domenica 19 gennaio 2025

Speranze di PACE

Premessa

Nel mese di febbraio di un anno fa ho corso tre gare per ricordare la guerra in Palestina ed auspicare non solo una pace giusta per due stati per due popoli, che hanno stesse dignità, stessi diritti e devono godere della stessa sicurezza. La particolarità di quelle gare, corse sull'anello del Parco Callioni, consisteva nell'avere un pettorale … che era solo un terzo del totale. 

Solo alle fine delle tre gare, con i tre pettorali uniti, si manifestava il vero disegno. Non era stata una stranezza, ma un modo “visivo” per rappresentare che solo l'unione poteva portare ad un risultato, così come solo l'unione di intenti dei due popoli, pur nelle loro complesse diversità, poteva portare ad una pace vera e duratura.

19 gennaio 2025.

Anche in questa giornata ho organizzato una mia corsa, una mezza per la precisione, ma, a differenza dello scorso anno, sembra che finalmente si possa arrivare alla Pace. Con molta (o poca) fantasia ho denominato la mia corsa “Mezza della PACE” e, a differenza delle “mie” gare, che non prevedono orari prestabiliti per la partenza, oggi è fissato un orario ben preciso di partenza: ore 7.30 (che corrispondono alle 8.30 in Palestina ed Israele). L'orario non è scelto a caso, ma è l'ora in cui si dovrebbe iniziare il cessate il fuoco da ambo le parti.

Ore 7.25: sono pronto, ma … la giornata non inizia nel migliore dei modi. Le varie agenzie di stampa segnalano ancora operazioni militari in corso. Alte colonne di fumo si levano dalla striscia di Gaza. Come da copione, le due parti si palleggiano la responsabilità. Rimando la partenza, tanto più che sta pure piovendo. I vari telegiornali confermano che nessun cessate il fuoco è in atto. Decido comunque di partire. Il cielo è grigio, come pure il mio umore; le speranze di pace sono … solo speranze (per il momento) e non un dato di fatto. Oltre ad un orario di partenza definito, oggi cambierò pure il mio percorso ed anche questo ha un senso: non correrò sull'anello del parco, ma lungo le strade di Treviolo. Come io mi sono liberato “della prigionia” dell'anello, mi auguro che i Palestinesi possano liberamente ritornare nei loro territori di provenienza, nel nord della striscia, che da subito possano essere liberi gli accessi per consentire agli aiuti umanitari di raggiungere la popolazione Palestinese (dall'Italia: 50 tonnellate di aiuti umanitari raccolti dalla “Confederazione nazionale delle Misericordie Italiane” fonte Ministero della Difesa). 

Come la proposta di tregua, anche la mia corsa sembra avere delle difficoltà: un dolore al polpaccio sinistro mi consiglierebbe, visto che mancano più di dieci chilometri alla fine, di fermarmi. Fermarmi sarebbe quasi una sconfitta. Mi metto, idealmente, nei panni dei profughi della striscia di Gaza, donne vecchi bambini, che sono costretti a percorrere molti chilometri trascinando tra l'altro le loro povere cose e quindi proseguo. Ho detto “idealmente”, infatti io tra poco potrò essere a casa mia, integra e riscaldata, fare una doccia calda, consumare un pasto completo. Loro, al termine dello loro “gara”, nulla di questo troveranno. Termino la mia gara e la prima cosa che faccio è controllare le notizie ANSA: Gaza, la tregua in vigore dalle 10:15 – Notizie. Tutto bene, dunque? Forse ancora no! Infatti nel mio post io ho sempre scritto pace, ma in realtà il termine corretto, come definito dalle parti in causa, è un altro: tregua.

Spero quindi che il titolo del post possa trasformarsi da speranza in certezza!

Ok, ora posso rispondere alla domanda che molti di voi faranno: “Tempo?” “Tempo un po' freddo e cielo nuvoloso con qualche piccolo scroscio di pioggia …!” Opppss, scusate questa è la riposta alla domanda, se fatta da Rossana. “Mezza maratona, chilometri 21.10, tempo finale 2h 49' 57”. Questa è la risposta per i … tecnici curiosi.

P.S. Qualche delucidazione sia sul pettorale che sulla medaglia.

Pettorale: la parte più importante è il disegno delle bandiere a cui è stata aggiunta le scritta PACE, (in arabo ed ebraico), unite dalla colomba col ramoscello di ulivo. Poco appariscenti, volutamente, le altre scritte.

Medaglia: per la base della “medaglia” ho usato un frammento di mattone, dove si nota una striscia rossa che ricorda il sangue dei morti e dei feriti. I due elementi stanno a significare la distruzione delle abitazioni e la morte di migliaia di palestinesi, per la maggior parte donne, vecchi, bambini, indicati spesso come “danni collaterali”. Spicca un cuore con le bandiere al cui interno sono inserite la bandiera Palestinese e quella Israeliana. Un solo cuore per significare che il dolore per la perdita di vite umane è per tutti le parti lo stesso.

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