per cui preferisce passeggiare tranquillamente, mentre Dario, pur lamentandosi sempre, preferisce distanze più lunghe o mezze maratone, segnando tempi inferiori o molto vicini alle due ore. Meno male che è … “quasi fermo”, come ama spesso ripetere!
Eccomi quindi al via in compagnia di Fausto. Ma la sua compagnia dura poco, infatti piano piano piano si allontana e presto sparisce alla vista, non prima però di aver fatto una foto assieme davanti a San Tomè. Bene, vuol dire che il problema al ginocchio e definitivamente superato. Correre soli ha il vantaggio di non dover sostenere nessuna conversazione e quindi la mente ha la facoltà di “correre” libera. Qui il ricordo è legato all'amico Giulio. Non so se capita pure a voi di legare un fatto od un luogo ad una persona. Quando corro questa gara, il pensiero va a Giulio. Sarà per il fatto che è stata una delle ultime occasioni nella quale abbiamo corso assieme, non lo so. Mi sono passati nella mente i tratti corsi assieme al “maratoneta” Giulio. Alla fine non importava chi avesse tagliato per primo il traguardo; eravamo tutti e due orgogliosi del nostro piccolo risultato. Ricordo anche le conversazioni riguardanti il lavoro ed i problemi sindacali, discorsi che erano abituali quando si incontrava il “sindacalista” Giulio e che alla fine lasciavano sempre qualche riflessione. Insomma, a stare con Giulio non ci si annoiava mai. Pensando a Giulio, le salite mi sono sembrate meno ripide e le discese meno pericolose: sono sicuro che da lassù Giulio stesse guardando giù!Mentre sto scrivendo questo post, mi sembra anche il mal di schiena si stia piano piano alleviando.
Suggestione o
intervento di Giulio?
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