Acc! Ci sono cascato pure io: ho dato il nome in inglese a quella che dovrebbe essere l'ultima corsa … corsa nel 2021. Certo, avrei potuto definire questa “gara” come “ultima corsa”, ma subito tutti avrebbero pensato all'ultima corriera che parte per qualche sperduto paesino. Usare anglicismi è diventata una consuetudine, soprattutto in politica, forse per darsi un tono. “Mission”, “authority”, “briefing”, “know how”, “road map” sono solo alcuni dei termini inseriti nei discorsi che si sentono sui vari mezzi di comunicazione. Utilizzare il corrispettivo italiano: “obiettivo”, “autorità”, “riunione”, “conoscenza”, “piano d'azione” non renderebbe più fluida e comprensibile la comunicazione? Beh, potremmo pure accettare l'uso di termini inglesi, se pronunciati correttamente (e forse anche capiti) da chi li usa. Situazioni penose si sono viste nel nostro parlamento durante le discussioni della legge sulle adozioni: “stepchild adoption” è stato pronunciato, quasi correttamente, solo dopo molti tentativi, con situazioni a volte esilaranti. Non sarebbe stato più facile utilizzare la dicitura “adozione del figliastro”? Evabbè, torniamo alla gara di oggi che ha visto partecipare ben cinque concorrenti. Più che una gara è stata una riunione tra amici, che hanno deciso di correre tutti insieme una mezza maratona sul circuito della Roncola e quindi con chilometraggio certificato.
Per tutti essere presenti oggi a questa gara di fine anno rappresentava la fine di qualche situazione che in questo ultimo anno li ha visti protagonisti. Per Stefano (“Piro”), rappresentava la fine dell'esperienza avuta nel superare un infarto. Eccolo quindi tornare alla normalità, sia nel lavoro che nel riprendere a correre (beh, correndo al mio fianco … a corricchiare). Per Luca (“Capitano”), era porre la parola fine alla promessa che mi aveva fatto dopo essere guarito dal “malo male”. In quel periodo sono stato in contatto con lui e credo che questo gli abbia giovato, non tanto per il fisico, ma per la mente. Non era semplice sopportare le mie intrusioni giornaliere con WA. Passiamo ora ad Angelo (“Begna”) e Mattia (“Tia”) (sempre da abbinare, come le grandi coppie: Stanlio & Ollio, Franco & Ciccio, Gianni & Pinotto, Bud Spencer & Terence Hill); ne nomini uno e si abbina automaticamente l'altro. Per loro è la fine dell'ansia, prima per preparare una maratona, ansia che è durata due anni causa “malo male”; poi, una volta sulla linea di partenza, era l'apprensione di arrivare alla fine, che li ha accompagnati per tutti i 42195 metri. Per me (“Sir Marathon”) la corsa ha rappresentato la fine di una stagione di corse solitarie, molte delle quali disputate su questo anello. Mi ha fatto particolarmente piacere correre (ok, corricchiare) qui il 31 dicembre, giorno di fine anno, in compagnia. Alla fine della gara, come da pronostico, mi posizionavo alle fine del gruppo di amici. Tempo ufficiale: 2h 43' 42” (ad essere sinceri, se avessi gestito correttamente il mio cronometro, il tempo sarebbe stato di 2h 41' 42”, ma sapete l'età avanza ed i riflessi non sono più quelli di una volta...).
Se quelli fino ad ora indicati erano i fini dell'anno che tra poco terminerà, ci sono i propositi (fini) per l'anno che verrà. Per il Capitano il fine che si è proposto è correre una maratona con tempi sotto le tre ore, ma anche quello di poter partecipare (in questo caso senza velleità di vittoria) ad una “24 ore”. Per questo fine l'ostacolo più grande da superare è l'apprensione della moglie che non vede di buon occhio il raggiungimento di questo fine. Per Piro il fine è quello non solo di tornare a correre, ma entro la fine dell'anno prossimo superare in una gara sia Begna, che Tia. Sarà una bella lotta. Chi vederemo alla fine della singolar tenzone essere il vincitore? Per la coppia Begna & Tia il loro fine è disputare almeno una maratona (già iscritti alla BresciaArtMarathon). Visto che ormai non avranno problemi per raggiungere il traguardo posto alla fine dei 42195 metri, sono sicuro che non porranno fine al loro impeto agonistico ed alla fine di novembre saranno di nuovo ai nastri di partenza della VeronaMarathon, gara che ha visto il loro ingresso nel mondo maratona. Per Sir Marathon il fine è quello di continuare a essere presente ai nastri di partenza delle maratone, ma soprattutto di tagliare il traguardo delle stesse, non importa se gare in presenza o solitarie, in fondo alla fine sono sempre 42195 i metri che separano l'inizio dalla fine della maratona. Il tempo? Soleggiato e ventilato, spero.
Ora che sono giunto alla fine di questo post, porgo a tutti i venticinque lettori i miei auguri di “Happy new year”, ri...acc! Sono caduto ancora nell'errore, scusate: “Felice anno nuovo”, uhmm. Meglio: “Sereno anno nuovo”! Tra felice e sereno vi è una fine differenza; a voi la gioia della scoperta di questa differenza.
Fine del discorso! sm/fd
Grazie Fausto sei eccezionale
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