Arriviamo
a Brembate sotto una pioggia intensa e la prima cosa che notiamo sono
le zone di parcheggio con poche auto. Il tempo e le numerose
camminate non competitive fanno sì che la presenza a Brembate sia
meno numerosa del solito. Oggi infrangiamo pure la legge ed
acquistiamo il biglietto della gara da un bagarino. Evitiamo quindi
un po' d'acqua e raggiungiamo Giuliano, che avevamo visto partire,
quasi subito. Buono come sempre il suo passo di marcia, in compenso
ha ancora molte perplessità sulla sua partecipazione alla maratona
di Milano. Capisco perfettamente il suo stato d'animo: da un lato
vorrebbe partecipare, ma è frenato dal pensiero di dover correre...
pardon, camminare, nelle ultime posizioni del gruppo. Difficile la
scelta; in ogni caso, qualunque decisione prenderà, sarà quella
giusta. Per un tratto facciamo gara comune. Io, in previsione della
gara di domenica e visto che non ci saranno salite, decido di
correre, anche se lentamente, per tutta la gara. Dopo qualche
chilometro mi ritrovo a correre da solo e, come spesso accade in
queste occasioni, sono i pensieri a tenermi compagnia. In questo
modo, cercando di tenere impegnata la mente, il tempo sembra passare
più velocemente e non si ha il tempo di pensare ai vari dolori e
dolorini. Oggi per la verità più che i pensieri sono stati i
ricordi a tenermi compagnia. Su queste strade, nel 2104 ho, anzi
abbiamo, era con noi pure Fausto, corso tutta la gara con Giulio. È
stata una delle ultime occasioni per stare qualche ora assieme.
(qui potete trovare le impressioni di allora – vedi
-). Le strade su cui si correva erano strade lontane dal traffico e
quindi silenziose ma … ad un certo punto sento un rumore strano, a
metà tra il rombo di un aereo ed un leggero tuono, più precisamente
come il rumore che fa una sedia quando viene spostata su di una
nuvola! Non ci faccio caso e continuo a correre, quando... sento una
voce che dice: “... arda chi l'è indrè a cor, i me amis...”.
Mi guardo attorno non vedo nessuno. “...l'è mia giosta che
ciapen l'aqua, dai, Signur, fa ergota!”. D'un tratto mi rendo
conto che la voce viene da “lassù”, chi parla è Giulio, il
nostro amico Giulio! Come ogni mattina a colazione mentre sorseggia
il suo caffè e legge il quotidiano “Sindacato tra le nuvole”, dà
un'occhiata distratta su quanto succede “quaggiù”. “Lui”,
il boss anche di Papa Francesco, ha un attimo di esitazione, ma non
vuole certo trovarsi con i Cherubini in sciopero e con fare bonario
esaudisce la richiesta di Giulio, che anche “lassù” fa il
sindacalista! Ecco quindi che la pioggia prima battente ora si
trasforma in leggera pioggerellina, fino a smettere completamente
dopo pochi minuti. Osservo il cielo ed una nuvola assume la forma che
vagamente ricorda una persona che sorridendo sorseggia un caffè …
celestiale! Ci sono cose che però neanche un sindacaliste celeste
può modificare: eliminare le salite in montagna! Infatti il percorso
di oggi, dopo averci illuso, nei primi chilometri, con tratti in
falsopiano, nella parte centrale prende decisamente a salire. Quello
che però mi risulta più difficoltoso sono i tratti in discesa, che
la recente pioggia ha reso scivolosi. Per questi motivi la corsa si
trasforma in camminata! Evabbè, cammino. L'unica cosa che non mi
soddisfa è farlo in solitaria, spero che presto sopraggiungano
Fausto e Giuliano per scambiare quattro chiacchiere. Non avverrà,
forse perché negli ultimi chilometri ho ripreso a correre.
Giungo
al traguardo pochi minuti prima di loro. Ho quindi il tempo di
scambiare alcune parole con gli amici che sopraggiungono: con Bruno,
che mi spiega i motivi del suo ritiro di domenica, con gli amici dei
Fo' di Pè, che commentano le elezioni e che, nonostante i risultati
rimangono uniti, con i “Gibellini”, che mi raccontano del loro
viaggio per la maratona di Roma, ma soprattutto ho il tempo per
ricordare e ringraziare Giulio, sia per la sua amicizia di allora che
per il bel regalo di oggi!
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