola Re a Giorgio Calcaterra. Come dar loro torto? Giorgio ha vinto tre campionati mondiali della 100 km (2008, 2011, 2012), ma furono le 12 vittorie consecutive (2006-2012) della 100 chilometri più famosa d’Italia, “Il Passatore”, ad eleggerlo Re. 

martedì 2 settembre 2025

In vetta!

Eccomi in vetta al “mio” monte Everest!

No, nessuna impresa epica, solo una mia personale (piccola) soddisfazione: aver compiuto il mio “eversting” cioè fare ascensione di 8848 metri, impresa che sono certo che pure tutti i lettori del blog, seppur con tempi e modi diversi, sono in grado di compiere. Certo, chi pratica trail raggiungerà la vetta in pochi giorni di corsa, magari impegnandosi o avendo questo come scopo, solo in poche ore. Ma sono certo che anche chi abita in paesi di collina, se avesse la voglia e la pazienza di prendere nota del dislivello affrontato ogni giorno, conquisterebbe la sua vetta. In questo caso il pensiero corre al paese natale di mia mamma, Calosso, un piccolo borgo dell’astigiano, dove per raggiungere la chiesa posta sul “cucuzzolo della collina” si deve affrontare una ripida salita, salita che credo sia affrontata giornalmente da alcune pie vecchiette. Personalmente ho impiegato 48 giorni per la mia scalata. 

venerdì 15 agosto 2025

Il mondo è fatto a scale …

... c'è chi scende e c'è chi sale. Significa che la vita è caratterizzata da alti e bassi, momenti di successo e momenti di difficoltà, e che la posizione sociale o la fortuna di una persona possono cambiare nel tempo. In sintesi, il detto "il mondo è fatto a scale" è una metafora che descrive la variabilità della vita e delle fortune individuali, spesso con una sfumatura di realismo amaro o rassegnazione. In questo caso il punto di partenza non è la base di una scala, ma può essere un punto intermedio. Molto diverso è quando si devono affrontare “scale” reali, quelle fatte da gradini veri. In questo caso, si deve invertire il senso di marcia: prima si sale e poi si scende! Oggi mi sono posto il problema nella mia salita al monte Everest: è possibile affrontare le scalette che portano nella parte alta di Bergamo nel giusto “senso di marcia”?

martedì 5 agosto 2025

Scalette neglette

Negletto: Trascurato, non preso in considerazione (vedi). La lingua italiana è una lingua molto ricca. Purtroppo di molte parole si perde l’uso, in alcuni casi a favore inglesismi che nulla hanno a che fare con la nostra cultura. Lo so, avrei potuto evitare quell’aggettivo, ora forse un po’ obsoleto, ma … potevo evitare la rima? Se chiediamo a chi frequenta abitualmente Città Alta di indicarci quali sono le scalette, nove intervistati su dieci risponderanno: “La scaletta dello Scorlazzino e dello Scorlazzone”; qualcuno più informato potrà aggiungere: “La scaletta di Via Fontanabrolo o di Via delle More…”. Certo, queste sono le più conosciute e le più frequentate, ma come alcuni vocaboli italiani, ci sono delle Scalette che sono dai più trascurate per vari motivi.

giovedì 31 luglio 2025

8848: in cima, pure un Lupo, con sudore!

Overturism”, parola diventata di moda in questi ultimi tempi. Il secolo scorso, per descrivere lo stesso fenomeno, avremmo detto “turismo di massa” ed assegnato un significato del tutto opposto a quello che si assegna alla parola in inglese. Il significato era positivo, nel senso che finalmente tutti potevano permettersi un meritato periodo di ferie, ma, usanza per lo più italiana, concentrato in soli due mesi: luglio ed agosto. Nei giorni scorsi due immagini hanno destato la mia curiosità, in quanto legate dalla parola “overturism”: la lunga fila di persone in coda alla funivia che da Ortisei, in Val Gardena (Alto Adige), sale sul massiccio del Seceda. (vedi) ed il campo base per la scalata al monte Everest, posto a 5364 metri. Leggendo gli articoli a corredo delle foto, sembra che siano solo 300 i metri di dislivello da salire per raggiungere la cima del massiccio, secondo quanto affermato da Carlo Zanella (presidente del CAI Alto adige). “«Mi sono venuti i brividi a vedere quei video. Sinceramente salire e fare 300 metri per una foto delle Odle e della Fermeda mi sembra una follia. Non credo che tanta di questa gente, una volta su, si faccia un giro a piedi. È l’utente sbagliato nel posto sbagliato».

sabato 5 luglio 2025

Due pezzi di Parmigiano a spasso per la Norvegia

Premessa

Come i miei 42 lettori- eh sì sono aumentati dai 25 di manzoniana memoria- sanno, uso il blog anche come un diario personale, con la regola che la “base” del post deve essere collegata al mondo corse, competitive o semplici tapasciate, oppure ai cammini, che siano dei pellegrinaggi di più giorni o semplici passeggiate lungo ciclabili o per monti e boschi. Semplice in questi casi scrivere il post; per le gare organizzate l’argomento principale è la gara stessa oppure amici che vi hanno partecipato; per le “mie” gare inverto, in molti casi, la narrazione: ho l’argomento sul quale costruisco la gara per il motivo già citato. Ecco quindi che argomenti come il 25 aprile, le giornate della Memoria e del Ricordo, sono le basi del post. Qui, pur essendo la “corsa” il fulcro del post, questa è sempre di sottofondo ed è sempre trattata “al di fuori degli schemi”. Non troverete descrizioni del pacco gara, del tempo etc. etc. argomenti che credo siamo di poca importanza, ma descrizioni di fatti e personaggi, molte volte “ai confini della realtà”!

domenica 22 giugno 2025

Facile come bere un bicchiere d’acqua

È un modo di dire che evoca la semplicità e l'immediatezza di un gesto quotidiano.

Tuttavia, dietro questo semplice atto si celano, molte volte, problemi complessi legati alla mancanza dell'acqua. Se la mancanza d’acqua è dovuta alla natura, l’uomo ha saputo trovare soluzioni; si pensi ai boscimani australiani che riescono a sopravvivere da millenni ai periodi di siccità: hanno trovato sistemi per trovare acqua non solo in lande che sembrano deserte, ma anche utilizzando alcune piante. Nei nostri tempi ed in alcune aree geografiche, però, la mancanza d’acqua è dovuta all’uomo, che usa “la sete” come arma. Due situazioni sono sotto gli occhi di tutti: Ucraina e Striscia di Gaza. Qui la distruzione sistematica di strutture civili, come sono appunto gli acquedotti e le reti idriche (nel caso dell’Ucraina anche si ricorre anche all’incendio di vaste zone coltivate a grano), diventa uno strumento di pressione. In questo caso però assistiamo a due situazioni diverse. Nel primo caso la protezione civile Ucraina, per mezzo di eroici sforzi, riesce in alcuni casi a riparare quanto distrutto e a ripristinare la fornitura e, dove non sono possibili riparazioni, autobotti cercano di alleviare la sete delle popolazioni.