mercoledì 1 ottobre 2025

Ricordato per un piccolo gesto di tanti anni fa

Oggi non posso rinunciare alla camminata non competitiva organizzata dall’AVIS di Curnasco per diversi motivi: non solo è praticamente alle porte di casa mia, ma è l’occasione per ricordare un amico, Gianni, che da qualche anno mi ha preceduto sull’ultimo traguardo, quello a cui tutti noi siamo destinati. Si disputava la 37a edizione della “Sgambada d’Autunno”. Essere presente mi ha consentito di rivedere alcuni amici e di ricordare tempi ormai passati. Finalmente rivedo Giancarla, sempre col sorriso, anche se questa volta mi è sembrato più malinconico, in quanto il suo infortunio, seppur ormai un brutto ricordo, ha lasciato qualche segno e non gli permette più di partecipare alle maratone che tanto amava. Dopo qualche anno di assenza, ora sono presenti anche gli amici degli Stof, anche se questa gara è targata “FIASP”. Ormai sono anni che va avanti la disputa FIASP/CSI, che non trova ancora una soluzione. Non poteva certo mancare il “Mao” (Dario), qui in veste di supervisore e Luca che, dopo aver fatto servizio di segreteria, farà come sempre il servizio “scopa” della gara; infatti percorrerà il tragitto partendo dopo tutti.
Gradito incontro anche con Gregorio; i suoi problemi di salute sembrano sotto controllo; ha pure trovato la giusta medicina o meglio sono i figli che l’hanno fornita; è una medicina che difficilmente si trova in farmacia. Vi svelo, anche se non dovrei, il nome del farmaco miracoloso: si chiama “Nipotini”! Nella mia ultima partecipazione a questa gara avevo percorso due giri, cosa che avrei voluto fare anche quest’anno, ma non l’ho fatto. “Sei diventato pigro … “ direbbe qualcuno. Eh, no! È che non mi piace il fango. Conosco bene il percorso e ci sono circa 3 4 chilometri del percorso che sono più adatti ad una corsa campestre che ad una non competitiva domenicale, per cui affrontarli una volta va bene, ma due sono troppe. Per dimostrare che non sono diventato pigro, allungherò il mio cammino fino alla … maratona! Ecco uno dei vantaggi di possedere uno smartwatch: sarà lui a dirmi esattamente la distanza percorsa, ma di questo riparleremo alla fine. Correre praticamente su strade che conosco a memoria oggi non mi crea nessun problema; di tanto in tanto trovo pure qualche atleta … che mi sorpassa. Per la verità non sono molti, No, no, non è che io vada forte, ma sono pochi perché la partecipazione alle non competitive è molto diminuita ed anche perché oggi sono in programma nella bergamasca (e poco distanti da Treviolo) altre due corse non competitive (e qui ritorna di attualità quanto detto all’inizio sulla presenza di due organismi che regolano le gare in provincia). Altro vantaggio di correre praticamente in casa è che il percorso, ad un chilometro dalla fine, passa proprio a poche decine di metri da casa mia, per cui ne approfitto per cambiarmi e prendere ristori per la mia seconda parte di gara, che terminerà al 42° chilometro. Come dicevo in precedenza, per il mio secondo giro ha creato un mio tracciato che escludeva i tratti fangosi, sconfinando a Bergamo, passando per il parco della Trucca. La distanza finale di questa “mia” maratona l’ho fissata a 42.620 metri. No, non mi sono sbagliato. Infatti ai canonici 41.195 metri ho aggiunto 1% di distanza per evitare ogni dubbio. Tempo finale 5h 39’ 32” (5h 35’ 01”)!

Ho corso questa gara per ricordare ed in un certo senso onorare Gianni, mi compagno di molte camminate, ma sono pure stato ricordato per un fatto successo molti anni fa e, non avendone trovato notizia su questo blog (che è il mio diario informatico), credo siano passati più di tre lustri. I fatti: verso la metà del primo giro sono stato superato da un gruppo di quattro corridori. Nel superarmi uno di loro ha detto ai suoi compagni: “Questo signore è quello che mi ha regalato la maglia della mia prima maratona …”. Dopo poco erano già un lontano puntino. Mi sono ricordato dei quell’episodio: era al termine della maratona di Torino ed essendo esaurite le magliette ufficiali venivano consegnate agli ultimi atleti magliette “anonime”, nel senso che erano uguali a quelle ufficiali, ma non avevano la scritta. Eh, sì, una volta non ero proprio nelle ultime posizioni. Il rammarico dell’atleta era evidente sul suo viso, al che gli ho donato la mia. Per la verità più che un dono è stato uno scambio, infatti ha insistito perché prendessi la sua, quella senza scritte. Beh, se devo essere sincero, credo che il miglior affare l’abbia fatto io. Questo fatto mi ha dato motivo per riflettere, nella mia seconda solitaria parte dai gara, sul “valore” che viene dato alle cose. Possibile che uno scambio di magliette sia ricordato a distanza di anni? Che questo semplice fatto abbia “valore” per chi lo riceve? In questa ottica, nel senso che siamo noi a dare “valore” anche a semplici fatti, ho deciso che da ora in avanti le “mie” maratone (*), anche se corse al di fuori di percorsi certificati FIDAL, abbiano (almeno per me) il “valore” di gare di cui tenerne conto! In definitiva, sono o non sono le MIE maratone?
(*) la misurazione sarà: misurazione segnalata da smartwatch + 1%, tanto per la precisione.

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